Benvenuti nel blog della Decima Legione.

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Questa legione era composta solo da uomini valorosi

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lunedì 31 dicembre 2012

Tiratore scelto (o cecchino)


Tiratore scelto, o cecchino, è un soldato speciale addestrato e preparato per colpire di precisione bersagli molto distanti.  La sua arma è un fucile ad alto potenziale, con pallottole blindate ed esplosive, con mirino telescopico (fucile di precisione) e con un tiro efficiente oltre i mille metri.  Vengono addestrati nel camuffamento e nelle ricognizioni; il termine cecchino venne dato nella prima guerra mondiale ai cecchini austroungarici dalle truppe Italiane, deriva da: Cecco Beppe, soprannome che avevano dato all’imperatore Francesco Giuseppe.  Dovevano colpire bersagli di grande importanza come: ufficiali, radiofonisti, mitraglieri o i serventi dei cannoni anticarro e depositi di benzina.  Che uomini erano i cecchini? Chiunque era in grado di fare il cecchino?  No! 
I cecchini erano uomini speciali solo coloro che non avevano sentimenti potevano finire l’addestramento, essi non avevano ne fratelli, padre e madre, amici e fidanzata.  Il fucile era il tutto, era sempre accanto a loro, con loro, non l’avrebbero mai lasciato, pure nel sonno lo tenevano strinto e vicino a loro, sempre oliato e funzionante esso era la morte per gli altri e la vita per loro.  Il cecchino era sempre solo, esso doveva andare oltre le linee nemiche o in ricognizione in silenzio e doveva saper camuffarsi nella posizione presa; lui e il fucile dovevano essere una sola unità; la sua sopravvivenza dipendeva da tutto questo al 99% . Certe volte doveva stare immobile per delle ore sotto la pioggia o il sole, al caldo o con il freddo e pronto a sparare in ogni momento favorevole, ammazzare, ammazzare, senza avere mai incertezza con freddezza, dieci, cento, e altri, poi ancora altri giovani come lui, senza sapere chi erano, se avevano una mamma, moglie e figli che li aspettavano.  Lui non pensava mai a questo, per lui è un tiro a segno, è la sua vita contro la sua morte. Emarginato pure fra le truppe amiche è sempre solo, additato come criminale e assassino. Senza sensibilità, la morte certa a tradimento, improvvisa, inaspettata per coloro che entravano nel mirino del suo fucile. Se scoperto era morte certa per lui, nessuna pietà per i cecchini, i soldati nemici smettevano di sparare solo quando crivellato di colpi giaceva inerme per terra insieme al suo fucile, molte volte senza sepoltura finché sbranato dagli animali il suo corpo veniva sparso per prati e boschi.  Quando si scontravano fra se degli opposti eserciti ne usciva vivo uno solo, il più freddo e calcolatore, il più calmo, chi aveva la forza di stare immobile anche per ore, si cacciavano fra se come bestie feroci fino alla morte di uno di loro.  Solo uomini con requisiti non indifferenti, con i nervi saldi e privi di emozioni, potevano fare certi corsi e certe operazioni, una volta finiti questi corsi e tornati da diverse operazioni pure gli ufficiali temevano questi soldati votati alla morte degli altri oppure della propria.  Non c’è valore che ripaga la morte di una giovane vita, ma la guerra tira fuori la parte bestiale di certi uomini, le debolezze per altri, il tradimento per altri ancora e la paura alla maggior parte.  Poi quando la tempesta e la pazzia della guerra è passata ogni uomo si pulisce delle proprie miserie e colpe, si rimette la propria maschera e si mischia nella massa e nella massa c’è pure il cecchino.

                                                                                                                                          Giampiero Mugelli 

domenica 30 dicembre 2012

Come finirà quest'imbroglio? Cosa sarà dell'Italia?



Mi hanno fatto queste due domande, io ho risposto secondo il mio pensiero ovvero: Non ci sono incertezze , questo potere che cresce nel mondo è uno dei peggiori capitalismi esistiti dal 1900 ad oggi, è un capitalismo che vuole tutto, un capitalismo che porterà molte nazioni del mondo alla colonizzazione. Non più sovrane ma comprate con l’azzeramento del debito pubblico impagabile come quello dell’Italia, Grecia, Spagna e Portogallo, debito costruito negli anni da governi eletti democraticamente ma costretti all’obbedienza di altri. I nostri governi, pure quelli Europei sono andati oltre oceano “ in America” non certo per fare una girata fuori porta, ma per avere ordini nel comportamento futuro di quel governo. Nel mondo ci sono 30 milioni di organismi economici, 43mila multinazionali transnazionali tutte controllate da un nucleo di 1380 circa di multinazionali che: 1) detengono il 20% del reddito mondiale, 2)si possiedono luna con le altre, 3) in questa unità c’è un’ulteriore unità centrale ed’è proprio in questa unità che decidono cosa deve succedere nel mondo. Sono le tre , quattro banche mondiali che detengono circa il 70% del reddito globale, questi signori riescono ha controllare i vari comparti mondiali cioè: il comparto bellico, il comparto delle industrie alimentari, farmaceutiche,ecc, comparto delle telecomunicazioni,compagnie petrolifere e di conseguenza tutto quello che c’è al mondo e fa reddito. Se investono per salvare delle nazioni in difficoltà danno i soldi alle banche e non sono aiuti, ma prestiti che devono essere restituiti con interessi da strozzinaggio non certo dalle banche ma dal governo di quella nazione che ha accettato il prestito. Nelle nazioni così dette democratiche sono entrati perché padroni. Dove non sono padroni e i governi di quelle nazioni non gli aprono la porta tirano fuori la chiave magica “Democrazia” inventando una guerra per destituire il governo esistente per sostituirlo con un governo ha loro favorevole, vedi: Libia, Egitto ecc; sciogliendo il loro cane l’ America, la mano armata del capitalismo mondiale colei che dal 1940 è sempre in guerra in tutto il mondo ha portare democrazia, cioè il dio quattrino a quelle banche. L’America conta poco, chi conta sono quei pochi che hanno il monopolio delle banche mondiali, coloro che nel 1946 insediarono gli ebrei in una parte del Libano; costruendo la nazione Israele iniziando la guerra infinita fra lo stesso e i paesi Arabi. Sono coloro che sperimentarono la bomba atomica sui civili Giapponesi a Hiroshima e Nagasaki che hanno fatto gettare bombe al Nepal in Vietnam Laos ecc, finanziatori dei colpi di stato in Argentina Grecia ecc; questi potenti possono fare e disfare a loro piacimento e quando troveranno un’altra potenza militare più decisa ha fare il lavoro sporco che ora sta facendo l’America, non avranno scrupoli ad abbandonarla succederà quando vogliono loro, quando il Dollaro non sarà più la moneta di cambio commerciale mondiale. Forse la Cina sarà la nazione ideale, hanno un popolo numeroso, una buona mafia, vivono e procreano in tutti i paesi del Mondo basta renderli più democratici, questo è l’imbroglio!

Nel 1945 l’Italia e l’Europa furono liberate e democratizzate e ancora dopo 70 anni stiamo pagando l’America e il suo capitale per quel fatto penso che sarebbe ora di riappropriarsi della nostra sovranità sia nazionale che Europea, ma non sarà così, resteremo colonia del potere liberale Massonico Sionista che vive e prospera in America. Le torri gemelle sono state il via per portare la recessione reale nel mondo come nel 1929 quando in America chiusero 1500 banche, era il solito capitalismo oggi rafforzato da un comunismo capitalistico come la Cina e l’Italia che hanno preferito il Suv e gli abiti firmati al posto della bicicletta e della divisa di Mao. Ho dovuto lottare, lavorare una vita intera e non potevo studiare, i miei genitori erano contadini, soldi erano scarsi, la mia licenza si ferma alla terza media, ma non importa aver studiato molto per capire che la mia Italia sarà una nazione svenduta, perché abbiamo un debito pubblico che non’è possibile estinguere, anzi aumenta ogni giorno di più, sa fare bene il suo mestiere il bancario Monti. Venduta fu il 25 aprile 1945. Oggi viviamo in una società Liberale Comunista Massonica Sionista perciò il povero sempre più povero ma in compenso sempre più ricchi. L’evidenza è sotto gli occhi di tutti e la viviamo ogni giorno, dispiace questa situazione che farà del male ai nostri figli e nipoti. Cosa sarà dell’Italia?L’Italia diventerà una povera nazione, la strada è tracciata le nostre industrie tecnologiche vendute come le maggiori industrie alimentari le telefonie sono per due terzi in mano straniere, hanno distrutto l’artigianato, le piccole e medie industrie per costruire le multinazionali e grossi centri di distribuzione con il consenso dei sindacati e dei comunisti entrati pure loro nel salotto che conta con: le Coop, Banche e Assicurazioni, perciò chi ha bisogno e deve lavorare ha una sola strada: lavorare per loro e alle loro condizioni, cioè chi lavora avrà da mangiare ho poco più come è l’attuale situazione e sparirà quasi del tutto il sociale oppure ci saranno altri mestieri ma non idonei alle persone oneste. Sappiamo tutti che ci hanno stordito con proclami di democrazia e falsi valori distruggendo le famiglie regolari per qualcosa di innaturale. Non esiste più il buon senso e unione di popolo ci hanno detto che ora siamo un popolo multietnico. Adesso non possiamo fare niente perché abbiamo perso la nostra sovranità e volontà popolare in nome di una falsa democrazia e una società mondiale gestita da uno dei peggiori capitalismi e dalle false democrazie da lui costruite.


