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Questa legione era composta solo da uomini valorosi

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giovedì 29 dicembre 2011

Il trio di Jalta: 1945



Poco prima che finisse la Seconda Guerra Mondiale, tra il 4 e l'11 Febbraio 1945, a Jalta si incontrarono i tre capi di stato dei paesi alleati: Wiston Churchill, Franklin Roosevelt e Joseph Stalin (nella foto in alto da sinistra  a destra). Chi era questo trio che si divise il mondo? Proviamo a conoscerli meglio:
                                  

  • Winston Churchill: Nato a Blenheim Palace il 30 novembre 1874, morto a Londra il 24 gennaio 1965. Fu primo ministro del Regno Unito dal 1940 al 1945. Membro di spicco della loggia massonica Liberal'unionista di Londra. Colonialista, prima come soldato e ufficiale nel conquistare le suddette colonie, poi come ministro delle stesse nel 1922. Sfruttatore di vite umane (indiani e marocchini) nelle truppe inglesi sul fronte della Seconda Guerra Mondiale, sfruttatore di ricchezze di altre nazioni. Coerente anticomunista, di nuovo primo ministro dal 1950 al 1955, il suo motto era "Raggiungere la meta a tutti i costi". Stratega e liberale democratico (democrazia liberale massonica capitalista)

  • Franklin Roosevelt: Nato a Hyde Park il 30 gennaio 1882, morto a Warm Springs il 12 Aprile 1945. Presidente degli Stati Uniti d'America per due volte di seguito. Massonico, la sua iniziazione avvenne l'11 ottobre 1911. Nel 1921 contrasse una grave forma di poliomelite che causò la paresi degli arti inferiori, ma cercò sempre di nasconderla. Fu lui che finanziò con priorità assoluta lo sviluppo della bomba atomica, come fu lui ad ordinare i bombardamenti a tappeto con bombe dirompenti e al fosforo in Germania. Alla sua morte divenne presidente il vice, Harry Truman, anche lui massonico, non esitò minimamente a dare ordine di gettare la bomba atomica sui civili del Giappone, nazione che ormai aveva dichiarato la resa. Era la mattina del 6 agosto 1945, la prima bomba atomica della storia cadde su Hiroshima, una città di civili, aveva bruciato tutto, dilaniato e ancor peggio orribilmente mutilato persone poi costrette a morire di atroci dolori: donne, vecchi, bambini, animali, contaminando acqua, cibo e tutto quanto. Non contento il 9 agosto fece gettare la seconda su Nagasaki, altri centinaia di migliaia di cittadini inermi. Ancora oggi il popolo Giapponese ne paga le conseguenze (QUELLE BOMBE NON ERANO NAZISTE, MA AMERICANE). A loro dire, queste bombe hanno portato la democrazia, la giustizia e la libertà. Da allora in nome di questi vanti continuano a bombardare e fare guerre in tutto il mondo (il perché è tutta un altra storia).

  • Ma fra tutti il più carismatico, non è da meno per importanza: Joseph Stalin: Nato a Gori il 21 dicembre 1879, morto a Mosca il 5 marzo 1953. Non massonico ma comunista, ebbe una gioventù molto brutta: picchiato quasi ogni giorno dal padre ed ebbe un pessimo rapporto con la famiglie, questo condiziono totalmente la sua vita. Quando fu capo indiscusso dell'Unione Sovietica il suo malessere si manifestò in tutta la Russia e nei paesi del patto di Varsavia. Egli fu uno dei più sanguinari carnefici della storia, imponendo una feroce repressione con stragi e con un regime di terrore, con il terrorismo di stato, con le deportazioni nei campi di concentramento (vennero ideati in Russia e in seguito copiati in Germania) di lavoro coatto e di morte (i gulag), con le purghe politiche, le carestie, l'eliminazione di un popolo intero i Koluki, condannati a morte solo perché proprietari di terreni, perciò borghesi, ovvero ricchi. Inoltre, le morti di ufficiali, sotto ufficiali e soldati dell'Armata Rossa, fucilati per dubbia fiducia nei loro confronti, l'omicidio tenuto nascosto dei 22000 ufficiali e sotto ufficiali dell'esercito polacco, assassinati con un colpo alla nuca a Katin e poi sotterrati in fosse comuni, l'omicidio di migliaia di omosessuali, anziani e handicappati, migliaia di russi con piccole condanne e pure innocenti mandati a morire a Stalingrado, inquadrati in coppia, uno col fucile l'altro col caricatore e l'ufficiale di turno gli gridava "Se muore prima quello con il caricatore dovrai prenderlo tu così avrai il fucile e il caricatore, se muore prima quello con il fucile dovrai prenderlo tu così avrai il fucile e il caricatore". Le centinaia di morti mandati incontro alle mitragliatrici tedesche, e se tornavano indietro venivano falciati dalle mitragliatrici dell'Armata Rossa che avevano piazzato alle loro spalle, era morte certa. Circa cento milioni di morti sulle spalle del padre del comunismo Joseph Stalin.
L'amico Togliatti, padre del comunismo italiano, staliniano e cittadino sovietico fece titolare così l'Unità su tutta la prima pagina: "Il 5 marzo 1953 Stalin è morto. Gloria eterna all'uomo che più ha fatto per la liberazione e il progresso dell'umanità. Onore a Stalin."

Ecco chi erano i liberatori del mondo, un massonico colonialista, un massonico imperialista che ha gettato 2 bombe atomiche su civili inermi, e uno dei più sanguinari carnefici che il mondo abbia avuto, se non peggiore, uguale ad Hitler. Tre persone da includere fra coloro che furono processati a Norimberga per crimini contro l'umanità, ma che invece sono morti nel proprio letto. Chi vince si sa, ha diritti non doveri, chi vince fa pagare morte e rovine ai vinti, chi vince prepara presente e futuro. Il presente è quello attuale, la recessione, il futuro è quello preventivato, la globalizzazione e la ricolonizzazione di mezzo mondo. 

Poca è la differenza che va dalla foto di Jalta alla foto qui di sotto. 


Verrà il momento che democraticamente ci verrà tolto tutto quello che un criminale fascista ci aveva dato (il sociale), colui che nel ventennio aveva fatto riforme innovative e sociali per il popolo, colui che aveva accorciato la distanza fra plebe e aristocrazia fra povero e ricco, lui si chiamava Benito Mussolini. Il male assoluto, il dittatore, l'uomo definito criminale. Per me è stato molto ma molto meno criminale di quei tre sul palco dei vincitori.

GIAMPIERO MUGELLI

sabato 17 dicembre 2011

I puri della casta



Come tutti sappiamo la casta politica italiana è come il polpettone. Il polpettone è un ammasso di avanzi che i cuochi cucinano dopo aver vuotato i frigoriferi da tutti gli avanzi. Nel polpettone politico italiano ci sono coloro che si definiscono "i puri", coloro che si sono definiti senza macchie e peccati. Ma non è vero, pure loro ne fanno parte, prima facendo l'opposizione ai governi democristiani come PCI, poi nella seconda repubblica come PD. Si sono proclamati puri perché ci hanno liberati dal fascismo dandocci una costituzione democratica e la "libertà", tutelando i diritti dei cittadini nel modo onesto e democratico, si sono appropriati del 25 aprile perché solo loro possono festeggiare una sconfitta. Loro, che hanno combattuto e ancora combattono il capitalismo. Vorrei crederci, e lo farei se tutto questo fosse vero, ma non posso, e il perchè è alla mente e agli occhi di tutti, anche di chi fa finta di non vedere. Volevano proteggere i lavoratori e il diritto al lavoro, far in modo di non essere sfruttati, e invece i primi sfruttatori sono stati loro negli anni 60/70 quando i nostri padri sgobbavano gratis alle feste dell'unità, mentre i segretari e gli organizzatori del partito si vedevano mezz'ora la sera per ringraziare e prelevare gli incassi. Cifre molto interessanti, "per il partito" dicevano, "con questi soldi il partito aiuta la povera gente e gli operai. Aimé, questi soldi sono serviti a tutto tranne che a questo. Da allora gli anticapitalisti diventarono capitalisti con il sudore degli altri. Hanno cominciato a comprare case, fondi, terreni, hanno aperto circoli ARCI, case del popolo con il volontariato. Poi è nato il sindacato rosso: la CGIL (il sindacato dei lavoratori), prendi la tessera ci dicevano, noi faremo, diremo etc etc. Migliaia di metalmeccanici e edili in sciopero, migliaia di ore di scioperi e buste dimezzate a fine mese per niente, gli accordi erano già fatti senza bisogno di tanti scioperi. Col passare degli anni è divenuta una potenza politica, riuscendo ad avere l'appalto per il 60% delle denunce dei redditi degli italiani, e il più alto tesseramento operaio di tutte le formazioni sindacali portandola ad una potenza finanziaria da multinazionale. Ma questo non bastava: sono nate le COOP, specialmente nelle regioni rosse. Anche queste nacquero con il buon intento di aiutare i contadini a comprare il trattore, dicevano gli organizzatori. Ma anche questa è rimasta una buona intenzione. Sono diventate multinazionali che hanno un giro di affari pari all'8% del PIL nazionale. Si sono intrufolati nella finanza, nelle banche, nelle assicurazioni. Fondate su un sistema anticapitalistico, si trovano ad essere il sistema più capitalistico che ci sia. Le COOP sono dei colossi con le agevolazioni riservate alle piccole imprese e coperative, non pagano tasse sul 70% dell'utile purché sia reinvestito, ma riescono a non pagarle aggirando l'ostacolo distribuendo benefit e stipendi stellari ai soci amministratori. La lega COOP ha un giro di affari da 50 miliardi di euro l'anno con un conflitto Di interessi da far paura, perché oltre a fare i prezzi che vogliono muovendosi in monopolio specialmente nelle regioni rosse (vedi accordi CONAD) fanno fuori gli altri (vedi Esselunga). Le COOP finanziano regolarmente il PD che le ripaga introducendole nei grandi appalti, nelle banche e nelle assicurazioni. Gli stessi dirigenti molto spesso sono dirigenti del partito e della COOP. Questi colossi godono delle agevolazioni dei piccoli ma hanno un impianto di stato e di regione. Un capital comunismo che introduce ricavi da miglior multinazionale, non pagano tasse alla barba dei poveri meschini che sulla busta paga di 1300 € mensili netti, ha 760 € di ritenute. Tasse pagate anche per chi non le paga o non le paga correttamente, quindi: rinunciate a fare i capital comunisti con il suv sotto il culo, non prendete in giro quelli che credevano in voi, il popolo che rammentate e poi raggirate con la beffa "la COOP sei tu", e con il finto perbenismo. Non mentite sulle tangenti che, come gli altri, avete preso. Non dite che la situazione attuale italiana è solo colpa di Berlusconi, pure voi siete in parlamento (a fare cosa? Non pervenuto) sappiamo che pure voi fate parte del polpettone italiano...non siete puri.


