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lunedì 28 gennaio 2013

Per i giovani e gli smemorati

Il buon senso e il pugno di ferro non furono sufficienti ad evitare lo svilupparsi della spirale dell’odio che i comunisti erano riusciti ad imporre in tutti i territori Italiani nei quali potevano operare. Il partito comunista, già nei quarantacinque giorni Badogliani si era riaffacciato sul panorama politico Italiano capeggiato da quei professionisti dell’antifascismo provenienti dai militanti fuoriusciti cioè: reduci dalla Guerra di Spagna e dalle scuole di terrorismo di Praga e Mosca, e cominciò con il benestare dei governi alleati per creare il clima di guerra civile di cui aveva bisogno lo schieramento rosso per distrugger la sana gioventù Europea, certamente antibolscevica. Altrettanto serviva agli Angloamericani per indebolire le generazioni che dopo la guerra avrebbero potuto ricostruire l’Europa libera. La guerra civile giovava ed era necessaria solo ai nemici della civiltà Europea e adesso nel 2013 ne è la prova lampante l’Europa che non c’è.
L’Italia fascista nel Ventennio era un blocco unico, orgoglioso della sua storia, stimata e rispettata nel mondo. Cito uno dei tanti che hanno fatto il Fascismo: Pavolini, un fiorentino come me, una persona tutta d’un pezzo, quando divenne capo del Fascismo Fiorentino e dopo ministro della cultura fondò il Bargello, ritrovo di intellettuali e scrittori che ospitava pure coloro che non erano fascisti, poi da vita al prestigioso MAGGIO MUSICALE FIORENTINO, la FIERA DEL LIBRO, IL CALCIO IN COSTUME FIORENTINO, la MOSTRA DELL’ARTIGIANATO a PONTE VECCHIO, il vecchio CIRCUITO AUTOMOBILISTICO DEL MUGELLO, la costruzione dello stadio a CAMPO MARTE, L’AUTOSTRADA FIRENZE/MARE e la costruzione di 4000 VANI L’ANNO di EDILIZIA POPOLARE.
Uno dei tanti gerarchi, chiamamoli gerarchi i collaboratori del Duce, individualisti, arrivisti, ambiziosi ma coraggiosi, generosi, eroici e mai ladri. Nel dopo guerra abbiamo avuto politici vili, neghittosi, antipatrioti (dell’Italia a nessuno importa) e ladri.
Coloro che non’hanno capito il Fascismo, quel Fascismo Littorio che ha fatto di tanti gerarchi dei giganti (escluso i traditori). Il Fascismo è stato l’innovazione, lo spirito popolare, l’onore, il senso della Patria, il bene sociale, il lavoro e il coraggio. Il fascismo alle origini aveva ereditato uno stato in miseria non più concepibile ma in pochi anni, nonostante la crisi mondiale, aveva raggiunto il pareggio del bilancio nazionale, la rivalutazione della lira e una ripresa economica fino ha raggiungere il 36% del PIL nazionale. Arrivando poi alle grandi trasformazioni e opere sociali per il popolo( su internet basta cliccare le OPERE SOCIALI del VENTENNIO FASCISTA per vedere le 100 e oltre opere fatte in un momento di recessione mondiale.
Nel 1920 la situazione dell’Italia senza lavoro aveva facilitato lo sviluppo delle leghe socialiste e dal 1921 le comuniste. Sulla scia di facili vittorie, i capi locali come ogni socialismo cominciarono a spadroneggiare e imporre le proprie idee con la sopraffazione, la prepotenza e gli eccidi. I rossi devastavano le campagne tagliando le viti, distruggendo i raccolti, danneggiando le stalle, vietando la mungitura e impedendo la rinascita dell’industrie con scioperi prepotenti e impopolari. Mentre i fascisti rispondono con gli squadristi contro la mobilitazione degli scioperi e i raid nelle campagne per consentire il regolare svolgimento della vita sociale.
Nascono gli squadristi negli anni 20/21, essi rendono l’Italia ripulita dai delinquenti e dai soprusi dei rossi e vedono il processo di rinascita sotto gli occhi di tutti gli Italiani. I fascisti non erano agli ordini di nessuno, ne degli agrari tanto meno della Confindustria ma solo agli interessi della produzione, unica fonte di ricchezza e del benessere del popolo e con ogni mezzo contrastavano le prepotenze dei rossi.
Forze nazionali ed equilibrate fanno assumere al Fascismo un volto e una personalità ben precise rivolte al benessere del popolo e alla grandezza della Patria.
Questo l’ho scritto per i giovani che sono stati ingannati dalla storia dei vincitori, per gli smemorati e per coloro che non sanno niente del passato recente, di un ventennio di storia Italiana.
Il Ventennio Littorio Fascista del Duce Benito Mussolini.
Degli attuali e passati governi Italiani della repubblica Italiana democratica non ci sono commenti, basta pensare e guardare come è ridotta l’Italia e il suo popolo, nella povertà, nel declino sociale e morale, nell’anarchia totale, nello sfruttamento del suo popolo migliore (i lavoratori e le persone oneste).
Basta pensare alla prima repubblica, la seconda ancor peggio.
Secondo me, il Fascismo ha dato molto al popolo Italiano, mentre il Re e Badoglio gli hanno dato la guerra e il tradimento, la guerra voluta dal Re quando la Germania conquistava l’Europa, e poi il tradimento del 25 luglio con l’arresto di Mussolini e il tradimento dell’8 settembre 1943. Da quel momento la stima dell’Italia nel mondo è sempre diminuita fino ad arrivare alla considerazione di una Italia mafiosa, corrotta e non considerata.
Avrebbe il suo ruolo nel mondo se non fosse così mal rappresentata politicamente.