  
                                                                                                                              Giampiero Mugelli 

giovedì 20 dicembre 2012

Servono cortei e manifestazioni in piazza?



Un altro sabato a Roma, quattro cortei e manifestazioni in centro, organizzati da politici ho presunti. Migliaia di persone, fra cui tanti giovani che non sanno riflettere sul loro futuro tanto da diventare una massa umana passiva di gruppi politici pronti a tutto. Poteva scapparci la solita guerriglia e ancor peggio il morto, un santo protettore ci ha messo del suo e per fortuna non è successo niente. Ma questa giornata ci porta a riflettere, a farci una domanda: servono veramente i cortei? Ho sarebbe utile vietarli in generale se specialmente rappresentano una minaccia?
Per me si specialmente nei grossi centri come Roma e nelle città chiave della penisola, per la tranquillità e l’ordine pubblico dei cittadini, per non creare caos nel traffico che poi la gente non circola e si fermano le attività cittadine. Non capisco perché si debba scegliere il peggio modo di protestare, uno strumento che produce scontri con la polizia, feriti da ambo le parti,  devastazioni a cose pubbliche e private che nessuno paga e non servono per raccogliere consensi politici. Mi viene da ridere quando vedo la Camusso con la divisa da corteista: felpa rigorosamente rossa, berretto con la visiera al’incontrario, viso da rivoluzionaria che si prepara ha fare assaltare non si sa cosa. Bersani insieme alla Camusso per vedere se prende consensi alle votazioni di primavera, non poteva mancare l’alleato numero uno Nichi Vendola, delfino di quel comunista di Fausto Bertinotti che si crede un politico di rango invece è solo capogruppo di un minigruppo da fumetto e si eccita in molti modi. Ha cosa sono serviti i cortei negli anni passati e oggi stesso? A niente senza un risultato e una logica. Anzi quelli e questi hanno portato disagi, scontri, feriti, guerriglia e odio e negli anni 60/70 ad arrivare agli scontri con spranghe e pistole e morti ammazzati e non ci fu nessuna conquista politica e sociale.
In questo 2012 non si sono viste per fortuna le pistole. Ma abbiamo sotto gli occhi una realtà deprimente, è quella di migliaia di giovani disposti a seguire alla cieca i giocolieri che li usano come arieti contro la polizia e di conseguenza diventano carne da manganello.
I kapò dei centri sociali e di altre sigle sindacali sanno come servirsi di questa massa di ragazzi, li manovrano e li usano senza dare loro nulla in cambio. Questi giovani dovrebbero: studiare, imparare un mestiere per il loro futuro ma non se ne curano gli hanno insegnato che tutto gli sia dovuto. Credono di andare in piazza, oppure occupare le scuole e così migliori la loro vita e l’istruzione pubblica, si fidano di quei professori impreparati oppure perennemente assenteisti, quei professori figli o nipoti dei sessantottini che io ho combattuto. Non capiscono che questa recessione si abbatterà per prima su di loro e li porterà allo sfascio, i partiti e le forze sindacali gli accarezzano il pelo perché sanno che un domani saranno il proseguo di voti e pensieri che servono a loro per sopravvivere. Da persona attempata che a sempre lavorato non riesco a sopportare l’accarezzamento di pelo e le migliaia di parole usate per coccolare questi giovani. Per fortuna non tutti sono così trascinati dalla frantumazione societaria portati dove non c’è nulla per loro. Coloro che non sono stati trascinati, hanno capito che la pasta nel piatto non ci arriva da sola e si danno da fare invece di andare nei cortei e si dedicano ai mille lavori che si possono fare. Confesso che quando questi perduti giovani con una bandiera politica in mano, i caschi in testa vengono picchiati dai poliziotti che hanno aggredito non provo nessun sentimento tranne compassione per loro. I poliziotti picchiano solo chi li aggredisce e distrugge proprietà sociali e private, sto dalla parte della polizia e sono schifato da quei politici che si dichiarano contro la polizia fascista e serva dei padroni, favorevoli a quei giovani che picchiano e distruggono facendoli passare come fautori di democrazia. Troviamo altri metodi di protesta più idonei e costruttivi, togliamo i cortei di vecchia generazione e inconcludenti perché questi giovani abbiano più tempo da dedicare a una più redditizia scelta per il loro avvenire in questi tempi così poco redditizi dove il pane e il companatico scarseggiano per tutti . Coccolare e fare indulgenza per loro è fargli del male, bisogna far capire loro che ogni tanto hanno torto non sempre ragione come gli hanno insegnato coloro che gli usano.