Giampiero Mugelli

lunedì 21 novembre 2011

Democratiche illusioni

E rieccoci qua, "morto un bischero se ne fa un'altro". 
Perché gli italiani come al solito si fanno imbrogliare e sono sempre contenti? 
Come ormai sappiamo il governo Berlusconi è caduto ed è stato rimpiazzato dal governo Monti. Ma siamo sicuri che questo governo, NON SCELTO CON ELEZIONI, sia la miglior opzione per l'Italia? Ovvio che questa è la peggior scelta fatta. 
Monti è uno dei più potenti massoni mondiali, più potente di Berlusconi, anche lui nel 1999 fu indagato, anche lui ha creato un governo composto da banchieri. 
E allora ammettiamo che l'Europa vuole che l'italia muoia, come ha voluto questo dalla Grecia e dalla Spagna. La massoneria americana e mondiale che fa comunella con l'ONU vuole a gira mano la crisi di tutti i paesi, in questo modo il paese in crisi è costretto a vendere i titoli di stato ad un prezzo bassissimo. Ecco chi è il nuovo presidente del consiglio, cari italiani non è cambiato nulla con questo nuovo governo fortemente voluto da Napolitano.
Apriamo gli occhi finché siamo in tempo, ci stanno portando all'esasperazione, vogliono la nostra crisi. La mia domanda è questa: siamo in grado di fare una guerra civile ed impedire a questi governi inutili di portarci ancora di più sul lastrico?

Alessandro Di Fiore

domenica 9 ottobre 2011

Un incubo da terrore

La sensazione di avere tanti sguardi intorno a me...mi sono svegliato...intorno al mio letto c'erano: Rosi bindi, Vendola, Di Pietro, Fini, Casini, Bersani, Rizzo, D'Alema, Comusso, Iervolino e Marrazzo. Dio mio, mi son detto, aiutami tu.

 

Mi guardavano male. Rosi Bindi e Vendola volevano che applaudissi, lei come donna, lui come omosessuale. Di Pietro mi voleva mettere in galera perché sono fascista. Fini e Casini mi dicevano: "non temere, ti libereremo noi". Bersani voleva che andassi alla festa del PD, Rizzo a quella dell'Unità. D'Alema voleva che lavassi la sua barchettina. La Comusso voleva che prendessi la tessera CGIL_FIOM. La Iervolino che l'applaudissi come Miss Italia e levassi la spazzatura da Napoli. Marrazzo mi diceva che le donne sono i trans e mi voleva toccare dove non si può. Sono fuggito, fuori nelle strade c'erano i manifestanti anti Berlusconi con le bandiere rosse. I muri erano rossi, le telecamere a circuito chiuso in ogni strada, il telefono controllato. Non fuggirai mi dicevano, noi saremo il tuo pensiero, le tue mani, il tuo corpo. Con noi assaporerai la libertà di lavorare gratis. Dovrai pagare le tasse; sei grasso, penseremo noi alla tua salute, mangerai una volta al giorno vegetale, se sei senza denti niente pane, solo brodino. Ti diremo cosa fare, dove andare, sarai libero di non pensare. Sarai una cosa da manovrare, non ti preoccupare. Poi mi hanno dato una falce e un martello, ho domandato: "Con questi cosa ci faccio?" E loro: "Con il martello schiacciati le palle, tanto non serviranno più, il bunga bunga è fuorilegge. Con la falce quanto te lo diremo noi, in tutta libertà tagliati la testa". Ho aperto gli occhi, ho fatto una pernacchia e tutto è passato, sono felice di non averlo vissuto realmente.

Cari italiani, possiamo anche viverlo se alle prossime elezioni voteremo. Io non lo farò. Ho avuto un terribile incubo e mi è bastato quello.

Giampiero Mugelli

sabato 8 ottobre 2011

Accisa: Le tasse sui carburanti

Per accisa si intende una imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Il termine deriva dal tedesco accijns, che a sua volta deriva dal latino accensare, che significa "tassare". È un tributo indiretto che colpisce singole produzioni e singoli consumi. In Italia le accise più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici, all'energia elettrica, agli alcolici e ai tabacchi. Mentre l’Iva incide sul valore, l’Accisa grava sulla quantità dei beni prodotti.

In Italia sui carburanti gravano diverse accise:
  • 1,90 lire per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935;
  • 14 lire per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963;
  • 10 lire per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966;
  • 10 lire per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968;
  • 99 lire per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976;
  • 75 lire per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980; 
  • 205 lire per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
  • 22 lire per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina del 1996;
  • 0,020 Euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
  • 0,0073 Euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali.
  • 0,040 Euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92.
Molte delle accise imposte agli italiani sono anacronistiche, come ad esempio quella della Guerra d’Etiopia del 1935 che il cavalier Silvio Berlusconi si è apprestato a concedere a Gheddafi che reclamava forti crimini di guerra nei confronti della sua popolazione, quando gli italiani in Etiopia in quel periodo hanno semplicemente colonizzato, ovvero creato strade, pozzi, ospedali, bonificato terreni e civilizzato gli abitanti che ancora oggi non possono fare a meno di ringraziare noi Italiani per le opere costruite all’epoca e ancora intatte e utilizzate.

Di seguito le accise imposte ad ogni singolo carburante:
  • Benzina senza piombo: 0,6132 Euro
  • Gasolio auto: 0,4722 Euro
  • GPL auto: 0,125 Euro
  • Gasolio riscaldamento: 0,403 Euro
Dal 1 gennaio 2012 le accise sui carburanti italiani subiranno un ulteriore      rincaro pari allo 0,5732 €/L per poi nel 2014 scendere complessivamente allo 0,5695 €/L.
Continuando così, a pagare tasse inutili come quella per la Guerra d’Etiopia, finiranno per imporci anche l’accisa sui carburanti, per pagare gli avvocati del cavaliere, i trans di Marrazzo, la riabilitazione per Bossi e i coca party per il figlio.

Di Fiore Alessandro

sabato 1 ottobre 2011

30 Ottobre 2011



Tutti i camerati che andranno a Predappio, potranno riconoscere i camerati della Decima Legione grazie alla toppa posta sulla spalla nella camicia nera del camerata.
Oltre alla toppa Legio X ognuno apporra la scritta con la città di appartenenza.
Per richiedere la toppa contattare il responsabile del sito alla mail legiox@hotmail.it

Romanamente Camerata Alessandro Di Fiore

venerdì 9 settembre 2011

Una risposta serena

Per l'ANPI rispondo al loro articolo riguardo il mio scritto: 25 Aprile 1945: l'Italia libera dal fascismo.

Nel massimo rispetto di codesta associazione, a tutte le persone che hanno subito angherie, il mio sentito pensiero. Mi sento di difendere il mio scritto, perché ho fatto dichiarazioni non lesive nei confronti e nella memoria di chi ha combattuto per il suo credo politico; ho soltanto scritto un mio pensiero e messo in evidenza verità tenute nascoste per troppo tempo.
Finalmente riconosciute e discusse come storia d'Italia, tramite libri e articoli firmati da grandi scrittori, giornalisti e ricercatori storici che hanno messo alla luce il lato oscuro di una parte della resistenza, cose sbagliate come anno fatto, dichiarate, mai nascoste dall'altra parte (certamente la storia la scrivono i vincitori). Ma le verità come l'olio vengono a galla.
Del resto in una guerra civile di ogni epoca e nazione ci sono stati orribili misfatti. Non penso proprio che le mie affermazioni siano banali, volgari, superficiali e di un nostalgico,  e tanto meno non offendo il senso comune di chi ha lottato e ha subito angherie o è morto sia da una parte che dall'altra. Mi sono permesso di osservare che da una parte i partigiani erano cavalieri senza macchia e fortemente democratici, e dall'altra solo il male assoluto. Certe verità scritte e riconosciute e il monumento a PORZUS sono prove delle mie affermazioni. Chi è senza colpe scagli la prima pietra.
Ne approfitto per ringraziare l'amico Silvano, di aver commentato e dato lustro al mio articolo con un commento dove percepisce il senso del mio scritto. Se poi le mie affermazioni sono irrispettose della verità storica, chiedo scusa. 
Per concludere vorrei ricordare all'ANPI che non ho commesso nessun reato per aver parlato di fascismo, non faccio politica per ricostruire il discolto PNF, ma ho solo espresso un mio pensiero da libero cittadino italiano, in quanto:

La cassazione penale, sezione seconda del 06 giugno 1977 dichiara:
"La costituzione vieta la ricostruzione del disciolto partito fascista, non pone nessun limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero neppure quando si abbia per oggetto, persone fatti e disegni politici del fascismo."
Quindi se farò un altro articolo riguardo certi temi desidererei sentirmi dire che non sono un nostalgico ed una persona lesiva e banale, perché io non offendo nessuno e nessun senso comune manifestando un mio personale pensiero e una mia personale preferenza come dichiaro a fine del mio articolo.
Anzi, dico di più, accusandomi in questa maniera voi dell'ANPI state violando l'articolo 13 della Costituzione Italiana:
"La libertà della persona fa parte dell'essenza costitutiva dell'uomo e pertanto lo Stato deve riconoscerla come inviolabile, in quanto preesistente alla formazione delle istituzioni e alla stessa vita associata."
"La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge."

Mugelli Giampiero

mercoledì 7 settembre 2011

L'ANPI difende la memoria dei caduti


In merito all'articolo "25 aprile 1945 litalia libera dal fascismo" siamo a ricordarvi che commette reato chiunque "pubblicamente, esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche" (legge 20 giugno 1952; n645, detta anche Legge Scelba).
Riteniamo i contenuti dell'articolo lesivi nei confronti della memoria delle persone che hanno combattuto e dato la vita per far si che l'Italia si dotasse di una Costituzione democratica e divenisse una nazione libera.
E' incredibile e anacronistico leggere le affermazioni volgari e superficiali con cui l'autore ha infarcito il suo articolo; sono le banalità autoconsolatorie dei nostalgici che offendono il senso comune in un territorio che ha conosciuto l'orrore della violenza nazi-fascista. E' bene ricordare l'asservimento dei fascisti al Terzo Reich, le leggi razziali, le deportazioni, le stragi e le torture. Le riduttive affermazioni sui partigiani comunisti vorrebbero nascondere la grande pluralità di idee rappresentata nella Resistenza italiana: dai monarchici al partito d'azione, dai liberali ai socialisti, dai cattolici agli anarchici. Partigiani di destra e partigiani di sinistra. E' come non ricordare le centinaia di sacerdoti, le migliaia di soldati e carabinieri resistenti caduti con i partigiani per liberare l'Italia dal fascismo.
In conclusione ci aspettiamo di non dover più leggere frasi irrispettose della verità storica di cui la nostra Associazione a livello locale e nazionale è custode e promotrice.

