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martedì 27 marzo 2012

L'Europa che non c'è

Il buon senso e il pugno di ferro, non furono sufficienti ad evitare lo svilupparsi della spirale dell’odio che i comunisti erano riusciti ad imporre in tutti i territori italiani nei quali potevano operare.
Il Partito Comunista già nei quarantacinque giorni Badogliani si era riaffacciato sul panorama politico italiano capeggiato da quei professionisti dell’antifascismo provenienti dai militanti fuoriusciti, cioè reduci dalla guerra di Spagna e dalle scuole di terrorismo di Praga e Mosca, e cominciò con il benestare dei governi alleati, per creare il clima di guerra civile di cui aveva bisogno lo schieramento rosso per distruggere la sana gioventù europea, certamente antibolscevica.
Altrettanto serviva agli Angloamericani per indebolire le generazioni che dopo la guerra avrebbero potuto ricostruire l’Europa libera.
La guerra civile giovava ed era necessaria solo ai nemici della civiltà Europea, e adesso nel 2012 ne è la prova lampante l’Europa che non c’è.

L’Italia Fascista, nel ventennio era un blocco unito e orgoglioso della sua storia, stimata e rispettata nel mondo. Uno dei tanti che hanno fatto il fascismo, Pavolini, un fiorentino come me, una persona tutta d’un pezzo, quando divenne capo del Fascismo fiorentino e dopo ministro della cultura fondò il Bargello, ritrovo di  intellettuali e scrittori, ospitava pure coloro che non erano fascisti, poi diede vita al prestigioso “Maggio musicale fiorentino”, “La fiera del libro”, “Il calcio in costume fiorentino”, “La mostra dell’artigianato a Ponte Vecchio”, il vecchio circuito automobilistico del Mugello, la costruzione dello stadio a Campo Marte, l’Autostrada Firenze – Mare e la costruzione di 4000 vani l’anno di edilizia popolare.

Uno dei tanti gerarchi, chiamiamoli gerarchi i collaboratori del Duce, individualisti, arrivisti, ambiziosi ma coraggiosi, generosi, eroici e mai ladri. Nel dopo guerra abbiamo avuto politici vili, neghittosi, antipatrioti (dell’Italia non importa a nessuno) e ladri.

Per coloro che non hanno capito il fascismo, quel fascismo Littorio che ha fatto di tanti gerarchi dei giganti (escluso i traditori), il fascismo è stato l’innovazione, lo spirito popolare, l’onore, il senso della Patria, il bene sociale, il lavoro e il coraggio. Il Fascismo alle origini aveva ereditato uno Stato in miseria non più concepibile ma in pochi anni nonostante la crisi mondiale, aveva raggiunto il pareggio del bilancio nazionale, la rivalutazione della Lira e una ripresa economica fino a raggiungere il 36% del PIL nazionale, arrivando poi alle grandi trasformazioni e opere sociali per il popolo (su internet basta cliccare “ Opere sociali del Ventennio Fascista” per vedere le 100 e oltre opere fatte in un momento di recessione mondiale).

Nel 1920 la situazione dell’Italia senza lavoro aveva facilitato lo sviluppo delle leghe socialiste e dal 1921 delle leghe  comuniste. Sulla scia di facili vittorie, i capi locali, come in ogni socialismo,  cominciarono a spadroneggiare e imporre le proprie idee con la sopraffazione, la prepotenza e gli eccidi. I rossi devastavano le campagne tagliando le viti, distruggendo i raccolti, danneggiando le stalle, vietando la mungitura, impedendo la rinascita dell’industria con scioperi prepotenti e impopolari. Mentre i fascisti rispondevano con gli squadristi contro la mobilitazione degli scioperi e i raid nelle campagne per consentire il regolare svolgimento della vita sociale.

Negli anni 1920, 1921 nascono gli squadristi che rendono l’Italia ripulita dai delinquenti e dai soprusi dei rossi, essi vedono il processo di rinascita sotto gli occhi di tutti gli italiani.
I fascisti non erano agli ordini di nessuno, ne degli agrari ne tanto meno della Confindustria ma solo agli ordini degli interessi della produzione, unica fonte di ricchezza, del benessere del popolo, e con ogni mezzo contrastavano le prepotenze dei rossi.

Forze nazionali ed equilibrate fanno assumere al Fascismo un volto e una personalità ben precisa, rivolta al benessere del popolo e alla grandezza della Patria.

Questo articolo l’ho scritto per i giovani che sono stati ingannati dalla storia dei vincitori, per gli smemorati e per coloro che non sanno niente del passato recente, non sanno di un ventennio di storia italiana.
Il Ventennio Littorio Fascista del Duce Benito Amilcare Andrea Mussolini.

Sugli attuali e passati governi italiani della Repubblica Italiana democratica non ci sono commenti, basti pensare e guardare come è ridotta l’Italia e il suo popolo, nella povertà, nel declino sociale e morale, nell’anarchia totale, nello sfruttamento del suo popolo migliore )i lavoratori e le persone oneste). Basti pensare alla prima repubblica, la seconda ancora peggio. Secondo me, il Fascismo ha dato molto al popolo italiano, il Re e Badoglio gli hanno dato la guerra e il tradimento: la guerra voluta dal Re quando la Germania conquistava l’Europa, e poi il tradimento il 25 luglio con l’arresto di Mussolini e il tradimento dell’8 settembre 1943. Da quel momento la stima dell’Italia nel mondo è sempre diminuita fino ad arrivare alla considerazione di una Italia mafiosa, corrotta e non considerata.
Non sarebbe questo il suo ruolo nel mondo se non fosse così mal rappresentata politicamente.



Giampiero Mugelli

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