                          
                                                                                                                                   Mugelli Giampiero

venerdì 28 settembre 2012

Storia d'Italia: il Fascismo

Il primo movimento dopo la guerra 1915/18, furono i Fasci Italiani di Combattimento fondati a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo1919; presero il nome dal fascio littorio dell’antica Roma, i fasci significavano unione.  IL manifesto dei fasci Italiani di combattimento fu ufficialmente pubblicato su il “Popolo D’Italia” giornale diretto da Benito Mussolini il 6 giugno1919. Avevano aderito ai fasci quei soldati senza lavoro quando il governo Giolitti sfoltì le forze armate per allentare le spese sociali, del governo in grave crisi economica. Essi combattevano i soprusi dei socialisti prima e dei social comunisti dopo nel biennio “rosso” dal 1919 al 1921. IL 10 novembre 1921 si trasformarono in : “Partito Nazionale Fascista”(PNF) vennero avanzate diverse e numerose riforme politiche e sociali per un fronte contro due grandi pericoli di quell’epoca, quella capitalista liberale di destra e quello distruttivo di sinistra il comunismo marxista leninista. Il fascismo fu una forza innovativa sia politica,morale e sociale, antiliberale e antimarxista fu una grande mobilitazione di forze materiali e morali, un movimento politico moderno, nazionalista e rivoluzionario con una concezione totalitaria di stato.  Famiglia, popolo Italiano, Patria e Dio erano le basi fondamentali del fascismo; era un movimento di nuovo ordine e civiltà. Il fascismo fu un modo di organizzare lo stato, la messa in atto di una nazione in un fascio di energie non più separate ma unite e operanti verso un solo scopo: il bene sociale diviso equamente fra popolo e patria.  Il fascismo riteneva che il valore dei cittadini risieda nei doveri verso la nazione e nei sacrifici fatti nei confronti di tutta la collettività popolare della Patria; nazione e popolo così sono legati tra loro indissolubilmente. 
Il fascismo fu anche: ordine, integrità morale, sicurezza sociale, fu lotta vera alla mafia con l’esercito e il prefetto “Mori”detto il prefetto di ferro dove i capi mafiosi furono costretti a fuggire e i manovali della mafia arrestati. Lo sbarco alleato in Sicilia riportò la mafia nel nostro paese riportando “Lucky Luciano” capo indiscusso dell’allora mafia sicula-americana.
Il fascismo fu pure “libertà”non piena e totale, ma piena per chi volle difenderla con coraggio e dignità; garantisce la testimonianza di un antifascista “Benedetto Croce” che diceva: la dittatura fascista è fondata sul consenso delle masse entusiaste facendo il solito percorso e porta a una sola conclusione difficilmente negabile e la garanzia c’era: era nella cultura dei governanti e soprattutto nella volontà di un capo che voleva governare con il consenso del popolo, egli era sempre fra il popolo: chiedeva, parlava e decideva, in quei tempi il popolo Italiano era sovrano come la patria.  Il regime non solo non rendeva obbligatorio il consenso come la storia sostiene ma ammetteva e tollerava pure il dissenso. Mussolini non rompe mai con il principio di democrazia tanto che definirà il fascismo “democrazia organica” oppure vitale nel nome delle masse e nel consenso popolare; e se nel fascismo permane questo principio, di conseguenza il principio fondamentale di libertà.  IL fascismo sapeva che a fianco della libertà ci doveva essere l’altro elemento fondamentale: “l’autorità”che deve trovare riferimento nell’ordine, nel bene sociale equo per tutti, nello sforzo del lavoro per il bene della patria e nella sicurezza sociale e intellettuale delle persone. Il fascismo repubblicano duramente impegnato nella guerra non voluta (ma questa è un’altra storia) e nella guerra civile scopre il valore eterno della libertà e individua il rapporto tra i due valori: l’autorità non deve tagliare la libertà e la libertà non può pensare di fare a meno dell’autorità.
Il fascismo trovò all’inizio un’Italia in piena crisi sociale e di conseguenza senza autorità, perciò dovette per due anni combattere con gli squadristi per ridare libertà e autorità al popolo Italiano con il consenso delle masse; stufe degli scioperi e dei soprusi effettuati da movimenti marxisti e anarchici. La società rimasta senza autorità vive senza dignità e senza di esse è dunque senza libertà. Gli Italiani durante il ventennio fascista non conobbero la paura come qualcuno si ostina a sostenere, ma vissero una vita di intenso lavoro, di straordinarie conquiste giuridiche e sociali, di entusiasmi, di controllato benessere, di progresso e tradizioni, di manifesta partecipazione alla vita pubblica, di quasi totale adesione alla volontà di un capo Benito Mussolini che trasformava la penisola in un cantiere, che trasmetteva l’orgoglio ritrovato di essere Italiani, e di un altro grande e immenso bene godettero gli Italiani,  quello della sicurezza e dell’ordine tanto desiderato e invocato dopo il caos violento dell’Italia prefascista (ambito pure dagli Italiani di oggi) ”Libertà”dell’ordine dunque come puro segno e fondamento di tutte le libertà.  Mussolini e il fascismo nel ventennio trovarono la forza e la volontà con la partecipazione delle masse di risanare la LIRA, ha eliminare il debito pubblico, ad avere il bilancio statale positivo, il PIL più alto d’Europa; oltre cento furono le opere di Mussolini e del fascismo le più innovative del novecento che ancora sono funzionanti. Elenchiamone alcune delle più importanti : le sociali e sanitarie ; (I.N.P.S) (INAIL), settimana lavorativa40 ore, esenzione tributaria per le famiglie numerose, assistenza ospedaliera gratuita, più altre 29. OPERE architettoniche e infrastrutture: bonifiche paludi Pontine, maremmane, e sarde con la fondazione di città; Littoria, Sabaudia,Aprilia,Pomezia ecc. Parchi nazionali: del gran Paradiso, Stelvio, dell’Abruzzo e Circeo, centrali idroelettriche e elettrificazione delle ferrovie illuminazione nelle città, costruzioni di dighe, istituti di ricerca e altre 20. OPERE politiche e diplomatiche: Patti Lateranensi, emanò il codice penale e civile , di navigazione e altri 10.  OPERE economiche e finanziarie: (I.R.I.) (IMI) casse rurali e artigiane,riforma bancaria, parità aurea della LIRA, la battaglia del grano, nel 1929 il mondo del capitalismo è nel caos ma il DUCE risponde con 37 miliardi di lavori pubblici, e in 10 anni vengono costruite scuole con 11mila aule in 277 comuni, 60 mila case popolari che ospitano 215 mila persone, ricostruzione dei paesi terremotati,acquedotti , ospedali, strade statali provinciali e comunali, rimboscamento delle Alpi e delle colline, accordi commerciali con tutti gli stati e pareggio di bilancio già nel 1924. OPERE sportive e culturali: costruzione Autodromo di Monza, ente radiofonico, fondazione istituto LUCE, creazione dell’albo dei giornalisti e i littoriali della cultura e dell’arte. OPERE di utilità varie: Istituzione della guardia forestale,dell’archivio statale, fondazione della FAO, consorzi agrari, Istituto del corpo dei vigili del fuoco, mappò il territorio nazionale compilando le mappe utilizzate ancora oggi e mai aggiornate. Il fascismo e il suo fondatore Benito Mussolini non sono stati un sistema dittatoriale tipo: Hitleriano, tanto meno Marxista Stalinista; la prova lampante è stato il 25 luglio 1943 convocato dal RE comandante delle forze armate Imperatore d’Italia e dell’Impero, fu tradito e arrestato. La storia  insegna che mai nessun dittatore è stato arrestato come lo fu il DUCE. La guerra fu voluta dal RE e Badoglio con altri traditori per far cadere il fascismo; il tradimento fu organizzato 2 anni prima che l’Italia entrasse in guerra (ma è un’altra storia ) il fascismo era e sarà sempre quello che disse il suo fondatore; Cavaliere BENITO MUSSOLINI DUCE D’ITALIA: per il REGIME FASCISTA  NORD E SUD NON ESISTONO: ESISTE L’ITALIA E IL POPOLO ITALIANO.

                                                                                                          
Mugelli Giampiero
 

sabato 1 settembre 2012

Democrazia: un prodotto, un illusione

La democrazia è un articolo di sottomissione, è un prodotto che và sempre verso il fallimento e la storia insegna. La democrazia è il vivere come adesso nel mondo democratico senza regole, stato, giustizia e lavoro. Democrazia è lo sfruttamento del popolo e delle persone oneste, che ti fa credere che sei libero ma poi ti accorgi che non puoi fare niente perché ti tolgono la possibilità se non paghi, corrompi oppure non fai parte di nessuna casta o setta. Democrazia è la conseguenza di un insieme di partiti che uniti si sono fatti stipendi d’oro e privilegi da faraoni sperperando soldi pubblici e fregandosene del popolo, anzi opprimendolo con una politica fiscale sconsiderata, facendo credere che per uscire dalla crisi bisogna aumentare il gettito fiscale. Una crisi costruita dalle banche mondiali, da un capitalismo che vuole essere protagonista del bene e del male di ogni nazione. Ricordiamoci del 1920 storia recente, in Europa le democrazie di allora sono passate alla storia per le disastrose condizioni economiche, pressione fiscale soffocante, inflazione alle stelle, disoccupazione a livelli record, debito estero elevatissimo, scontri di piazza ecc. Poi arrivati all’apice con la crisi mondiale del 1929 l’intolleranza popolare portò i nazionalisti al potere, non alla guerra. I nazionalisti portarono nuovo ordine. Sia la Germania, che l’Italia ripresero vigore e divennero economicamente due nazioni tra le più forti d’Europa, il sistema delle nuove politiche erano gli investimenti con tutti i paesi pure coloro che avevano messo i paletti ai governi di Germania e Italia. Lavoro, meno tasse e banche a disposizione del governo per gli investimenti e il benessere dei cittadini. In Italia nel 1929 mentre imperversava la recessione mondiale e la grande depressione in America, Mussolini investì 40 miliardi di lire nell’industria, nell’agricoltura e nel commercio, ridusse le tasse, fece riforme sociali e creò lavoro per tutti. La guerra la vollero il sionismo mondiale e le nazioni colonialiste Europee, la politica economica nazionalista avrebbe cambiato la situazione economica mondiale perciò Inghilterra e Francia non potevano permettere all’Italia fascista in espansione sia economica che coloniale di mettersi a loro livello e oltre, quindi, per debellare il nazionalismo in Europa dovevano fare la guerra. Prima della guerra il sionismo cercò di debellare il commercio e di non fare accettare moneta tedesca alle nazioni liberali Europee, era il 1935, Mentre in Italia cercarono di metterci alla fame ma Mussolini rispose con la famosa battaglia del grano. Per abbattere il sistema nazionalista di Italia e Germania c’era solo la guerra e fu decisa dal sionismo e dal capitalismo della banca centrale mondiale, alleandosi anche con il comunismo Staliniano, pur di debellare lo spettro del nazionalismo.
Alla fine vinsero la guerra, nel 1948 in Italia nacque la repubblica democratica Italiana, un’Italia non più sovrana ma colonia dell’America in Europa che tutt’ora persiste. Forse era peggio se facevamo parte dell’est Europeo, diventando una nazione satellite del comunismo Staliniano. Il nazionalismo in Italia e in Germania è stato messo al bando, hanno paura. Nel 2012 dopo 67 anni di libertà e democrazia l’Europa è alla fame, sta collassando, le nazioni una dopo l’altra vedono il baratro della disfatta, dell’agonia come continente sovrano. Con belle parole democratiche ci hanno venduto l’Italia e l’Europa, a chi? Al mussulmano. Hanno debellato i governi antagonisti in Africa, mettendo in nome della democrazia governi fantocci per i loro interessi, chi sono? Il capitalismo più perfido, il capitalismo massonico sionista mondiale, dove si è gettata pure la Chiesa, i comunisti del salotto buono, hanno  fatto l’occhiolino al potere e senza vergogna sono saliti sul carro dei vincitori preferendo il  Suv e i vestiti firmati alle biciclette di Mao e alle divise di Stalin.
La storia insegna che con le tasse e i prestiti bancari non si va lontano. Investimenti, lavoro, meno tasse, meno sperpero di soldi pubblici, meno enti inutili, più equità sociale e lavoro. Ripartire con soldi reali, vendiamo tutto quello che è possibile, dimezziamo il debito pubblico, diamo la possibilità agli investitori Italiani e stranieri di investire nel nostro paese facilitandoli con poche tasse e nel modo più veloce a livello burocratico. Diamo un calcio ai sindacati e ai politici corrotti che governano, e mandiamoli a lavorare. Nell’Europa che affonda ci sono “politici” come Bersani e Vendola che vogliono fare la patrimoniale, più tasse, dare altri aiuti ai clandestini, legalizzare le coppie gay, non tutelare il cittadino Italiano e non garantirgli il lavoro. 
Questi nostri politici dovrebbero salvare l’Italia e l’Europa ? Penso che un  buon nazionalismo sarebbe necessario e utile.