ANPI
Borgo San Lorenzo

martedì 6 settembre 2011

25 Aprile 1945: l'Italia libera dal fascismo

8 Settembre 1943: inizio della vergogna per l'Italia.
Il Re era fuggito, il Duce arrestato e imprigionato sul Gran Sasso. Badoglio e i finti gerarchi fascisti, sentendo odor di bruciato, tradirono e vendettero l'Italia al sionismo americano lasciando il popolo italiano e le forze armate al loro destino. I tedeschi occuparono l'Italia e liberarono Mussolini. Molti soldati, camice nere e civili salvarono l'onore d'Italia ricostruendo un governo fascista (la Repubblica di Salò) e combattendo insieme ai tedeschi pur sapendo di combattere una battaglia già persa. Essi difesero l'ideale in cui credevano, onorarono l'impegno preso e combatterono fino alla fine: il 25 Aprile 1945.
Data storica (la fine del fascismo), l'inizio della libertà e della democrazia.
Una libertà e una democrazia già malate e viziate alla nascita: già dal tempo della resistenza partigiana.
Vi erano due schieramenti i cattolici (bianchi) e i laici (rossi); i bianchi combattevano per dare all'Italia la democrazia attuale, i rossi (quelli comunisti guidati da Togliatti amico di Stalin tanto da prendere la cittadinanza sovietica) che erano la maggioranza, usavano il metodo "mordi e fuggi" per combattere, tipo guerriglia: con attentati alle spalle ammazzavano i tedeschi, consapevoli che ogni tedesco morto in un attentato, loro avrebbero fucilato 10 italiani (vedi le fosse Ardeatine) ma a loro non importava, era la loro guerra, lottavano per fare un Italia bolscevica staliniana (non dimentichiamo che l'attentatore di Via Rasella, alla domanda del giudice: "Se lei si costituiva le fosse Ardeatine non avrebbero avuto luogo. Perché non lo fece?" - Rispose - "la vita di un compagno vale più di 335 vite"). I GAP (Gruppo Armato Partigiani) erano una forza armata molto consistente specialmente in Piemonte, Liguria e Romagna, essi facevano i padroni, la loro guerra era contro tutti coloro che non la pensavano come loro e uccidevano senza scrupoli pure i partigiani bianchi che non volevano combattere con i loro sistemi e non volevano aderire all'ideale inderogabile del bolscevismo sovietico; cito uno dei tanti eccidi: 21 partigiani bianchi della brigata "Osopo" trucidati nel febbraio 1945 a "Porzus" in Friuli Venezia Giulia da una banda di partigiani rossi guidati da Mario Toffanin. Oltre un monumento a loro dedicato esiste anche il film "Porzus".
E il 28 Aprile ricorda un'altra vergognosa azione, l'esibizione di tre cadaveri appesi per i piedi a testa in giù a Piazzale Loreto.
Dal 1945 al 1947 in Italia si viveva il terrore, i GAP formarono un gruppo provvisorio di governo; bande armate la sera entravano nelle case e prendevano persone di ogni età e sesso che in ogni modo erano sospettate di aver lavorato per il fascismo o semplicemente avevano amici o parenti che lo avevano fatto. Li portavano fuori casa dove venivano torturati, seviziati e in fine uccisi e gettati nei fiumi dove affioravano la mattina seguente. In questo modo difficilmente le famiglie riuscivano a trovare i cadaveri.
Alcuni libri scritti da storici e ricercatori come Giampaolo Pansa e Giorgio Pisanò, sono riusciti a dare un nome a molti morti e a far luce su tutte queste morti inutili. Non che ci siano morti utili, ma queste proprio non hanno ragion d'esistere.
Il fascismo era una tremenda dittatura? Non sono d'accordo con chi afferma questo. Credo sia stata una "dolce" dittatura disattenta. Almeno questo è il mio pensiero. Mi hanno sempre detto fin dal primo giorno di scuola "bisogna essere anti-fascisti, il fascismo è il male assoluto", e allora la mia curiosità mi ha portato a scoprire che questo fascismo tanto temuto, nel ventennio in una situazione non facile, guidato da Mussolini fece le riforme sociali più innovative e vere del 1900.
Nessuna democrazia e nessun paese europeo prima e dopo la guerra è riuscito a fare le riforme che ha fatto il fascismo in Italia.
Per ricordarne qualcuna: INPS (Pensioni), INAIL (Infortuni sul lavoro), INAM (Istituto per le malattie), le 40 ore di lavoro settimanali, la riforma Gentile per la scuola, IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), bonifiche, città costruite dal nulla (Aprilia, Latina, Pomezia etc.), strade, ferrovie, ospedali, colonie al mare e in montagna per i bimbi d'Italia, la battaglia del grano (l'Italia è riuscita a produrre il doppio del suo fabbisogno di cereali).
Dette una grande immagine dell'Italia al mondo intero, ridiede alla nazione dignità, unità, entusiasmo popolare e volontà. L'Italia non era divisa come lo è ora (Nord e Sud), era una sola terra unica prosperosa e lavoratrice, sicura, con un'equa distribuzione del bene sociale.
Poi ci fu la pazzia della guerra che portò via tutto.
Nel 1945 la Chiesa e gli americani riuscirono a bloccare i GAP di Togliatti e i titini di Tito, altrimenti saremmo diventati un satellite comunista.
Nel 1948 nacque la Repubblica Democratica Italiana: con l'evento ritornarono le mafie e l'Italia fu ridivisa in Nord e Sud; poi il primo delitto politico-industriale: l'ex partigiano bianco Enrico Mattei e il suo pilota.
I sindacati, le Brigate Rosse, governi che non governano, da Alcide de Gasperi, Andreotti, Craxi, Amato, Prodi fino ad arrivare a Berlusconi.
60 anni di democrazia che non ha portato a niente, solo bugie, corruzione, intrallazzi politici, cattivi governi e omicidi: Moro, Falcone, Borsellino, Don Pino Puglisi, il Generale Dalla Chiesa.
Poi non manca il debito pubblico attuale, il degrado ambientale, sociale ed intellettuale; i nostri giovani trovano sfogo solo nelle discoteche e nella droga, terminando la loro giovane vita nelle strade di un sabato sera da "sballo".
E dovrei festeggiare la libertà e la democrazia che hanno creato tutto questo?
No grazie!
Non accetto tutto questo e combatterò, sempre con la legalità e con gli spazi a me concessi, la schifosa volontà di un sistema dove il cittadino è coinvolto (con le elezioni) ma poi aggirato dai soliti politici che conoscono solo "una musichetta" antica che piace solo ad alcuni politici e ladroni italiani.
IO PREFERISCO IL 1920.

Giampiero Mugelli

domenica 4 settembre 2011

Ricordando il mio vissuto seconda parte

Quasi tutti gli articoli del mio blog sono firmati Mugelli Giampiero, adesso ho trovato due articoli in cui parla del suo vissuto, e in attesa dell'intervista che mi concederà ad Ottobre ho deciso di pubblicarli per dar modo anche a voi, grossomodo di conoscere la persona fantastica che è Giampiero.

Articolo 2.


Dopo aver scritto una storia del mio passato vissuto, molte persone mi anno fatto i complimenti invitandomi a scrivere altre storie; lo farò per loro e per le persone che apprezzano le cose belle e semplici.
Grazie a tutti.

Del mio passato vissuto, un altro bellissimo ricordo. Sono nato nel Monte, sopra Ronta, una collina del Mugello: in una casa di un gruppo messe di fronte l'una alle altre, in mezzo al verde fra campi e boschi. Case di contadini fra capre, polli, conigli e altre bestie. Al centro di questo gruppo di case una grande Aia (era quello spazio dove venivano fatti i lavori contadini come: la battitura del grano, lo scartocciamento delle pannocchie di granturco); le donne sedute al fresco degli alberi nelle giornate estive a fare la calza o rammendare e i bimbi a giocare. Dentro la mia casa un grande camino annerito dal fumo del fuoco, ai lati due panche di legno che d'inverno servivano alla famiglia per stare accanto al fuoco, al centro un gancio dove veniva attaccato il Paiolo, un grande contenitore di rame che serviva per scaldare l'acqua e cucinare. Nel centro della stanza un grande tavolo rettangolare con le sedie impagliate a mano, in un lato un grande acquaio in pietra. Le mezzine (contenitori di rame), servivano per andare a prendere l'acqua e contenerla. L'acqua veniva prelevata da una fontana distante 300 metri da casa, essa serviva per bere, cucinare e lavarsi. Sul muro erano tenute delle mensole di legno fermate al muro. Dall'altra parte una vecchia vetrina con bicchieri, piatti, altre poche stoviglie che non venivano mai adoperate, "sono quelle buone" diceva mia madre. Una grande Madia dove mia madre ci teneva i viveri e ci faceva il pane. Poi una piccola finestra con le tendine, al centro della stanza attaccato al soffitto un lume a carburo per fare luce la notte. Sotto la tavola un gattino nero che all'ora di cena aspettava qualche pezzetto di pane: in tutte le case ogni famiglia aveva il gatto, il suo compito era cacciare i topi. Poi delle scale di pietra che portavano al piano di sopra, dove c'era la camera da letto con una luminosa finestra che guardava la pianura borghigiana, un grande letto, due comodini, un armadio e un lettino dove dormivo io. Sono nato in una fredda giornata di febbraio del 1948, per 5 anni ho vissuto in quella casa con papà, mamma, altri bambini e altre famiglie in piena libertà. Si viveva tutti come fossimo un'unica famiglia, le porte di ogni casa erano aperte a tutti e ci aiutavamo l'uno con l'altro dividendo cibo, gioie e dolori. Mio padre era un uomo piccolo ma distinto, aveva dei baffetti ben curati, un viso sereno, gli occhi fieri pieni di passione e volontà. Era tornato a casa nel 1946 dopo 10 anni di guerra senza dare notizie alla famiglia che lo aveva pianto molto, ma tornò. Era cambiato, la guerra e la prigionia inglese lo avevano distrutto, ma la famiglia e chi gli voleva bene riuscirono a rendergli la vita. Mia madre era una donna piccola, carina, molto simpatica, piena di vita e ottimista, un vulcano, un concentrato di caparbietà e volontà. Infatti aspettò mio padre e nel 1947 lo sposò. Fu una cerimonia semplice, non possedevano soldi e non fecero neppure il viaggio di nozze. Il giorno dopo il matrimonio andarono a lavorare: mio padre a bonificare le gallerie e la linea ferroviaria dalle bombe e mine che la guerra aveva lasciato, mia madre nei campi. Nel monte ho vissuto per 5 anni, anni in cui ho imparato a camminare, a parlare e a crescere con altri bimbi. La mia famiglia era serena, i miei genitori contenti e fieri del poco che avevano e con umiltà e dignità si confrontavano con altre persone. Il giorno stavo con i bambini e le altre famiglie, mi trattavano come se fossi figlio loro; la sera tornavano mamma e papà dal lavoro, mentre mamma preparava la cena, mio padre e io apparecchiavamo la tavola, poi in attesa che la cena fosse pronta, mio padre mi prendeva in collo e mi raccontava delle storie: vere o false non so, ma erano bellissime. Ricordi chiari e indelebili nella mia mente, ora dopo tanti anni mi danno un senso di pace e commozione, mi illuminano di quanta fortuna ho vissuto nella mia infanzia. Ricordi che aprono il cuore alla beatitudine e all'amore.