Giampiero Mugelli


sabato 26 gennaio 2013

La decadenza della cultura italiana nel 2012

 Insieme all’Italia pure la cultura Italiana è crollata nel baratro in questo 2012, è stato prodotta più caciara e battibecchi che libri, film,mostre o opere teatrali. Invece di concentrarsi su cose utili, come per esempio la bellezza dei nostri musei, le opere d’arte, la lingua Italiana, la Patria, i nostri intellettuali illuminati si sono persi in ciarle da cronaca rosa. Il teatro nel mese di febbraio mette in scena "il concetto di volto nel figlio di Dio" una drammaturgia lassativa, un vecchio che non fa altro che farsela addosso, uno scempio di cacca e pannoloni criticata pure dagli atei. Poi il parlare della farfallina di Belen al festival di Sanremo, di Mario Balotelli e le sue castronerie come fossero cultura o esempi di vita. La Fico che l'ha data a Balotelli e ora è incinta paragonata alla Madonna in attesa del salvatore. Le pompose opere e esternazioni di ineducazione e ignoranza di Corona. La Belen incinta pure lei sbattuta qua e là, qualche semino si è fermato nell’uterino. La principessa inglese che è stata fotografata nuda, apriti cielo. Ma dove era nuda al supermercato? No! In privato. Poi gli interessanti dibattiti politici, dove abbiamo imparato che da padrona fa l’arroganza e vince chi urla e offende di più. E finalmente ecco qualcosa di veramente sensazionale, avvenimento che salva la cultura nel 2012. Benigni e la carta costituzionale, ma come si immaginava il senso del ridicolo affiora pure quella sera. Il giullare di corte del Re Giorgio non si smentisce, il comico o ex, non riusciamo a capire, ha raccontato la favola della magnifica costituzione Italiana che il mondo ci invidia, di quanto erano bravi e buoni i cattocomunisti che nel 1947 hanno partorito il documento che è stato frutto di inefficienza e poi messo sotto i piedi dai politici fratelli e nipoti di coloro che l’avevano scritto. Ma il giullare ha un sassolino che da anni gli fa male, devia su Berlusconi per ripetere le frasi del nano su comunisti e magistratura, si diverte e farfuglia su Trote e Grillini, per ritornare su Berlusconi. Per par condicio parla di Bersani, va su Dante dicendo che il PD c’era pure all’ora era: “per Dante” poi ritorna su Berlusconi e ritira fuori vecchi discorsi già sentiti negli anni scorsi. Quando parla della costituzione, nel suo intreccio di parole, annoia, spara castronerie da far piangere che gli storici potrebbero smentire o correggere senza sforzo.  