   Mugelli Giampiero

Come sfregiare un Pio frate.

Siete mai stati ha San Giovanni Rotondo? È in cima ad una collina spoglia, ci sono rocce, qualche ulivo e ciuffi d’erba qua e là. Il motivo che ci porta lassù è il santuario di Padre Pio, sopra il paese a destra l’immenso ospedale, ai piedi di esso un grande piazzale e la vecchia chiesa. In alto a sinistra costruzioni per uffici e vari ambulatori. Dalla chiesa si scende di qualche metro si entra nella stanza, dove al centro, protetto da una campana di vetro, c’è la cripta dove riposano le spoglie di Padre Pio ben visibili da ogni lato.                                 
Milioni di pellegrini, credenti e non, sono stai negli anni ha rendere omaggio al santo Pio. Era nato ha Pietrelcina il 25 maggio 1887 da povera gente, fin da giovane sentiva il desiderio di portare la parola di Dio alle persone e aiutare i poveri. Nel 1907 entrò in convento e cominciò così a farsi conoscere, le persone parlavano di lui in modo benevolo e carismatico, Dio nella sua saggezza lo aiutò dando a lui fede e volontà, sapeva farsi apprezzare da tutti, sapeva chiedere a coloro che avevano tanto per dare a coloro che non avevano niente. Seppe attirare a se la benevolenza di tutti, e da li cominciò il suo progetto: costruire un ospedale per tutti gli ammalati, una chiesa e uno alloggio per se e i suoi confratelli. 
Questo frate che faceva miracoli e costruiva uno ospedale, osannato da tutti, mise in allarme il vaticano. Il Papa mandò un prete per controllare e indagare, e di li a poco ci furono scontri forti fra il prete e il Pio ma poi fu il prete che cedette ai fatti e alle parole del Pio e in ginocchio chiese perdono e la sua benedizione: Roma aveva perso San Giovanni Rotondo, era di Padre Pio e i suoi confratelli.                              
Padre Pio per se voleva il poco, amava la semplicità e nella sua umile cella, dove parlava con il Padre nei Cieli e con gli Angeli Custodi che ogni sera andavano a trovarlo, le sue mani con le stimmate guarivano bimbi e tutti coloro che chiedevano aiuto, il suo saio era logoro e i sandali vecchi ma i soldi servivano per le costruzioni, per aiutare la povera gente e curare i malati, a lui bastavano quei miseri cenci.  
Quando i fedeli scendevano nella cripta dove al centro era custodita la salma del Santo Pio, potevano inginocchiarsi e vedere la salma sui quattro lati. Laggiù in quel luogo di silenzio, preghiera e pace, dove si percepisce un senso di soave leggerezza, il desiderio di preghiera viene spontaneamente imposto dal cuore e dall’anima. Chi sarà fortunato come lo sono stato io, sentirà un profumo intenso di gigli, azalee e rose. Si dice che chi lo percepisce ha avuto la benedizione del Pio.
Sono un cristiano non praticante della Chiesa Romana, non pratico perché non credo alla loro cristianità, creata nel lusso e nello sfarzo con tante parole e pochi fatti, con i soldi che hanno e non danno. Ma credo a quella cristianità semplice e veritiera, fatta di rinunce e opere, come quella di Padre Pio e Santa Teresa di Calcutta, che hanno dato la vita per la fede e per gli altri, come semplicemente ha vissuto nostro Signore Gesù Cristo che ha redento il mondo con la sua morte. Non dimentichiamo che Gesù è nato in una mangiatoia al freddo e in povertà.  
Anni fa tutto è passato alla Chiesa di Roma nonostante la contrarietà del popolo di San Giovanni Rotondo, tutto è cambiato. Quest’anno ci sono tornato per vedere la chiesa nuova costruita accanto alla vecchia e dove hanno trasferito la salma del Pio.  Grande delusione, i due grandi architetti massoni, Renzo Piano e Marko Rupinik, hanno sfregiato il Pio frate e deturpato la bellezza, questi assassini della religione cristiana, hanno costruito una chiesa che di culto Cattolico non ha niente, in alcune circostanze sembra che ci sono elementi massonici.
 
"Chiesa Viva" scrive:
Nella storia le Chiese sono sempre state a forma di croce, latina o greca. Quella di San Giovanni Rotondo, invece, è a forma di spirale. Un simbolo che è presente nel dizionario massonico e rappresenta, come si legge nello stesso documento, la potenza dinamica del Grande architetto dell’universo, il G.A.D.U. il dio della massoneria. Inoltre, la stessa spirale, formerebbe in maniera precisa un enorme 666, “il marchio della bestia”, il numero del diavolo nell’Apocalisse. 
All’ingresso della chiesa si trova una grande porta in bronzo con una chiara simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre. 
E ancora: il tabernacolo, l’area che lo circonda “simboleggia il Tetragrammaton con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero”. In merito alla croce bronzea presente sull’altare, “Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l’area della loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto dell’uomo, il culto di Lucifero”. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati dagli esperti di “Chiesa viva”: 62 pagine di ricerca che si concludono con un pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell’aprile del 1913: “Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria”.
 
Dalla chiesa si esce, si scende delle scale con una illuminazione accecante in un clima di sfarzo Faraonico, di ricchezza e di ateo, i mosaici color oro e un ciclo di raffigurazioni lungo le pareti di corridoi illuminati ci portano nella sala dove c’è il santo, è tutta chiusa, per vedere il niente bisogna avvicinarsi ha una fessura alta 20cm fatta a “L” (simile ad un noto marcio commerciale americano, che sia pubblicità occulta?) orizzontale e dentro non c’è niente, manca il famoso compasso per dire massoneria. Ma quello che più mi ha colpito fra le tante raffigurazioni, la figura di una mano femminile e nella mano una testata giornalistica Italiana che viene mostrata: “L’unità”. Si signori “L’Unità”, testata giornalistica dell’allora PCI, ai tempi di Padre Pio il PCI e Togliatti erano coloro che magnificavano le dittature comuniste e martirizzavano la Chiesa, venivano dette le famose bugie del comunismo mondiale. Nel 1953 morì Stalin il più grande carnefice della storia umana, “L’Unità” titolò così in prima pagina: “Stalin è morto, gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell’umanità”. Padre Pio conosceva bene l’orrore e le menzogne del comunismo che aveva imposto l’ateismo di stato con stragi e regimi di terrore. E allora cosa rappresenta “L’Unità” in quel percorso faraonico che il Pio frate non avrebbe mai voluto? Il Pio visse per salvare anime qualunque esse fossero e per avvicinare Cristo a tutti, comunisti, atei, massoni, bianchi e neri. Forse quella figura è rappresentativa perche il Santo Pio riuscì a convertire migliaia di comunisti, uomini e donne al credo di Cristo (c’è un vecchio libro che narra storie di queste conversioni di militanti comunisti fin dal 1949) ma questa è storia passata. La recente è davvero macabra e molto irrispettosa nello sfregiare così il ricordo di un santo frate senza pregiudizi e politica, un benefattore della carità cristiana portarlo in un posto faraonico, ateo, massonico e portargli in casa “L’Unità” è spregevole e non sono il solo ha pensarlo. Ma non c’è da meravigliarsi, la Chiesa oggi apre la porta a tutti, la cristianità lascia spazio alla globalizzazione della fede, per la pace comune, l’importante non’è più la fede, ma il dio soldo e il potere. Questo ho visto da tempo nella chiesa e i suoi discepoli; per questo non pratico la chiesa. Ma credo in Cristo nel profumo di Padre Pio e in me stesso.