Mugelli Giampiero

sabato 3 settembre 2011

Ricordando il mio vissuto

Quasi tutti gli articoli del mio blog sono firmati Mugelli Giampiero, adesso ho trovato due articoli in cui parla del suo vissuto, e in attesa dell'intervista che mi concederà ad Ottobre ho deciso di pubblicarli per dar modo anche a voi, grossomodo di conoscere la persona fantastica che è Giampiero.

Articolo 1.


In questo giorno di inizio maggio c'è voglia di vivere; un cielo blu senza velatura di nubi, un sole caldo e luminoso e una leggera brezza ancora fresca di primavera, è una giornata che annuncia l'estate e ci da vigore. Maggio penso che sia il mese più bello dell'anno, per quello già citato e per la natura nel pieno della sua bellezza e maestose giornate profumate di vita e bellezza. Ho letto il mio giornale sulla panchina e nell'alzarmi ho guardato il versante della collina (il Monte) un pensiero si è acceso dentro la mia testa. Nel cuore un dolce ricordo. Mi è venuta voglia di scrivere ma non voglio scrivere di Bin Laden o degli immigrati, ma di questo pensiero in me risvegliato da questa stupenda giornata. Lascio i miei 63 anni e ritorno indietro nel tempo quando ne avevo 6: rivedo i boschi tagliati, i campi lavorati, gli ulivi potati e ben tenuti. Piccoli pezzi di collina lavorati da tanti proprietari ma con viottoli e strade ben tenuti; viottoli dove passavano tutti con asini e muli e pure a piedi e strade più larghe dove passavano carri di legno oppure le tregge (carri senza ruote trainate da buoi). A mezza collina in un tratto più pianeggiante c'era una grossa sorgente dove sgorgava una buonissima acqua, dove la gente che abitava nelle case del monte passava: si dissetavano e prendevano l'acqua per portarla a casa; 5 o 6 metri più in basso una grande pozza dove si abbeveravano animali selvatici e domestici. In quel tratto di collina, no dei tanti proprietari erano i miei genitori; nel campo c'era pure una stalla dove fra galline, conigli e altri animali c'era la Berta, un'asina di pelo chiaro con una macchia più scura sula fronte fra le orecchie e che calava verso il basso del muso. Quando ci sentiva arrivare ragliava e aspettava impaziente di essere sciolta e lasciata libera nel campo per pascolare; bastava chiamarla che alzava la testa continuando a masticare, ci guardava poi riabbassava la testa e continuava a strappare l'erba del prato. Molte volte mio padre gli metteva la bastina; era molto più grande della sella del cavallo, serviva per portare un carico; era fatta di cuoio in un telaio in legno e rivestita (imbottita). Prima di metter la bastina, mio padre metteva una coperta sul dorso e poi la bastina che veniva fermata con una larga striscia di cuoio sotto la pancia dell'asino. Poi le veniva messa la cavezza, un attrezzo che veniva infilato in testa e poi legata al collo; attaccati alla cavezza c'erano due lunghi nastri di cuoio, le briglie, servivano per fermarla e per guidarla quando c'era bisogno. Fatto tutto ciò mio padre prendeva le briglie e si metteva davanti mentre io mi facevo tirare, specialmente in salita quando il sentiero era buono e c'era poco pericolo. Mio padre mi metteva a cavallo sulla bastina. Camminavamo per ore nei sentieri e nelle strade per andare a Prefetto o Giuvigiana, lungo campi ben lavorati, in primavera fiorivano i frutti e gruppi di ginestre in una moltitudine di colori, era stupendo il paesaggio. Lungo la strada del monte ai lati decine e decine di piante di noccioli e bacche rosse e piante di fichi; in autunno rovi pieni di more selvatiche che raccoglievamo per fare la marmellata. Poi caricata la soma di legna sulla bastina tornavamo a casa. La soma doveva essere caricata ben bilanciata perché la Berta la portasse bene e con meno fatica. Quando eravamo di nuovo nel campo mio padre scaricava la soma, toglieva la bastina all'asina e la coperta bagnata di sudore e con una spazzola di saggina (chiamata stiglia) gli strigliava il pelo sudato lungo la schiena e le gambe dopo di che gli rimetteva sul dorso una coperta asciutta e la rimetteva nella stalla; gli dava fieno e biada e in un tinello di legno l'acqua per bere. Per un attimo mi sono rivisto in quel periodo 1952-1953 la mia infanzia è stata bella, semplice supportata da amore e famiglia. Vorrei portare i bimbi di oggi nel tempo vissuto della mia infanzia; meno cose materiali ma tanto amore, vera amicizia, e solidarietà fra la gente spiritualmente molto ricchi. Mi alzo dalla panchina...torno a 64 anni, in quelle colline: solo macchie pruni e abbandono; neppure gli animali ci vivono più...peccato...il mondo corre, non c'è più tempo per guardarsi intorno, per vedere il progresso che tutto distrugge (le bellezze della natura). Come dicevano gli anziani (il progresso porta al regresso). Che Dio illumini la gente di buona volontà.

Mugelli Giampiero

Lo stragista Breivik


Radio Radicale dice che lo stragista non si può definire cristiano ma solo un idealista di estrema destra. Per Repubblica, un degenerato delle idee di Oriana Fallaci e dei suoi pessimi seguaci anti-islam. Due sono i casi, chi ha scritto e detto certe affermazioni, o non ha letto i libri di Oriana oppure non ha capito niente. Breivik non è un seguace di Oriana, neppure un genetico di destra. Oriana non era per le stragi ma avvertiva del reale pericolo islamico. Tutta la destra Europea lo condanna. Non è nemmeno un cristiano illuminato, come si definisce, perché la Chiesa attuale non combatte l'Islam come invece dovrebbe fare.
Ma se per caso fosse uno che sbandiera ideali comunisti? Certamente un'ideologia come quella Marxista, Leninista, Staliniana, che predica odio di classe, il rovesciamento dei governi, l'eliminazione dei nemici di ogni razza e religione, interni ed esterni, è collegato alle ideologie assassine.
Infatti, sempre si è realizzato così da Lenin, Mao, Pool Phot, Fidel Castro al padre di tutti: Stalin. La follia può fare 100 morti, l'ideologia 100 milioni. Il comunismo nei Gulag trovò la realizzazione storica del Marxismo Leninista Staliniano, tanto è vero che Stalin era venerato da tutti i comunisti (anche italiani) come capo supremo di tutti i lavoratori di tutto il mondo, e più di tutti ha fatto per il progresso e la liberazione dell'umanità, come scriveva l'Unità per il giorno della sua morte. Stesso caso si può dire per il Nazismo e Hitler: stessi campi di sterminio, stessi sistemi di lavoro coatto, stessi inculcatori di odio, due dittatori senza scrupoli per realizzare una pazzia ideologica. Breivik non è un idealista ma solo un folle, una volta si dichiara Massone, una volta Cristiano illuminista. Si definisce difensore di cosa? Neppure lo sa lui. Una cosa è certa, resta un pazzo assassino. A un pazzo del genere non possiamo dargli una dignità culturale e politica. Ma questo assassino io chiedo, quali diritti può avere nella società dopo quello che ha fatto? L'unico suo diritto è una cella, fredda, buia e umida fino a quando non muore, per dare giustizia ai morti. Invece non credo a quello che scrivono i giornali, passerà la pena in un moderno carcere inaugurato un ano fa, costruito per i peggiori criminali. Ci sono palestre, saune, percorsi per camminare, una stanza per la musica e un laboratorio culinario negli spazi comuni. Le celle sono camerette singole arredate Ikea, un letto comodo e spazioso, comodino e scrivania, al muro una televisione satellitare per vedere cosa succede nel mondo. Tutto questo voluto dal sistema giuridico Norvegese ispirato ai diritti e al rispetto umano (ecco perché non mi piacciono le democrazie). E i diritti dei morti dove sono? Le guardie girano disarmate e spesso mangiano con i detenuti, la metà del personale sono donne perché rende meno aggressivi i detenuti. Ma per favore!!! Un assassino dovrebbe scontare la sua pensa in questo carcere? Ma signori moralisti vergognatevi voi e i vostri diritti umani. Quelle vittime sono state uccise due volte, da Breivik e da voi. Se fossi cittadino norvegese, quando mi farebbero uscire farei un altro delitto. Stesso Hotel, stessa stanza, poi ordinerei "Domattina colazione con uova e prosciutto, caffè amaro e un succo di frutta. Sveglia alle 9 grazie". Ma per favore!!! E pensare a come vive tanta gente nel mondo, viene un senso di delusione e rabbia. Così si istiga anche alla violenza. Torno a essere più convinto che i diritti sono per chi delinque.