I commentatori illuminati (di luce propria) diranno che ha offerto una grande lezione civile, allora bisogna batter le mani, inchinarsi, alzarsi per non fare la figura di anti Italiani. Ma siamo onesti, ricordiamoci in passato chi veramente recitava o dava esempi di cultura, il grande Vittorio Gasman oppure Giorgio Albertazzi. Mettere insieme delle banalità come fa il giullare per soddisfazione dei grandi papaveri della TV, e pubblica per di più, è vendersi. Se va sul palco per fare satira lo faccia come faceva anni indietro, ma se va per spiegare secondo lui e i suoi illuminati compagni la migliore costituzione mondiale, lo faccia con serietà e sobrietà per rispetto di un popolo e una nazione di cui lui ne fa parte. Per fare comizi ci sono persone ben pagate, bastano e avanzano. Per fare satira deve cambiare con Belusconi diventa prevedibile, per recitare reciti la divina commedia è meglio. Repubblica in un commento ha scritto: "la costituzione in questo insieme di idee e sentimenti ha ricominciato ha rivivere" un miracolo, molto di più di quello di Gesù quando fece risorgere un morto. Il giullare del Re e degli illuminati compagnucci non è certo andato in TV per la gloria, ho sentito orgoglio Italiano, perché è stato pagato. Cinquemila euro dice un operaio cassaintegrato, no risponde colui che prende 1100 euro al mese per otto ore lavorative al giorno, ottomila euro gli hanno dato, ma che state dicendo, risponde l'esodato, diecimila euro ha guadagnato, ma dai dice il giovane disoccupato quindicimila euro si è beccato, ma cosa dite fa un altro il talento va pagato, un milione e più gli va dato perché poi dagli illuminati è baciato e con i soldi pubblici va pagato. Basta questo caso estremo per chiudere il declino della cultura Italica dell’anno solare 2012 perché è impossibile andare oltre. Oltre c’è la fine.