    

                                                                                                       Mugelli Giampiero

venerdì 31 agosto 2012

Guerra civile a sinistra

Guerra civile a sinistra, la campagna elettorale è partita bene fra i compagni, odio e rabbia sono esplose come un vulcano eruttando senza limiti insulti da scaricatori di porto dell’ottocento, proposte serie per sostituire questo governo tecnico affamatore zero! Non esistono. Bersani, Di Pietro, Grillo pieni di rabbia col viso paonazzo fanno a chi strilla di più. Si insultano come se non sapessero che autunno tremendo,che inverno spaventoso ci sarà: la produzione industriale all’ultimo posto in Europa, il prodotto interno lordo fermo al 2008, il paese in recessione senza freno, il debito pubblico sulla soglia del baratro, la disoccupazione all’11%, l’immobiliare al crollo, l’industria verso il deragliamento (L’ILVA).
E loro si insultano con il solito linguaggio stalinista che per anni hanno riservato al nemico , all’avversario politico: nano, pedofilo, dittatore, mafioso ecc  se partiamo dagli ultimi anni. Se partiamo dal “migliore” il sovietico Togliatti, ci vorrebbero pagine intere per descrivere le volgarità uscite da quelle bocche. Ora che il figlio sporco, brutto e cattivo “Grillo” sputa sul padre Bersani, ora che il pupillo Di Pietro salvato dalla toga e presentato in Mugello e Sesto Fiorentino come uomo nuovo della sinistra, coltivato con amore, tollerando tutte le magagne si è schierato contro il buon Bersani sono impazziti. Pure a livello editoriale sono in guerra; Repubblica accusa il Fatto Quotidiano di rappresentare la destra peggiore, il Fatto accusa Repubblica di scrivere articoli staliniani, è orribilmente chiaro che in una classe politica così disastrata che arriva ha darsi del comunista, fascista, piduista e zombi senza ritegno con odio e rabbia come tutti abbiamo visto non possiamo aspettarci niente di positivo. Di Pietro dopo che ha affermato in una intervista: “Bersani si comporta come il bue che dice cornuto all’asino”, riafferma che lui non vuole stare con Bersani, perché avere una sinistra che non fa le cose di sinistra non serve ha niente. In 50 anni di politica sinistra la gente ha visto solo disastri caro Tonino, oltre ha essere una casta siete dei piduisti (si dice così oggi se non sbaglio) a coloro che trovano accordi  “oggi dai una cosa a me, domani darò una cosa a te”. In quanto ai fascisti: voi non solo insultate coloro che non vanno a votare, ma anche coloro che votano contro di voi ma pure i fascisti quelli veri coloro che ogni giorno vorrebbero il ventennio dove, ordine, lavoro, legalità e democrazia esisteva con il consenso del popolo. Siete voi adesso i comunisti del Biennio Rosso che impedivano con la forza agli operai di lavorare, ai contadini di mungere le mucche e cogliere l’uva coloro che il popolo stanco non voleva più, oggi il popolo stanco non vi vuole più siete voi che infliggete soprusi e affamate il popolo Italiano, siete voi che privilegiate i clandestini agli Italiani, che fate razzismo fra voi, siete l’esempio dello sfascio e del caos, della non politica, del menefreghismo, siete i padri delle divisioni state dando prova ogni giorno. Papà Bersani ha dichiarato alla festa democratica che fra Pier Casini e Vendola preferisce il secondo, si ricordi papà Bersani che Vendola il parolaio del SEV (Sinistra Ecologica e Vendola), delfino del parolaio rosso Faustino Bertinotti che guarda caso di recente fece cadere il Governo Prodi di cui ne faceva parte e poi del comunista D’Alema  che senza consensi si dichiarò capo del governo, il buon Faustino li fece cadere perché non vennero accettate alcune sue richieste. Una serpe fra gli striscianti è Vendola pronto ha mordere pure papà Bersani se non si adatta ai ricatti del parolaio.
Voi tutori difensori dei lavoratori sapete che circa 120 minatori del Sulcis sono da una settimana ha 375 metri sotto terra per difendere il loro posto di lavoro e voi rispondete con il folletto benigni alla festa del PD? Dove sono la Camusso, l’irremovibile Landini e i sempre presenti protestanti della Val di Susa? Andare in Sardegna con questo caldo è un dispendio di energie una spesa che non vale la pena affrontare, meglio i salotti buoni del potere, poi hanno scelto il momento peggiore  per manifestare e senza il vostro permesso vero? Grazie per l’ennesima sceneggiata, un’altra prova di bella politica a livello nazionale e internazionale di una sinistra Italiana stalinista, antidemocratica, disfattista e bugiarda.
Il popolo Italiano ringrazia.                                           