Mugelli Giampiero

Cesare Battisti (il terrorista)


Un nome, Cesare Battisti: eroe? Perseguitato politico? terrorista? Criminale? Ognuno si schieri.
3 nazioni: una liberal democratica (l'Italia) dove il signor Battisti è stato condannato a due ergastoli per aver compiuto 4 omicidi; La Francia di Mitterrand prima, e di Carlina Sarkozy dopo hanno dato rifugio al signor Battisti: mi sorgono spontanee delle domande: Battisti come fece a fuggire? Perché in Francia? Perché non fu reso all'Italia? Dove era il nostro governo di allora? Cosa facevano i nostri servizi segreti? Da chi fu aiutato? Chi politicamente lo proteggeva? Perché la Francia lo aiutò a fuggire in Brasile?
Troppi "perché" che nessuno mai chiarirà.
Brasile, terra di carnevale, di spiagge di samba? No, molti dimenticano o non sanno che è il paese che ha accolto le peggiori canaglie del mondo: nazisti, terroristi, stupratori, tagliagole e assassini di ogni risma, lì in Brasile hanno trovato rifugio sicuro.
Oggi esistono (legalizzati e tollerati) le squadre della morte che ripuliscono le strade (uccidendo) dalla delinquenza minorile, per facilitare il turismo. Sempre legalizzato esiste il turismo sessuale minorile. Tutti sappiamo che in Brasile da Lula, ex presidente, all'attuale signora al governo, i ministri e pure i direttori di Tv e di giornali, ci sono ex terroristi che si sono lavati e truccati per togliersi di dosso la loro lordura. Ma sono rimasti terroristi come Battisti. In Italia per la sinistra radicale è un eroe come fu Renato Curcio; in Brasile è un amico. Allora è meglio che se ne stia là, non lo dico perché non ci interessa nulla, anzi i morti dovrebbero avere giustizia come le loro famiglie, ma qua da noi sarebbe innalzato agli altari della politica, specialmente con la sinistra radicale. Così bisognerebbe pagargli pure la pensione, con sommo disprezzo e insultando la dignità di chi ha subito lutti e handicap a vita a causa sua. Tutti coloro che hanno la dignità sono con le famiglie dei morti. La nostra bella politica democratica e pulita, ha dato al mondo un'Italia inaffidabile e corrotta, politici senza dignità e onore, solo "parole, parole, parole" come cantava Mina. Chi avremo mandato a Rio per recuperare Battisti se ce lo rendevano? Di Pietro e Bersani? L'umano Fini? Rutelli piuttosto che Berlusconi &Co.? Oppure Vendola e Pisapia? Il padano Bossi con la guarda padana? Un sindacalista rosso? Un paio di ragazzotti dei centri sociali? NO! Per carità! Gente ben pagata, ma incapace (volente o dolente) di fare o costruire qualcosa di buono. Il modo dispregiativo della storia, e l'onta peggiore oltre alle famiglie dei morti, la subisce la verità che non nascerà mai, e una nazione, l'Italia, mortificata da coloro che non sanno difenderla e da una parte di Italiani che fanno parte di una sinistra falsa.
Lasciamolo in Brasile, qua se pure lo tenessero in galera, oltre a fumare, mangiare e bere bene, farebbe pure il gradasso protetto dai suoi simili. Chi ha una certa età si ricorderà di "Toni Negri", la sinistra e i radicali di Pannella lo portarono in parlamento, e noi gli passiamo una pensione di oltre 3000 euro al mese da molti anni per una settimana di "intenso lavoro parlamentare".
Tutti i politici italiani sono indignati con il Brasile: Napolitano si strappa i capelli, Berlusconi "andremo avanti", Pisapia nonostante il fattaccio sia successo a Milano non si dichiara, fra cani non si mordono. Nessuno a le palle per fare qualcosa e tutti Brasile, Francia etc. ci orinano addosso, perché sanno che politicamente siamo dei perdenti...
Politici ben retribuiti ma inaffidabili.
POVERA LA NOSTRA ITALIA

Mugelli Giampiero

martedì 26 luglio 2011

Italiani del 2011: NAZISTI

Spesso sentiamo criticare il programma politico antisemita e ariano di Adolf Hitler, in sintesi uccideva ebrei, persone con deformità fisiche, persone con sindromi varie, anziani, omosessuali e chi più ne ha più ne metta, insomma eliminava chiunque non poteva dar nulla alla Nazione.
Nella maggior parte dei casi chi critica il cancelliere nazista poi si batte con tutte le sue forze per le fecondazioni assistite, per gli aborti e per l'eutanasia.
Analiziamo per gradi queste tre parole:
- Fecondazione assistita: selezionare l'embrione in laboratorio prendendone uno sano alto biondo e bello (escludendo perciò tutti gli altri che potrebbero avere dei problemi);
- Aborto: Interruzione prematura di una gravidanza. Per la Chiesa questo è omicidio. Troppe volte delle donne uccidono il proprio figlio perché da alcune visite il bambino risulta malato (eliminazione dei soggetti che non possono dar nulla alla Nazione); qui voglio citare una signora, per la sua intimità non farò il nome, al quarto mese di gravidanza il ginecologo riscontra una grave malattia nel bambino e ne prospetta una nascita problematica e una vita “diversa” per il bambino. In fine consiglia alla madre di abortire. Lei da buona cristiana rinuncia all'aborto e alla nascita il bambino esce fuori sano come un pesce.
- Eutanasia: Letteralmente buona morte, è il procurare intenzionalmente e nel suo interesse la morte di un individuo la cui qualità della vita sia permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica. In pratica è l'eliminazione di quelle persone che non possono più dar nulla alla nazione.
Numerose sono le persone entrate in coma che dopo il risveglio raccontano di essere completamente vivi e di non soffrire, molte hanno raccontato che sentivano i loro familiari discutere di “staccare la spina”, pensate come deve sentirsi una persona, intrappolata in un corpo, sentire i propri familiari, stanchi di starle dietro, decidere con i dadi se ucciderla o farla vivere ancora.
Più andiamo avanti con gli anni e più cerchiamo di creare la razza ariana tanto conclamata dal nazista baffuto, cerchiamo di non invecchiare, selezioniamo le nascite e invitiamo i vecchi a togliersi dalle scatole più in fretta, al minimo problema eutanasia!
La storia dovrebbe servire per non commettere gli stessi errori due volte....ma evidentemente pochi la studiano sul serio.

Alessandro Di Fiore

giovedì 30 giugno 2011

Un Italia alla mercè d'Europa


I primi immigrati sono giovanotti paffutelli con jeans e cellulari alla moda; a migliaia si trovano nel centro di smistamento di Lampedusa. Nessuna donna, bambino o anziano; allora viene da pensare: "sono rifugiati politici o hanno aperto le carceri e li hanno esortati a venire in Italia dato che qua ci sono i fessi d'Europa? (facendo pure la fortuna economica degli scafisti)". Alcuni sono arrivati con cartelli di protesta offensivi, pronti a protestare incivilmente, perché il pasto non è buono o i bagno sono sporchi esigendo questo e quello soltanto fumando e oziando. Due sono le alternative: o vengono distribuiti per il territorio nazionale, si trovano un lavoro in modo da guadagnarsi la pagnotta (es. togliere la spazzatura dalle strade, ripulire i fiumi, piantare alberi nelle zone a rischio france ecc.) con una paga piccola e tre pasti al giorno, come ogni cittadino italiano - sono sicuro che dopo pochi giorni sono loro stessi a chiedere di essere rimpatriati - oppure, meglio ancora, non farli neppure sbarcare ma rispedirli subito indietro a combattere per la democrazia del loro paese come fanno molti loro concittadini. Questi NON sono profughi. I profughi sono coloro che fuggono da una guerra, famiglie intere con bambini, donne e anziani; persone abbandonate delle quali non importa a nessuno, che vengono da paesi senza il Dio petrolio o il Santo gas. Le due maggiori nazioni europee, Inghilterra e Francia, sono state per anni sfruttatrici di beni e libertà di altri popoli (il lupo perde il pelo ma non il vizio), e ora si sono presi il petrolio e il gas lasciando a noi i clandestini; centinaia di migliaia tutti da sfamare e vaccinare che portano malattie come la tubercolosi, la malaria e il vaiolo. La nostra Italia in prima linea con un Governo cacasotto che non governa. La legge Bossi-Fini è qualcosa che nessuno ricorda, neppure chi ha avuto vagoni di voti per aver promesso in campagna elettorale che i clandestini, con loro al Governo, non sarebbero entrati in Italia (promesse di Pulcinella). Si sono comportati peggio dei Sinistri che mettono sempre in moto la macchina delle lacrime e del falso buonismo convincendo la gente, piagnisteo dopo piagnisteo, tutti quelli che vogliono venire in Italia. Abbiamo circa 900 tra senatori e deputati di destra e di sinistra democraticamente eletti dai vari partiti ma chiunque lo sia la musica non cambia: il non Governo e la non Opposizione. Tutti si riempiono la bocca di belle parole, spendendo soldi dei cittadini e facendosi belli in nome della Santa Democrazia; ma i nostri soldi perché non usarli per gli italiani che ne hanno bisogno, per i giovani, per i lavori iniziati e mai finiti come l'Aquila o i cittadini dell'Irpinia che vivono ancora nei container? l'Italia dovrebbe fare come Malta che non fa entrare nessuno infischiandosene delle direttive benché faccia parte anche lei dell'UE. Quanto ci costerà tutto questo? Dove andrà il debito pubblico già critico che è tra i più alti d'Europa? Abbiamo gli stipendi e le pensioni più bassi, ma per fortuna le tasse più alte e il PIL più basso. Una politica seria e un vero sistema democratico non l'avrebbe permesso lo sbarco di questi cittadini africani. Aveva ragione Oriana Fallaci e l'ha spiegato molto bene nel suo libro "La forza della ragione". Non è un'Europa unita la nostra perché altrimenti cercherebbe la propria integrità politica nelle sue scelte senza la pressione americana e cercherebbe di mantenere la propria libertà di salvaguardare la propria cultura. Quello che mi fa più male è che l'Italia non è considerata niente...in Europa ci snobbano considerandoci una nazione di "serie B". Dovevamo fare come era giusto: niente barconi nelle nostre acque. I cittadini italiani sono stanchi di campare vagabondi ladri e immigrati. Dopo che Bossi ha detto che dovevano essere rimpatriati, apriti cielo, è uscita la sinistra gridando allo scandalo e Bersani tuonando che l'unico che doveva andarsene fosse proprio Bossi. L'Italia deve essere invasa perché lo vogliono i Sinistri. Nel 1945 Togliatti (il migliore) voleva farci invadere dal suo amico Stalin e dai titani di Tito. Oggi, nel 2011, sono felici dell'invasione islamica ben organizzata dalla Sinistra e dai clericali d'Europa. In Italia il Governo si è affogato nella sua retorica democrazia buonista lasciando ancor di più nella cacca il popolo italiano.
Almeno io ho questa sensazione.
 