                                              
                                                                                                                Mugelli Giampiero

mercoledì 16 gennaio 2013

Italia in stato larvale


Ieri uscendo dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, lungo il marciapiede coperto c’era un uomo sdraiato sopra un cartone, un uomo se così possiamo chiamarlo, mi sono avvicinato e gli ho lasciato un euro in un cestino accanto a lui. Nel momento in cui mi sono avvicinato ho notato un essere umano con: barba lunga, capelli lunghi e sporchi, abiti mai lavati che potevano stare in piedi senza indossarli e una puzza che toglieva il fiato. Non a mosso un dito ne prima e neppure quando me ne andavo. Una larva. Come un uomo può vivere così da randagio e con un grado così basso di dignità e morale mi sono chiesto. In lui ho visto la mia Italia attuale; la mia bella patria ridotta al degrado: ambientale, politico, industriale e morale come quella larva incapace di scuotersi, di rifiutare tanto incivile degrado morale e vitale.  La mia patria ridotta a una Nazione abbandonata, calpestata, ignorata, declassata e derisa, eppure è una delle più belle nazioni al mondo ha dato civiltà al mondo con l’Impero Romano, ha dato opere d’arte con il Rinascimento, ha avuto unità popolare con il Risorgimento, credibilità nel mondo con il Ventennio fascista. Poi in sessanta anni di crescita tecnologica e libertà democratica tanto decantata dalle nostre autorità ecco l’Italia ridotta come quel suo cittadino, basta guardarsi intorno, l’abbandono ambientale la rende simile alla barba incolta del soggetto le sue opere d’arte abbandonate alla decadenza come i capelli indecenti di tale soggetto, derisa da migliaia di clandestini senza un futuro, venuti qua con l’inganno della ricchezza occidentale e per politica poi ridotti pure loro ad ingrossare il degrado e lo sporco della mia patria paragonata ai vestiti di quel soggetto. Le nostre industrie: vendute o distrutte; pensando a cosa era l’IRI del Ventennio e negli anni sessanta settanta,  era uno fra i complessi industriali migliori al mondo, sia quelle tecnologiche, farmaceutiche, navali e industriali e adesso non abbiamo più niente, ecco l’Italia immobile come quel cittadino che giace sul cartone.  Un pensiero al mio popolo Italiano capace di essere talmente attivo nel lavoro e nel creare che nessun altro popolo è capace ma da quando è stato democratizzato è stato separato fra Nord e Sud, fra destra e sinistra, fra lavoratori privati e statali e diversivi sociali, divisioni costruite per levare forza di reazione e volontà di popolo, per indurlo e privatizzarlo mentalmente della dignità e della moralità da una casta politica evidente agli occhi di tutti. Ci hanno ridotto da formichina a parassiti come quelli che vivono sul corpo di quel personaggio immobile sul quel cartone solo con se stesso fra tante e indifferenti persone.  Settanta anni di libertà e democrazia che io in sessantacinque anni non ho mai vissuto, ha portato la mia Italia nella situazione attuale: decadenza ambientale, distruzione industriale, impoverimento sociale, distruzione delle famiglie e dei valori, all’odio politico e razziale, ci hanno tolto quello che più rappresenta la vera democrazia il lavoro e l’equità sociale, diritti e doveri per tutti i cittadini, leggi uguali per tutti politici e magistrati compresi. Una nazione sovrana deve avere un popolo unito e sovrano che deve essere il solo al di sopra di tutto e di tutti specialmente in politica. Noi popolo dobbiamo avere la forza morale per ritornare un popolo unito e far pulizia di questa casta politica non più amata.  Ci hanno creato un debito pubblico impagabile ci hanno fiscalizzato al 50%, ci hanno fatto suicidare, ci hanno umiliato, hanno tolto credibilità come nazione  e popolo agli occhi del mondo,  ci hanno derubato portati al declino, ci hanno drogati, usati e privati di moralità, la maggior parte dei nostri giovani plagiati fino a fargli credere che tutto gli è dovuto, ci stanno distruggendo come nazione e popolo. In febbraio andiamo a votare ma non serve a niente i giochi sono già fatti; a sinistra fanno del morale devono legalizzare i gay, dare la cittadinanza agli extracomunitari e il popolo italiano deve aspettare ancora le riforme di cui ha bisogno? A destra se destra si può chiamare; prima appoggiano, poi rinnegano, poi vanno in TV a fare spettacolo, poi tutti  insieme ci fanno fessi come sempre dopo le elezioni cambia musicista ma non la musica.  Il sistema non cambierà viviamo in un sistema politico mafioso e anarchico in una democrazia costruita per chi a soldi o appoggi politici il resto siamo come ci hanno detto dei poveracci falliti come quel cittadino sdraiato sul cartone all’uscita della stazione di Santa Maria Novella. Mi definisco antidemocratico e ancor di più contro democrazie come quella costruita in Italia e nelle maggiori nazioni Europee, sono un nazionalista e come tale un fascista mussoliniano e come tale onorerò la mia patria e il popolo Italiano, rispetterò le vigenti leggi pur non condividendole e combatterò per una più giusta e equa società e agirò per sentimento e non per risentimento, anche se ogni giorno vengo infamato da coloro che si sbandierano come portatori di democrazia e poi la conoscono meno di me. Mai sarò complice di coloro che in nome dell’antifascismo e per la democrazia stanno distruggendo l’Italia e il suo popolo. Adesso è notte ma presto tornerà il giorno con ideali di onore lavoro patria e famiglia. Sono cresciuto fascista,  lo sono oggi e morirò  fascista.


                                                                                                                                                                                                         Giampiero Mugelli