                                                                                               Mugelli Giampiero

Storia Italiana: 8 settembre 1943

Una data storicamente divisa in due parti: da una parte, il tradimento, la perdita della sovranità e dell’onore da parte dell’Italia, dall’altra l’Italia baldracca che ha ceduto alle lusinghe del più forte. 
”L’8 settembre 1943,” il tradimento, già preparato nel 1939-40 da figuri che non esitarono a tradire mentre ricoprivano incarichi di comando ad altissimi livelli. Il 28 ottobre 1922 il Re ordina al regio esercito: “lasciate che Benito Mussolini e le camice nere entrino ha Roma” - e il 17 novembre 1922 Mussolini ottiene la fiducia e diventa il nuovo governo Italiano. Governo voluto dal re e dai poteri forti, i grandi proprietari terrieri e industriali, per paura dei movimenti rossi filo sovietici che potevano andare al governo. Il governo fascista fu un movimento innovativo, totalitario ma con il consenso delle masse e del popolo con il passare degli anni. Cosa che non piacque al Re, Badoglio e a coloro che lo appoggiarono per formare il governo.
Egli era diventato un uomo del popolo, della provvidenza dichiarava la Chiesa, troppo potere. La storia scritta dei vincitori sostiene che la guerra e l’alleanza con l’Asse la volle Mussolini ma non’è così: quando i tedeschi stavano conquistando l’Europa volle pure il Re allearsi per dividere il potere di Re e Imperatore, comandante supremo delle Regee Forze Militari Italiane, la dichiarazione di guerra certamente toccava al capo del governo dichiararla così nel bene ho nel male le conseguenze se le assumeva colui che aveva fatto la dichiarazione.
La guerra cadde ha fagiolo per il Re e Badoglio per levarsi di torno Mussolini e il fascismo; avevano già organizzato il tradimento fin dal 1939-40, come? Con il sistema spionistico militare e organizzativo mettendo persone fidate nei posti nevralgici delle forze armate, facendo sabotaggi militari e industriali. La prova lampante è stata il 25 luglio 1943 con l’arresto del Duce con la scusa di una convocazione da sua maestà, annunciando alla radio che il governo era in mano al maresciallo Badoglio conclusasi l’8 settembre 1943 dopo che il Re e Badoglio fuggirono a Brindisi, sotto protezione delle Forze Armate americane lasciando l’Italia, il suo popolo e il Regio Esercito, marina e aviazione in balia di loro stessi. Era caduto il fascismo, l’Italia perdeva la sua sovranità e l’onore ed entra in scena l’Italia del tradimento, l’Italia baldracca, che senza dignità ha ceduto alle lusinghe del più forte. Gli esecutori del tradimento chi furono? Diversi gerarchi del consiglio fascista, neppure degni di essere nominati, nominiamo alcuni dei più importanti: i fratelli Marcello e Massimo Girosi.
Marcello spia al servizio degli Stati Uniti, è stato decorato dai suoi padroni della “Silver Star” con la seguente motivazione: “Per avere contribuito a staccare il comando della flotta Italiana del regime fascista e per aver assicurato alla marina Americana importanti piani della marina militare Italiana con la complicità del fratello Massimo”.  Massimo: Ammiraglio della regia marina e nel 1942 inserito nell’alto comando navale Italiano, così si spiega il perché la marina Italiana non si è mai mossa ha contrastare le navi alleate poi consegnata quasi intatta senza mai combattere agli alleati dopo la capitolazione dell’Afraka Korps avvenuto nel maggio 1943. Mai una sola petroliera, mai una nave da trasporto o uno aereo da trasporto di cui gli alleati non conoscessero l’ora di partenza e l’esatta posizione della rotta per i rifornimenti delle truppe in Africa, fatti accertati senza dubbi da coloro che hanno avuto la fortuna di sopravvivere. Ma quanti giovani soldati Italiani sono morti per uno sporco tradimento. Tra i nomi celebri delle spie al servizio degli angloamericani: il generale Efisio Marras addetto militare a Berlino uomo di fiducia del maresciallo Pietro Badoglio, dopo la guerra fu elevato: capo di stato maggiore dell’esercito e per i servizi resi durante la guerra fu decorato dagli Americani. L’ammiraglio  Franco Maugeri capo del servizio segreto della regia marina dal 21 marzo 1941, dopo la guerra fu nominato Capo di Stato della Marina Italiana. Gli Americani lo decorarono con: ”La Legione al Merito per i servizi resi al governo Americano come capo dello spionaggio navale Italiano”. C’è un bellissimo libro intitolato “L’ombra di giuda” di Pietro Caporilli, che svela l’ignobile retroscena dell’ammiraglio traditore e altre persone di minore spessore ma non per questo meno vili.
L’8 settembre è la data del tradimento voluto, frutto di uno sporco lavoro, per cambiare l’Italia, dividerla, per distruggere e incolpare il fascismo. Programmato dal sionismo e dalla massoneria mondiale, per dividere l’Italia in due fazioni: antifascista e fascista sviluppata e voluta in una guerra civile in nome di una libertà fasulla nata con una discriminazione ”Antifascismo” in nome di ciò ci furono centinaia di vedove, vedovi e bimbi orfani e privati dei fratelli i loro cari vennero uccisi perché avevano combattuto nell’RSI oppure lavorato per il governo fascista o avevano avuto la tessera fascista. Uccisi e fatti sparire, ancora oggi tante famiglie non sanno dove poter portare un fiore e una preghiera ai loro morti.  In quanto al tradimento dell’8 settembre 1943 i generali delle forze armate alleate che divennero poi nostri alleati cosi furono i loro commenti: il generale Esenhower comandante delle forze alleate in Europa sul suo diario scriveva: “il tradimento dell’Italia è stato un brutto affare, una delle pagine più buie della storia di questa guerra solo il sacrificio dei militi del RSI ha permesso all’Italia di avere un briciolo di onore”- Il giudizio non cambia da parte degli Inglesi il generale Alexander Harold comandante in capo delle forze armate in Italia disse: ”Il fatto che il governo Italiano decise di capitolare non perché incapace di offrire ulteriore resistenza, ma era venuto come in passato il momento di passare dalla parte dei vincitori.” - IL maresciallo Montgomery detto Monti, fu il più chiaro nel dire: ”Il voltafaccia dell’Italia fu il più grande tradimento della storia.” - tratto dal libro “Le Armate alleate in Italia” di Alexander Harold.
I Russi non qualificarono diversamente l’infame gesto: ”l’Italia fu fedele al suo carattere di sciacallo sempre in cerca di compenso per il suo tradimento” - di Potenki ambasciatore Sovietico a Roma.
Tutto questo è storia nascosta per 60 anni, vorrei che tutte queste verità venissero discusse nelle scuole per  giustizia e dovere a quei ragazzi morti inutilmente in tutta Europa, e ai nostri soldati che sono morti ingannati e annegati per portare viveri e tutte le necessità ai  combattenti in Africa, a tutti i civili che dal 1945 al 1947 sono morti in una guerra civile a una sola corsia “Uccidere un fascista non’è reato” dicevano i liberatori dell’attuale mondo.
Questa è una grande ferita nell’animo e nel mio essere  ITALIANO e RISPETTOSO della PATRIA                                                                                            
                                                                                                                        
                                                                                                                      Mugelli Giampiero

lunedì 14 maggio 2012

15/05/2012 Festa dell'Autonomia Siciliana

"L'Autonomia speciale è quella particolare forma di governo della Regione Siciliana che fu concessa il 15 maggio 1946 dal re Umberto II di Savoia, disciplinata da uno Statuto speciale (art. 116 della Costituzione Italiana), che la ha dotata di una ampia autonomia politica, legislativa, amministrativa e finanziaria.
Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione Siciliana ha competenza esclusiva (cioè le leggi statali non hanno vigore nell'isola), su una serie di materie, tra cui beni culturali, agricoltura, ambiente, pesca, enti locali, territorio, turismo, polizia forestale. Ogni modifica allo Statuto, trattandosi di legge costituzionale, è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia fiscale, la totalità delle imposte riscosse in Sicilia resta nell'isola. Ai sensi degli articoli 36 e seguenti del proprio Statuto (Legge Costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948), la Regione siciliana è dotata di completa autonomia finanziaria e fiscale."

Tante belle parole che servono solo a riempire qualche foglio e giustificare una inutile festa.
Queste sopracitate righe dovrebbero rendere la Sicilia un posto migliore, un posto dove la crisi non le fa da padrona, ma purtroppo questo resta un utopia.
Da anni ormai i governi siciliani cercano di far uscire dalla mente degli ignari siciliani questo statuto ormai quasi sconosciuto, e lo usano solo per i loro sporchi interessi.
Mi chiedo perché la Sicilia non è indipendente e autonoma come San Marino? La risposta viene da sola, purtroppo noi siciliani non siamo in grado di gestire questa situazione, finiremo per mangiarci fra di noi come sta già succedendo, "mors tua vita mea".
E allora vorrei chiedere al Presidente Lombardo, è davvero necessaria questa inutile festa dove verranno sprecati tanti soldini pubblici? 
Non è forse meglio far conoscere a tutti i cittadini siculi il loro statuto e metterlo in pratica?
Io non ci trovo nulla da festeggiare, non credo proprio che la Sicilia possa definirsi autonoma...per carità sulla carta lo è.