Mugelli Giampiero

Napoli e i rifiuti


Ancora una volta la bella città di Napoli si trova sommersa da un mare di rifiuti, ancora una volta in tutto il mondo girano le immagini di Napoli invasa da schifezze di vario tipo.
E mentre il governo si scanna per decidere cosa fare, i rifiuti crescono a vista d'occhio.
Il governatore Toscano risponde all'idea di smaltire i rifiuti in altre regioni:Lo farò soltanto se lo farà anche il mio amico del Veneto"
Credo che sia davvero assurdo che in un paese al collasso, dove la cristi si sta mangiando tutto, si deve sentire un governatore che, invece di aiutare una città che rischia molto soprattutto con le malattie trasmesse dai rifiuti umidi in decomposizione, gioca con il suo amico leghista.
Bossi dice tassativamente no, specialmente se si tratta di smaltire i rifiuti nelle regioni del nord, dicendo «è un’obiezione che ha un preciso fondamento giuridico, che parte da giusti presupposti».
Questa mattina il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha tentato di placare gli animi dichiarando:
«I problemi sollevati nell’esecutivo non sono stati superati» e afferma di non essere disposto a inviare di nuovo militari per risolvere l’emergenza, «perché l’ultima volta hanno trovato molti ostacoli e a differenza del passato c’è stato un ostruzionismo legale»: «non si è lavorato a pieno regime ed è mancato il lavoro successivo per uscire definitivamente dalla crisi».
«Sono favorevole a un intervento forte del governo centrale per avviare trattative con le altre regioni affinché accettino l’immondizia». «Credo che ogni governatore debba fare un esame di coscienza per dare un mano ma non può esserci un obbligo. E non mi piacciono ragionamenti pelosi come quello del governatore della Toscana che dice ‘lo accetto se lo fa anche il mio collega del Veneto’. Ma che significa? Inizia tu a dare un contributo».


La prima volta Napoli è stata riempita bene bene di rifiuti per poi farla ripulire dal supereroe in calzamaglia qual'è Berlusconi, per ripulirle è stata impiegata la camorra che si è presa una bella fetta di torta per il lavoro eseguito, e adesso? forse la camorra ha ancora bisogno di aiuti economici?
Le nostre truppe militari sono state impiegate per ripulire le strade di Napoli, sotto le risate sghignazzanti dei Marines americani, mentre loro vengono addestrati per diventare macchine da guerra e da morte, i nostri ragazzi vengono addestrati al riciclaggio!
La soluzione è semplicissima ma non attuabile perché altrimenti chi deve guadagnare sui rifiuti non potrebbe guadagnare, basterebbe bandire dalla città di Napoli tutti gli oggetti di plastica, perché la maggior parte di quei rifiuti è composta da plastica, in questo modo i rifiuti diminuirebbero.
Tanti anni fa, per produrre un sacco di immondizia, occorrevano settimane, mio nonno acquistava i rifiuti per concimare il terreno...adesso i rifiuti sono soltanto plastica carta e lamiera.
Come ho già scritto nell'articolo sull'
Impregilo , i "Casini" sono molti in questa povera Italia...

  Di Fiore Alessandro

martedì 28 giugno 2011

Lanciano: nasce Fascismo e Libertà


Per la seconda volta consecutiva il Movimento Fascismo e Libertà e andato a caccia di adesioni, questa volta a Lanciano dove ne ha raccolte un bel po'.
Tutto questo non è passato inosservato agli occhi di quei cittadini che ancora oggi si dichiarano anti nazi-fascisti e che hanno scritto una missiva al sindaco.
La missiva porta come primo firmatario Franco Mastrangelo che scrive:

“Chi ha potuto permettere che venisse oltraggiata in maniera così plateale la storia gloriosa della nostra Città fondata sulla lotta alla barbarie nazi-fascista? Chi ha potuto consentire di sbeffeggiare in modo così volgare la memoria dei nostri Martiri, trucidati spietatamente dai portatori di un’ideologia che adesso viene ospitata cortesemente per farne reclutamento? Chi ha autorizzato una tale manifestazione di dubbia legalità essendo il reato di apologia del fascismo ancora in essere, nonostante il tentativo fatto da politici, anche abruzzesi, per cancellarlo?

E poi il quotidiano "abruzzoquotidiano.it" prosegue:

"E’ una vergogna, un’umiliazione per tutti i cittadini democratici, un vilipendio alla storia passata e una pessima lezione per le generazioni future. Speravamo tutti, e lo speriamo ancora, che il nuovo corso politico della Città significasse pulizia in tutti i sensi, ma permettere di gettare fango impunemente sulla nostra Medaglia d’oro non va certo in questa direzione. Speriamo che quanto accaduto porti ad una seria riflessione e soprattutto chiediamo fermamente che oltraggi del genere non accadano mai più, altrimenti sarebbe una dolorosa sconfitta per tutti”.

Purtroppo i cittadini di Lanciano non sono ancora a conoscenza che il modo in cui opera il MFL non è assolutamente reato.
E che dire del quotidiano abruzzese che dice che questa è una vergogna e un'umiliazione per tutti i cittadini democratici quando il MFL è completamente democratico, non vedo che differenza ci sia tra il MFL e il PCI.
Credo che tutti questi tizi che ogni tanto si svegliano per attaccare infondatamente debbano studiare bene bene la storia prima di scrivere missive e articoli di giornale infondati, e credo che prima di giudicare una cosa "vergognosa" e "umiliante", occorra effettuare un esame di coscienza per capire se effettivamente noi stessi non abbiamo e non stiamo continuando ad umiliare la nostra nazione, il nostro sangue, i nostri morti!

Di Fiore Alessandro

domenica 26 giugno 2011

Approvato Decreto-Legge su procedura di espulsione extracomunitari clandestini


Il Consiglio dei Ministri del 16 giugno 2011, su proposta del Presidente del Consiglio, Berlusconi, e del Ministro dell’interno, Maroni ha approvato un decreto-legge per corrispondere all’invito formulato all’Italia dalle Istituzioni europee a rendere più completa la normativa di recepimento della direttiva 2004/38 in materia di diritto per i cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri; il decreto-legge recepisce anche la direttiva 2008/115 in materia di rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare.

Questi i punti di maggiore spicco:
1. E’ ripristinata la procedura di espulsione coattiva immediata per tutti gli extracomunitari clandestini qualora:
pericolosi per l’ordine pubblico e la sicurezza dello Stato;
a rischio di fuga;
espulsi con provvedimento dell’autorità giudiziaria;
violino le misure di garanzia imposte dal Questore;
violino il termine per la partenza volontaria.

2. Viene introdotto l’allontanamento coattivo (espulsione) anche dei cittadini comunitari per motivi di ordine pubblico se permangono sul territorio nazionale in violazione della direttiva 38/2004 sulla libera circolazione dei comunitari.

3. E’ prolungato il periodo di permanenza nei Centri di identificazione ed espulsione fino a 18 mesi, in linea con le disposizioni della direttiva.

4. Per evitare il rischio di fuga dello straniero, sono previste misure di garanzia idonee, la cui violazione è punita con la multa da 3.000 a 18.000 euro.

5. Vengono rimodulate le fattispecie dei reati di violazione e reiterata violazione dell’ordine del Questore di lasciare il territorio con la previsione della sanzione pecuniaria e con la possibilità per il giudice di pace di sostituire la condanna con l’espulsione.

6. E’ attribuita al giudice di pace la competenza anche sui reati di violazione e reiterata violazione dell’ordine del Questore di lasciare il territorio e sui reati di violazione delle misure di garanzia per evitare il pericolo di fuga e delle misure alternative al trattenimento imposte dal Questore.

7. Sono previste misure alternative al trattenimento nel Cie per lo straniero irregolare che non sia pericoloso, quali la consegna del passaporto o altro documento equipollente, l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione presso gli uffici della Forza pubblica. La violazione delle misure viene punita con la multa da 3.000 a 18.000 euro.

8. E’ prevista la concessione di un termine per il rimpatrio volontario, anche assistito, dello straniero irregolare che non rientri nelle condizioni previste al punto 1.

9. Sono infine introdotte ulteriori misure di adeguamento della normativa nazionale alle direttive 38/2004 e 115/2008;

Fonte: Consiglio dei Ministri

venerdì 24 giugno 2011

Mentre l'Italia va a puttane, il Governo traduce il Talmud


Mentre il Governo nazionale affanna impietosamente tra le mignotte di Berlusconi e i ridicoli progetti secessionisti di quei terroni della Lega Nord, prende il via il progetto Talmud, che aspettava solamente la firma del Ministro Mariastella Gelmini per poter cominciare. In collaborazione con il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’Istruzione e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il “progetto Talmud” consiste nella traduzione di uno dei testi sacri dell’ebraismo (come la Bibbia per i cristiani o il Corano per i musulmani). La somma stanziata da spalmare nei prossimi tre anni: 5 milioni di euro che serviranno innanzitutto per formare e finanziare i traduttori, nonché per creare un sito internet che reclamizzi adeguatamente l’iniziativa.

Mentre l’economia del Paese va a rotoli, con un debito pubblico a dir poco enorme, un tasso di disoccupazione altissimo, delle riforme che vengono spacciate per grandi progressi ma che altro non sono se non tagli indiscriminati alla sanità, alla ricerca, all’istruzione, in silenzio il Parlamento approva un finanziamento di cinque milioni di euro per la traduzione di un testo sacro di una religione – cosa che già di per se mina in profondità il carattere laico che dovrebbe avere qualunque Stato – che è praticata da meno di 45.000 persone su tutto il territorio nazionale.

Inoltre, chi ha già letto qualche cosa riguardo questo testo sacro sa bene quanti insulti e farneticazioni esso contenga non solo a livello religioso, ma anche contro i cristiani e contro i gentili, cioè tutti coloro che non sono ebrei.

Offriamo qui di seguito un breve resoconto, depurato dagli insulti più accesi contro la figura di Gesù Cristo e della Madonna, per non urtare la sensibilità di chi legge.