Alessandro Di Fiore


Democrazia

L’Italia del Re e delle democrazie ha distrutto nel sangue tre generazioni di giovani nella guerra del 1915-1918. Guerra fatta per la sovranità e la sopravvivenza della Patria, ma senza volontà da parte dei generali di risparmiare migliaia di giovane vite umane che furono inutilmente gettate nel tritacarne della guerra. 
Gli effetti della guerra sull’economia e sulla società Italiana furono devastanti, il costo della vita nel 1919 era quattro volte superiore al 1913, mentre incombeva l’enorme aumento del debito pubblico e il deficit di bilancio aveva raggiunto livelli mai pensati, i salari diminuivano e gli stipendi dei dipendenti pubblici vennero bloccati dallo stato. Lo stesso Stato che per alleggerire le spese di bilancio pubblico smobilitò l’esercito. Dei tre milioni di soldati che erano sopravvissuti alla guerra, ne rimasero effettivi un milione, la veloce smobilitazione produsse già nel 1919 due milioni di disoccupati. 
Nel caos e nello scontento della popolazione nacque il biennio rosso “1919-1921”. 
Nel solo 1919 si registrarono 1670 scioperi industriali e 208 scioperi agricoli causati dall’impennata dei prezzi, dallo scarso lavoro, dalla situazione internazionale e dai debiti dell’Italia. In tutta Italia ci furono scioperi esasperati fino ad arrivare al punto in cui la Regia Polizia fu costretta a sparare sul popolo. Furono fatti attentati dall’ala massimalista del partito socialista e da gruppi anarchici con morti e feriti fra la popolazione, insomma oltre la fame e la miseria si era instaurato pure un clima di guerra civile e i  governi democratici di quel periodo non erano in grado di intervenire ne a livello sociale ne per riportare l’ordine pubblico. 
In tre anni cambiarono sette governi : dal governo Orlando, si passa al governo Nitti (23/6/1919), di nuovo Nitti (25/5/1920), Giolitti (15/6/1920), Bonanni (4/7/1921), Facta (26/2/1922) e di nuovo Facta (1/8/1922). 
Ponendosi contro i combattenti (militari disoccupati) fu grande errore dei socialisti prima e dei socialcomunisti poi, da questi reduci spontaneamente nacquero le prime squadre per opporsi ai rossi. Gli Italiani erano stanchi di sangue, soprusi e scioperi senza criterio e fu evidenziato in breve tempo il consenso del popolo per il movimento fascista guidato dal fondatore “Benito Amilcare Andrea Mussolini“. 
Gli 88 fasci iniziali in poco tempo divennero circa 850, da 20mila iscritti 250mila; un movimento radicato nel lavoro, infatti i sindacati fascisti potevano contare su 400mila iscritti contadini e 200mila operai. 
All'inizio il fascismo usò la violenza, ma furono costretti dagli eventi: scriveva Giorgio Bocca non simpatizzante fascista sul “Corriere della sera”: "Il fascismo fu violento e sopraffattore ma lo fu perché trovò davanti a se una sinistra disfattista, antidemocratica, violenta e autoritaria". 
Ma col tempo gli squadristi furono sciolti e l’ordine e la legalità tornarono nella vita sociale degli Italiani, il fascismo così poté lavorare per ridare sicurezza sociale al suo popolo. 
Riuscirono ha rivalutare la Lira, ad avere un PIL alto, ha risanare il debito pubblico, ha fare le riforme sociali più innovative del secolo che ancora oggi sono funzionanti, ha dare unità e sovranità alla Patria.
Era il 1922. Oggi siamo nel 2012 e in questa Repubblica Italiana e in Europa è ritornata la situazione di allora, viviamo in un sistema democratico che come allora non è capace di governare, in Italia abbiamo un debito pubblico da brividi, manca il lavoro, le paghe degli operai sempre più basse, il PIL inesistente gli operai, gli artigiani e le piccole imprese tartassate dalle tasse che inducono le persone oneste ad uccidersi per disperazione causata da uno stato strozzino. Mentre prosperano le mafie, gli speculatori, le caste politiche e sindacali le centinaia di lobby, gli enti inutili che costano milioni l’anno, gli evasori fiscali, come all’ora viviamo nell’incertezza e nel caos. 
Ma la motivazione di tutto questo è sotto gli occhi di tutti, questa Repubblica è figlia dei soliti Rossi antidemocratici, disfattisti, violenti come allora e dei peggiori capitalisti massoni come allora, che hanno lasciato, insieme a coloro che si fecero chiamare “liberatori" o "alleate”, che dal 1945 al 1947 venissero uccisi in Italia e in Europa migliaia di persone in nome di una discriminazione chiamata “Antifascismo”, da coloro che in nome della libertà e della democrazia (la loro) hanno gettato senza coscienza due bombe atomiche su città inermi del Giappone, oppure tonnellate di bombe dirompenti al fosforo sulle città tedesche continuando poi in tutto il mondo con il Nepal e le bombe all’uranio impoverito. La loro democrazia è la sopraffazione dei popoli. 
Democraticamente i nostri politici si sono ritirati nel limbo per lasciare al Re Giorgio la possibilità di fare un governo presidenziale, chi ha messo a Montecitorio? Monti: massone capace di fare lavori sporchi come ha sempre fatto.
 Dalla padella alla brace, come Italiano che ama la patria orgoglioso di essere Italiano vero mi dispero per come sono rappresentato politicamente, perché la mia patria affonderà assieme alla gente onesta che l'ha sorretta fino ad oggi senza mai chiedere niente all’infuori del lavoro e di una sicurezza sociale. Ma solo degrado intellettuale, morale, ambientale e gioventù bruciata dalle discoteche e dalla droga ho visto nel cammino della mia vita, cose positive quasi mai. 
Ma ora abbiamo i Grillini del comico Grillo che ci farà fare qualche risata e ci solleverà da questa merda in cui siamo stati messi. Però pensandoci bene Grillo non ama i confronti, un programma non lo tiene, all’ora coi tempi che corrono pure lui vuol sedersi in quel ristorante ha cinque stelle pagato dai contribuenti che si chiama "Politica democratica Italiana". 
Si cari concittadini siamo nella cacca e se qualcuno non se ne è accorto certamente sentirà la puzza io la sento ha 360 gradi. 
Tanti anni fa ci furono Italiani con gli attributi e Un uomo che risollevò l’Italia e quel gesto gli costò la vita e ancora dopo 80 anni dalla sua morte a qualcuno mette i brividi lungo la schiena 




Giampiero Mugelli

mercoledì 9 maggio 2012

Un eroe costruito


Sui giornali e nelle TV  è stato scritto e dato uno annuncio: è morto a 90 anni Rosario Bentivegna, partigiano dei GAP, eroe della resistenza, partecipò all’attentato di via Rasella a Roma.
 Le mie condoglianze alla sua famiglia, e il massimo rispetto per la persona morta che, anche dopo morto, fa parlare di se.
Napolitano ha avuto parole di elogio, per il partigiano comunista morto definendolo: una persona indiscutibile, del resto Napolitano non poteva dire altrimenti. Ma io come cittadino Italiano, provo dissenso perché proprio a seguito all’attentato di via Rasella, i Nazisti misero in atto la terribile rappresaglia delle Fosse Ardeatine, non’è una polemica la mia, se quei morti innocenti sono morti, una buona percentuale di colpa è dovuta all’attentato che lui e i suoi compagni hanno fatto sapendo bene quali erano le reazioni tedesche: ogni Tedesco morto in attentati 10 Italiani venivano fucilati se l’attentatore non si costituiva. Ma come sappiamo fra quei morti Bentivegna non c’era (una volta fu lui stesso a dire: "La vita di un compagno vale più delle 350 e passa vite sacrificate alle Fosse Ardeatine"). Vorrei portare alla memoria un personaggio che ha a che fare con Bentivegna: pochi sanno che il partigiano comunista uccise, sparandogli con la pistola, un partigiano di 22 anni sottotenente della guardia di finanza Giorgio Barbarisi, egli faceva parte della resistenza Monarchica, cooperava con gli alleati. Nella Roma liberata, un giorno Barbarisi tornando a piedi verso casa sua decise di tagliare per via delle Tre Cannelle, dove era stata aperta la nuova sede de l'Unità, l’ufficiale aveva l’uniforme di ordinanza, vide un manifesto attaccato al muro con scritto W l'Unità, siccome vigeva un’ordinanza che proibiva l’affissione di manifesti politici, ligio al dovere cominciò a strapparlo, fu visto dall'allora fidanzata di Bentivegna che subito corse dal suo uomo gridando: corri c’è un fascista che strappa il manifesto. Bentivegna si avvicinò al finanziere e gli sparò al cuore a bruciapelo il giovane cadde con l’Orta recisa, gli occhi spalancati e meravigliati.
Al processo il pubblico ministero chiese la colpevolezza di Bentivegna, escluso che Barbarisi aveva estratto la pistola ci furono testimonianze di cittadini che confermavano della pistola mai uscita dal fodero ma rubata dal Betivegna. La sentenza parlò di doloroso incidente diede a Bentivegna 18 mesi per eccesso di legittima difesa. La ricostruzione dei fatti sostenne che il finanziere aveva estratto la rivoltella e avesse sparato nonostante oltre alla pistola non furono trovati ne bossoli ne proiettili. L’imputato Bentivegna fu assolto in appello e tornò libero, ha vissuto onorato e decorato come eroe della resistenza, mentre la fidanzata divenne addirittura parlamentare del PCI.
Il mio dissenso è per questo eroe costruito voluto e difeso ancora oggi; mentre per Barbarisi neppure un appunto, eppure ha dato la vita a 22 anni per la libertà, non per mano tedesca ma per errore volontario di un partigiano comunista.
Vorrebbero intitolare una strada all'eroe Bentivegna e allora il mio dissenso diventa rabbia. Ecco coloro che vedono solo la loro storia, ancora oggi dopo 70 anni vorrebbero portare nel limbo il Bentivegna, e gettare nel perpetuo dimenticatoio un’altrettanto partigiano non comunista ma partigiano della resistenza Monarchica. Bentivegna è discutibile come coloro che lo hanno creato eroe. Ecco perché scrivo tutto questo, solo perché oltre al dissenso e alla rabbia provo vergogna e disonore per persone che sono stati dei sanguinari esecutori di una parte politica lavata e stirata, una parte politica con ancora addosso il loro odio e il loro senso di sopraffazione non solo per i fascisti e simpatizzanti, ma anche per coloro che hanno combattuto insieme a loro per fare l’Italia di oggi ma non pensano come loro e sono lontani dal sistema comunista