1. L'EBREO NON DEVE SALUTARE IL CRISTIANO Nel Gittin, (62a), si dice: "L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china." 2. L'EBREO NON DEVE RICAMBIARE IL SALUTO DEL CRISTIANO Nello Iore Dea (148,10) si dice: "L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. E' bene perciò salutarlo per primo evitando così di rispondere in caso che l'Akum lo saluti per primo." Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire ""Pace al mio Signore," intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perché il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino." 3. L'EBREO NON DEVE PRESENTARSI DAVANTI AD UN GIUDICE CRISTIANO Nel Choshen Hammischpat (26,1) si dice: All'ebreo non è permesso portare il suo caso davanti ai giudici Akum, anche se la questione venisse giudicata secondo le decisioni della legge ebraica, e anche se entrambe le parti fossero d'accordo di attenersi a tali decisioni. Colui che lo fa è empio e simile ad uno che calunnia e bestemmia e che alza la mano contro la Legge trasmessa a noi da Mosè, il nostro grande legislatore. La Hagah dice "Il Bethin ha il potere di scomunicare questa persona fino a che egli non liberi il suo fratello ebreo dalle mani dei gentili.'" 4. NON E' PERMESSO USARE I CRISTIANI COME TESTIMONI Nel Choshen Hammischpat (26.1) si dice: "Il Goi o il suo servo è incapace ad agire come testimone." 5. ALL'EBREO NON E' PERMESSO DI CIBARSI DI CIBO CRISTIANO Nello Iore Dea (112,1) si dice: "Gli anziani proibirono di mangiare il cibo degli Akum, per non sembrare di essere in rapporti di amicizia con loro." E nell' Abhodah Zarah (35b) si dice: "Le cose seguenti che appartengono ai Goim sono proibite: Latte che un Goi prende da una mucca, se non è presente un ebreo; anche il loro pane, ecc." 6. L'EBREO NON DEVE MAI AGIRE NEL MODO DEI CRISTIANI Nello Iore Dea (178,1) si dice: "Non è permesso imitare le usanze degli Akum e agire come loro. Non è permesso indossare abiti come gli Akum, e nemmeno pettinarsi come fanno loro .... né devono gli ebrei costruire case che assomiglino ai templi degli Akum.” Articolo II - I Cristiani Devono Essere Evitati - Perché Sono Immondi Non si sa quanto spesso l'ebreo debba lavarsi e purificarsi, e nemmeno quanto debba studiare per evitare tutto ciò che può contaminarlo. Il Talmud insegna, comunque, che i cristiani sono persone il cui semplice contatto tattile rende le cose immonde. Nell'Abhodah Zarah (72b) si legge: "Un certo uomo stava versando del vino da un contenitore ad un altro per mezzo di un tubo, quando un Goi venne e toccò il tubo con la mano. Il risultato fu che tutto il vino (di entrambi i contenitori) dovette essere gettato via." Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice: "Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua." Articolo III. I Cristiani Devono Essere Evitati - Perché Sono Idolatri 1. AFFINCHÉ l'ebreo non diventi occasione di peccato per il cristiano idolatro, secondo il precetto di Levit. XIX,14: Non porre una pietra d'inciampo davanti al cieco- egli dovrà evitare tutti i contatti con essi nei loro giorni di culto ai loro dei. Nell' Abhodah Zarah (2a) si dice: "Non è permesso comperare o vendere loro alcunché nei tre giorni che precedono le loro feste idolatriche. E' anche proibito concedere o accettare aiuto da loro, scambiare denaro con loro, rimborsare loro un prestito o permettere loro di rimborsare i loro prestiti." Nell' Abhodah Zarah, 78c (il Perusch di Maimonide, fol.8), si dice: "Tutte le feste dei seguaci di Gesù sono proibite, e noi dobbiamo comportarci nei loro confronti come faremmo con gli idolatri. Il primo giorno della settimana è la loro festa principale, ed è perciò proibito intrattenere, nel loro giorno di sabato, qualsiasi contatto d'affari con coloro che credono in Gesù. Riguardo il loro sabato, noi dobbiamo osservare le stesse regole che osserviamo per le festività degli idolatri, come insegna il Talmud." 2. L'EBREO NON DEVE USARE ALCUNA COSA CHE RIGUARDI IL CULTO DEI CRISTIANI. Nello Iore Dea (139,1) si dice: "E' proibito avere a che fare con gli idoli e con qualsiasi cosa venga usata per il loro tipo di culto, sia che sia fatta dagli Akum o dagli ebrei." 3. E' PROIBITO VENDERE AI CRISTIANI QUALSIASI COSA CHE SERVA PER IL LORO CULTO IDOLATRICO. Nell' Abhodah Zarah (14b, Toseph) si dice: "E' sempre proibito vendere incenso ad un prete idolatra, infatti è evidente che quando egli lo chiede, lo vuole per il solo scopo di offrirlo al suo idolo. Perciò, chiunque glielo venda, pecca contro il precetto che ci proibisce di porre una pietra d'inciampo davanti al cieco. E' anche proibito vendere candele ai gentili per la loro Festa delle Candele. Le candele comunque possono essere loro vendute negli altri giorni. Né è permesso vendere un calice ad un gentile che l'ebreo abbia comprato dopo che è stato rotto e gettato via da un Goi. E' permesso rivenderlo ad un gentile dopo che sia stato completamente rifatto. Infatti, dopo che è stato rotto una sola volta, esso può essere ancora usato per contenere il vino che offrono in onore del loro idolo."

Chi scrive si chiede: il Parlamento Italiano rappresenta ancora la volontà politica e istituzionale di uno Stato sovrano, quale dovrebbe essere l’Italia, oppure esso è diventato semplicemente una filiale della Knesset? Davvero non si sapeva in che modo spendere più proficuamente cinque milioni di euro, anziché devolverli per tradurre un testo sacro (che lo Stato non dovrebbe MAI fare, in quanto ne viene minato indissolubilmente il carattere laico e di equidistanza che le istituzioni devono avere da tutte le religioni) che se fosse scritto adesso dovrebbe essere vietato per istigazione alla discriminazione razziale e religiosa e per istigazione all’omicidio di massa, per di più di una piccolissima minoranza della popolazione italiana?

Una domanda: dove sono i sostenitori accaniti della laicità dello Stato? Dove sono quelli che sono pronti a strapparsi i capelli per ogni sillaba pronunciata dal papa? Che fine hanno fatto i radicali? E i comunisti? E quelli che volevano togliere il crocefisso dalle aule scolastiche?

Il Governo italiano ha dimostrato, così come voleva Berlusconi, di essere un governo del fare. Si. Del fare i vantaggi di una comunità, quella ebraica, che è sicuramente una netta minoranza rispetto alla stragrande maggioranza della popolazione italiana, ma che dimostra di avere tutto il potere e l’influenza per imporre le sue decisioni a scapito di quest’ultima.
 
Chessa Andrea

lunedì 20 giugno 2011

Blitz Forza Nuova: Giù le mani dalle tremiti!


Eclatante azione dimostrativa nella giornata del 19 Giugno 2011 di Forza Nuova sulla riviera garganica. La comunità militante Foggiana, seguita da turisti sorpresi e divertiti, che hanno appoggiato la protesta del movimento con applausi durante il passaggio, ha percorso il litorale a ridosso tra San Menaio e Rodi Garganico a bordo di un pedalò esponendo uno striscione con la scritta “GIÙ LE MANI DALLE TREMITI”, il tutto corredato da una bandiera di FN ed un tricolore.

L’anomala scena si è consumata intorno alle ore 12:00, con la splendida ospitalità e disponibilità da parte del Lido Corallo. Contemporaneamente centinaia di volantini venivano distribuiti e si invitava la popolazione garganica a far sentire la propria voce: non è possibile che a ridosso di uno degli angoli più suggestivi del mondo, si voglia cercare il petrolio! Per far bene a chi? Agli avidi petrolieri? Inoltre, a parte che non ci sarebbero ricadute professionali aggiuntive sul territorio, si andrebbe a distruggere l’economia turistica del posto, andando a piazzare una bomba ecologica (pronta a saltare). Il recente pronunciamento del referendum del 12 e 13 riguardante il nucleare, ha indicato una chiara volontà popolare nel ricercare energie alternative rinnovabili e pulite, a maggior ragione se siamo a ridosso di un territorio, quello garganico, che basa la sua economia sul turismo.

Dopo il "raid" pacifico e colorato, tanti gli operatori turistici e la gente comune, che ha manifestato la propria intenzione di continuare la mobilitazione contro le trivellazioni. Ancora una volta Forza Nuova si dimostra forza politica autenticamente popolare, che lotta contro le lobby economiche che vogliono affossare il bene comune; le dimostrazione di affetto della gente ci spronano a continuare le nostre battaglie.

martedì 15 marzo 2011

17 Marzo 2011





Per chi non avesse la bandiera può trovarla sul sito www.mussolini.net

Di Fiore Alessandro

domenica 13 febbraio 2011

MONARCHIA O REPUBBLICA

Come tutti sanno il primo evento storico-politico del dopoguerra fu il famoso referendum “Monarchia-Repubblica” cioé il referendum popolare attraverso il quale si doveva decidere se l’Italia dovesse continuare ad essere uno Stato Monarchico o invece diventare uno Stato Repubblicano.

Inutile dire che quel referendum, al quale era affidato il futuro assetto dell’Italia, fu anche la prima grande truffa (la prima di una interminabile serie) ai danni del popolo italiano.
Truffa che ancora oggi é fonte di critiche e sospetti (niente paura, le critiche sono solo di facciata, mentre i sospetti sono solo a sfondo comico).

C’è chi tenta di giustificare i risultati del referendum affermando che in effetti la monarchia non aveva dato buona prova di sé con l’armistizio e la conseguente guerra civile; il che puó anche essere vero, ma la domanda da porsi é anche un’altra; quanti a quell’epoca compresero veramente il vile intrigo monarchico, al punto da voler punire la Monarchia per i suoi giochi cospirativi? e poi la guerra civile, quella criminale e sanguinaria, (per nulla lotta di popolo) era stata scatenata dell’antifascismo comunista che pur non andando al potere risulterá essere anch’esso un vincitore di quel referendum.

Comunque le critiche all’evento referendario riguardano tre punti:
• I presunti brogli; (che in realtá sono una certezza)
• L’aver proclamato il risultato con fretta precipitosa e senza neppure aspettare il parere della Corte di Cassazione;
• L’aver escluso dal voto i tre milioni di cittadini della Venezia Giulia e i numerosissimi italiani ancora detenuti all’estero nei campi di concentramento o, rientrati in Italia tra la data di chiusura delle liste e la data del voto.

I brogli sono una certezza per tanti motivi:
Ai piú non é noto che c’era stato un incontro, che ben presto assumerá toni incandescenti, dopo il quale il “Re di Maggio” fu costretto all’esilio, che lui a malincuore accettó, <>.
L’esito é inspiegabile anche perché il conteggio delle schede del referendum avvenne dopo aver conteggiato le schede per l’elezione dell’Assemblea Costituente e ciò ritardò di molto il conteggio di quelle riguardanti il referendum (con tutto ció che tali ritardi consentirono).
• Fu giudicato strano anche l’improvviso rovesciamento del risultato che, a tre quarti degli scrutini vedeva nettamente in testa la Monarchia.
Come strano fu considerato l’annuncio della vittoria repubblicana trasmesso nel pieno dello spoglio da “Radio Montevideo” e pubblicato da molti giornali nelle loro edizioni straordinarie.
Da notare inoltre che il referendum fu indetto nel 1946, vale a dire in un momento in cui in tutto il nord Italia era in atto la feroce e sanguinosa mattanza da parte dei partigiani contro tutti coloro che erano ritenuti in qualche modo di ostacolo alla causa comunista.

Riporto qui di seguito il discorso fatto dal Re Umberto II agli italiani, nel quale spiegava i motivi che lo indussero ad accettare l’esilio.
« Italiani! Nell'assumere la Luogotenenza Generale del Regno prima e la Corona poi, io dichiarai che mi sarei inchinato al voto del popolo, liberamente espresso, sulla forma istituzionale dello Stato. E uguale affermazione ho fatto subito dopo il 2 giugno, sicuro che tutti avrebbero atteso le decisioni della Corte Suprema di Cassazione, alla quale la legge ha affidato il controllo e la proclamazione dei risultati definitivi del referendum.
Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risolta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di Re attendere che la Corte di Cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta.
Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi ed al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale ed arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.
Italiani! Mentre il Paese, da poco uscito da una tragica guerra, vede le sue frontiere minacciate e la sua stessa unità in pericolo, io credo mio dovere fare quanto sta ancora in me perché altro dolore e altre lacrime siano risparmiate al popolo che ha già tanto sofferto. Confido che la Magistratura, le cui tradizioni di indipendenza e di libertà sono una delle glorie d'Italia, potrà dire la sua libera parola; ma, non volendo opporre la forza al sopruso, né rendermi complice dell'illegalità che il Governo ha commesso, lascio il suolo del mio Paese, nella speranza di scongiurare agli Italiani nuovi lutti e nuovi dolori. Compiendo questo sacrificio nel supremo interesse della Patria, sento il dovere, come Italiano e come Re, di elevare la mia protesta contro la violenza che si è compiuta; protesta nel nome della Corona e di tutto il popolo, entro e fuori i confini, che aveva il diritto di vedere il suo destino deciso nel rispetto della legge e in modo che venisse dissipato ogni dubbio e ogni sospetto.
A tutti coloro che ancora conservano fedeltà alla Monarchia, a tutti coloro il cui animo si ribella all'ingiustizia, io ricordo il mio esempio, e rivolgo l'esortazione a voler evitare l'acuirsi di dissensi che minaccerebbero l'unità del Paese, frutto della fede e del sacrificio dei nostri padri, e potrebbero rendere più gravi le condizioni del trattato di pace. Con animo colmo di dolore, ma con la serena coscienza di aver compiuto ogni sforzo per adempiere ai miei doveri, io lascio la mia terra. Si considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al Re, non da quello verso la Patria, coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto fede attraverso tante durissime prove. Rivolgo il mio pensiero a quanti sono caduti nel nome d'Italia e il mio saluto a tutti gli Italiani. Qualunque sorte attenda il nostro Paese, esso potrà sempre contare su di me come sul più devoto dei suoi figli. Viva l'Italia!
Umberto
Roma 13 giugno 1946

I comunisti per paura di un risultato referendario piú autentico, dal quale sarebbero usciti inesorabilmente ridimensionati nella loro forza politica, si opposero violentemente alla scelta di una data successiva, in modo da svolgere il referendum in un Paese più calmo negli animi della popolazione.
Il risultato ufficiale la dice lunga: maggioranza forte per la Monarchia al Sud e nelle isole, maggioranza forte per la Repubblica nelle regioni del nord controllate dai partigiani comunisti.

Beh... ogni commento sul meschino inizio di questa nuova Italia sembra davvero superfluo

È interessante tornare un pò indietro nel tempo perché tale lettura fatta a ritroso, diventa un “illuminante antefatto”:
In due suoi scritti a gennaio e febbraio 1944 Togliatti esorta i suoi partigiani ad opporsi al governo Badoglio e a qualsiasi governo monarchico.
I due scritti non sono frutto del solo Togliatti, ma erano, come d’abitudine, visti e approvati da Molotov. L’ordine era in pratica il preludio alla rivoluzione bolscevica in Italia. Ma accade qualcosa di imprevisto per Togliatti.
Nel marzo del 1944 togliatti va dal suo capo, Stalin. E qui apprende da Stalin in persona che i giochi sono già fatti e che, in caso di vittoria l’Italia resterà sotto influenza americana. E’ quindi necessario, gli dice Stalin, abbandonare temporaneamente la posizione contro il Re e contro Badoglio (testimonianza resa dal leader comunista bulgaro Dimitrov, pubblicata da Einaudi nel 2002).
Il mese seguente Togliatti a Salerno annunciò ai suoi che “la politica dei comunisti italiani era una politica di unità nazionale e di rinascita del paese (??); e che i partiti antifascisti dovevano pur non rinunciando alle loro posizioni di principio, operare tutti assieme“. In pratica Togliatti, dovendo rinunciare ad impadronirsi del potere con la forza, si dichiara disposto (in realtá non sará mai cosí) quindi a collaborare con Badoglio e con il Re. Era avvenuto un cambiamento, di facciata, esattamente come gli aveva richiesto Stalin. Giorni dopo Togliatti veniva nominato ministro e prestava giuramento nelle mani del Sovrano.
Togliatti però era un comunista e come tale avvezzo al doppio gioco. La parola data per quest’individuo valeva meno di niente e i discorsi e gli atteggiamenti pubblici avevano l’unico scopo di convincere gli altri che il pci era ’diverso’ e ampiamente democratico. Nella realtà però agiva in tutt’altro modo, guardandosi bene naturalmente, quando scoperto, di assumersene le responsabilità.

Nello steso momento in cui giurava fedeltà al Sovrano, infatti, invitava i suoi partigiani a collaborare con i partigiani di Tito con queste parole:
“Compagni! Tutti i partigiani italiani operanti nell’Italia nord orientale debbono porsi disciplinatamente alle dipendenza delle unità del maresciallo Tito. Sono nemici del popolo tutti coloro che non intendono appoggiare il movimento di adesione alla Jugoslavia progressista e federativa di Tito. I territori della Venezia Giulia sono legittimamente sloveni e sugli stessi perciò il maresciallo Tito ha pieno diritto di giurisdizione“.

Forte di queste credenziali (e sfruttando in pieno la superiorità militare dei suoi partigiani) entrò a pieno diritto a far parte della costituente. A tale proposito è interessante rileggere la sua dichiarazione quando si cominciò a discutere dei rapporti tra Stato e Chiesa. Ecco cosa disse in quella occasione:
“Per quanto riguarda la prima parte, in cui si dice che lo stato e la chiesa cattolica sono organi nel proprio ordine indipendenti e sovrani, il gruppo comunista non ha difficoltà ad approvarla nella sua precisa formulazione.
Quanto alle seconda parte dell’articolo, in cui si stabilisce che i rapporti fra stato e chiesa siano regolati dai Patti Lateranensi, è essa che ha formato argomento alle più appassionate discussioni, ma anche su questo punto l’orientamento suo e del suo partito è preciso ed esplicito.
Fin dal 1946, in occasione del quinto congresso comunista, pose, e il congresso approvò, come postulati del partito i seguenti:
•Rivendicare la libertà di coscienza, di fede, di culto e di propaganda religiosa;
•Considerare definitivamente chiusa la questione romana;
•Affermare che i Patti Lateranensi, essendo strumento bilaterale, non possono essere modificati che bilateralmente.
La pace religiosa è stata permanentemente l’obiettivo del partito comunista.
Ecco perché la dichiarazione che egli è per fare potrebbe trasformarsi in un appello a tutte le altre parti della Camera di votare come i comunisti voteranno.
Col suo voto egli comprende benissimo che la responsabilità che il partito comunista si assume è assai grave, più grave ancora di quella del partito socialista, ma il fatto essenziale è questo: la classe operaia non vuole scissione per motivi religiosi e non vuole intaccata l’unità morale e politica della nazione. Di queste due esigenze i comunisti non possono non tener conto.
Unico scopo che muove i comunisti è quello dell’unità delle masse lavoratrici in Italia. Per questa unità i comunisti voteranno a favore, e ciò facendo non credono di sacrificare nulla di se stessi, ma di contribuire alla ricostruzione del paese“. (Animati commenti in tutti i banchi e vivi applausi alla estrema sinistra). Era il 25 marzo 1947.
Belle parole, destinate purtroppo a rimanere solo parole, che in quegli stessi giorni venivano platealmente ridicolizzate dalle ’gloriose’ azioni dei suoi partigiani che massacrarono barbaramente almeno 130 preti nella sola Emilia.
A completare il tutto, poco dopo fu consegnato ai compagni più fedeli un volantino contenete un decalogo, esplicitazione della vera essenza del pensiero comunista e quindi del ’perfetto’ comunista, ovvero le istruzioni su come dovessero comportarsi per favorire la ’santa’ causa. Eccolo: Decalogo del vero comunista

“Compagno propagandista,
Tu sei uno dei più validi strumenti. Perché l’opera tua sia più efficace eccoti una breve guida per il tuo lavoro. Ricorda sempre che il nostro compito è bolscevizzare l’Europa tutta a qualunque costo, in qualunque modo.
Tuo compito è bolscevizzare il tuo ambiente. Bolscevizzare significa, come tu sai, liberare l’umanità dalla schiavitù che secoli di barbarie cristiana hanno creato. Liberare l’umanità dal concetto di religione, di autorità nazionale, di proprietà privata.
Per ora il tuo compito è più limitato. Ecco un decalogo.
1. Non manifestare ai compagni non maturi lo scopo del nostro lavoro: comprometteresti tutto.
2. Lottare contro quanto, specie gli ipocriti preti, vanno dicendo di meno vero sui nostri scopi.
3. Mostrare con scherzi, sarcasmi o con condotta piacevole, contenta, che ti sei più libero senza le pastoie della religione, anzi si vive meglio e si è più liberi.
4. Specialmente è tuo compito distruggere la morale insegnando agli inesperti, creando un ambiente saturo di quello che i pudici chiamano immoralità. Questo è tuo supremo dovere: distruggere la moralità.
5. Allontana sempre dalla Chiesa i tuoi compagni con tutti i mezzi, specialmente mettendo in cattiva luce i preti, i vescovi, ecc.. Calunniare, falsare: sarà opportuno prendere qualche scandalo antico o recente e buttarlo in faccia ai tuoi compagni.
6. Altro grande ostacolo al nostro lavoro: la famiglia cristiana. Distruggerla seminando idee di libertà di matrimonio, eccitare i giovani e le ragazze quanto più si può; creare l’indifferenza nelle famiglie, nello stabilimento, nello Stato; staccare i giovani dalla famiglia.
7. Portare l’operaio ad amare il disordine, la forza brutale, la vendetta: e non aver paura del sangue.
8. Battere molto sul concetto che l’operaio è vittima del capitalismo e dei suoi amici: autorità e preti.
9. Sii all’avanguardia nel fare piccoli servizi ai tuoi compagni, parla molto forte, fatti sentire. Il bene che fanno i cattolici nascondilo e fallo tuo. Sii all’avanguardia di tutti i movimenti.
10. Lotta, lotta, lotta contro i preti e la morale cattolica. Dà all’operaio l’illusione che solo noi siamo liberi e solo noi possiamo liberare. Non aver paura, quando anche dovessimo rimaner nascosti tre o cinque anni.
L’opera nostra continua sempre perché i cattolici sono ignoranti, paurosi e inattivi.

Che dire!?... Come sempre il comunismo si commenta da solo



Vincenzo Ballerino