Mugelli Giampiero

martedì 24 aprile 2012

25 Aprile: riflessione al contrario


Io francamente, non’ho mai capito cosa ci sia da festeggiare il 25 Aprile. Quando ero bimbo e andavo a scuola era una festa che tutti aspettavano in quanto rappresentava una festa come le altre che non erano le domeniche, ma nulla più. Mai fatto niente per ricordare una festa derivante da una guerra dalla quale uscivamo sconfitti e umiliati da una parte e traditori dall’altra! Era un giorno di festa, la mia curiosità di bambino nasceva e moriva all’istante. In Italia nessuno sente propria questa festa, tranne quella parte di mondo politico e istituzionale che da 65 anni specula sulle morti di tanti giovani, padri di famiglia, militari e civili e su questi morti ha costruito ponti di carta, ne ha umiliato il ricordo da una parte e dall’altra e ancora oggi organizza manifestazioni di inutile retorica e un contenuto inutile alla riflessione. IL termine “ liberazione“ e la data 25 Aprile hanno poco in comune: rappresenta semmai la data in cui l’Italia cessò di essere uno stato sovrano e veramente indipendente (ad oggi sono ancora 100 le basi USA in Italia.) Non si può certo definire libero un Paese che, liberato dai Tedeschi, viene occupato da: Americani, Inglesi, Francesi, Australiani, Neozelandesi, Indiani e Marocchini. 
Ad una occupazione ne sono seguite altre sette. E se le cose fossero andate al contrario? Ovvero i Tedeschi avessero rigettato in mare gli alleati, oggi festeggeremo un’altra liberazione, una all’opposto? Il mio giudizio muterebbe ben poco. 
Il nostro è un paese strano: gli oltre 20 milioni di tesserati al partito fascista, costretti o no, scompaiono tanto velocemente quanto le migliaia di partigiani divengono 10 volte tanti dal 25 al 30 aprile 1945. La realtà è che questo paese e i suoi abitanti hanno terminato di essere liberi il 25 Luglio 1943 e cedendo la propria sovranità l’8 Settembre dello stesso anno. La Repubblica Sociale al cento nord, lo Stato Multinazionale al centro sud, la Repubblica Italiana nel 1948 con i brogli (come adesso ) con il referendum fra Monarchia e Repubblica, rappresenta quanto scaturito dai paesi occupanti, e pure quando abbiamo tentato di divenire indipendenti non solo politicamente ma anche nei settori strategici per esempio l’energia, mi viene in mente Enrico Mattei, ci è stato impedito. 
Da tale disastro politico, più che militare, l’Italia non si è più ripresa. La Germania e il Giappone hanno perso la guerra con gli Americani e i Russi, l’Italia l’ha persa con tutti e con essa l’onore. Questo mio pensiero non vuole essere politico: il sottoscritto ha voluto fare il percorso inverso, perciò con diritto a giudicare con competenza l’argomento e il pensiero di cittadino Italiano.

Giampiero Mugelli

venerdì 20 aprile 2012

Giustizia e autodifesa

Non ci si fa giustizia da sé, è vero ma che centra con l’autodifesa che è un diritto. Perché leggi magistrati e una parte di stampa italiana, si sentono autorizzati a condannare chi si è difeso da una illegalità, pronti a dimenticare chi come i due marò, prigionieri in India che ci anno difesi  dall’illegalità?  La giustizia accerta colpevolezze di un imputato, raccoglie prove e testimonianze, agisce con calma, non’è in pericolo fisico (l’imputato). La vittima di un’aggressione, o di una rapina non si fa giustizia da sola, ma si difende, spesso in inferiorità numerica: è minacciata e picchiata sul lavoro o in casa propria da qualcuno che sta commettendo un crimine e deve farla desistere, è nel panico, non solo perché è stata aggredita, ma sa anche grazie a leggi inesistenti e al sentimento di pietà per il colpevole invece che per la vittima se specialmente è extracomunitario. L’aggressore non’è certo della pena. La giustizia dovrebbe essere una certezza dello stato.  La legittima difesa è un diritto del cittadino, pure se può costare la vita del criminale. Colui che và in una casa, oppure nel posto di lavoro a rubare e uccidere, è l’unico responsabile degli eventi e delle conseguenze che avverranno.   In Italia non’è così, le cronache ci mostrano commercianti,  gioiellieri, tabaccai e altre persone che lavorano e faticano sottoposti a processi perché hanno osato reagire, anche uccidendo per non essere uccisi.   Si se uno viene aggredito in casa o sul lavoro, l’aggressore minaccia con un’arma la moglie o ruba oppure tenta di violentare la figlia, l’aggredito ha il diritto di difendersi, di sparare se ha un’arma legalmente denunciata, lo stato dovrebbe tutelare l’aggredito, non accusarlo di  eccesso di difesa come regolarmente avviene.     Stato, giornali, personaggi politicamente corretti, in questa società malata pronti ad accusare il pericoloso pistolero che si è difeso, come se il colpevole dell’aggressione e delle sue paure dipendessero da lui.  
Nello stato, nella giustizia c’è un moralismo di ideologia: il cattocomunismo, quella ideologia che mena la danza: il commerciante è di destra ricco e evasore, il rapinatore è di sinistra, è quasi un eroe specialmente se è extracomunitario, se è rom.  IL primo ha già legalmente rubato, è colpevole di possedere qualcosa, l’altro deve rubare perché è spinto dal bisogno e dall’ingiustizia sociale.  Niente è peggio del moralismo ideologico, e in Italia domina, non fra la gente comune che subisce stancamente e con paura questa ideologia, ma fra coloro che contano, chi amministra la giustizia, chi fa opinione, è lotta di classe, è strascico del 68. Se fra la gente comune qualcuno mugugna o espone pensiero contrario a quella ideologia dominante, diventa razzista, non si può parlare o ragionare.  Per questo che non esiste solidarietà per i rapinati, mentre esiste per i rapinatori e si afferma sempre più. Non’è la pietà e il garantismo, ma è l’ideologia, la falsa coscienza che mena la danza, come ad esempio non siamo a centinaia, migliaia in piazza ha favore dei nostri due soldati prigionieri in India, prigionieri del nostro governo, e di noi stessi cittadini.
                                                                                                                    

Giampiero Mugelli

venerdì 30 marzo 2012

Un lavoro sporco

Nel 2012, in una Nazione che non è più identificata come “Europa” ma come “Terzo Mondo”, il presidente comunista, da l’incarico ad un professore bancario e massone di costruire un governo di non eletti ma di professori e tecnici per fare un lavoro sporco che nessun partito politico voleva fare perché impopolare, cioè tassare quel povero popolo senza toccare privilegi, sprechi di spesa pubblica e ruberie di parassitarie caste.
I risultati sono già visibili: recessione che aumenta ogni giorno, suicidi di imprenditori, aziende che chiudono, incremento dei fallimenti, tassi di disoccupazione mai visti  e inarrestabili; questi prof e tecnici sono entusiasti del proprio operato e proseguono nell’opera risanatrice, ovviamente per il bene del popolo.
Quale popolo? Forse quello extracomunitario, ogni giorno sempre maggiore e inarrestabile, con la benedizione dei politici che silenziosamente si sono ritirati nei loro castelli di una dimensione molto differente dalle case del popolo sovrano, che si è divertito con le comiche del giullare Benigni che ha fatto tanto ridere il presidente e piangere coloro che amano la propria Patria che merita ben altro rispetto, una Patria divisa non solo in Nord e Sud ma anche da Destra e Sinistra. Una sinistra vergognosa che tutela più i clandestini dei suoi concittadini e i suoi soldati, basti pensare quello che è stato detto dei Marò prigionieri in India.
Questo è uno dei tanti lavori sporchi con il consenso della casta politica sindacale e giuridica fatto dal Prof Mario Monti e collaboratori.

Un altro lavoro sporco riguarda sempre il Governo in prima persona ma la responsabilità si allarga anche ad altre categorie. Leggo diversi giornali, ascolto tutti i TG, le decine di dibattiti nelle Tv con politici, banchieri, imprenditori, lavoratori ed economici ma nessuno parla della reale situazione del nostro paese, quali sono i mali reali della nostra società e le vere riforme da fare, sembra che ci sia un tabù, nessuno vuole prendere il cane per la coda ma tutti sanno quali sono i problemi e le contromisure da adottare, ovvero la ripresa economica.
Ma quale è la reale situazione economica del paese? Quanto è il PIL attuale? L’inflazione galoppa al 50% oppure al 100%?
Queste sono le misure della salute dell’Italia e di conseguenza di noi cittadini lavoratori contribuenti, artigiani e piccole industrie, chi sono e se ci sono chi investe soldi nel nostro paese? Il nostro Prof bancario capo del governo presidenziale ha lavorato bene per le banche, per le lobby e per le caste, ma ha messo ulteriori tasse a coloro che non arrivavano a fine mese, oppure ai lavoratori in proprio che ancora resistono prendendo dei mutui al 6%, mentre per i politici ci sono mutui agevolati all’1,25%.
Questo è il sistema massone capitalista delle banche e dei poteri forti. Dall’altra parte c’è il sistema sovietico della CGIL della Camusso e della FIOM di Landini, forti del loro potere, al sindacato rosso non gli frega niente della fine che farà l’Italia e i suoi lavoratori che mai ha protetto ed il perché è visibile, abbiamo gli stipendi e le pensioni più basse d’Europa.
Troppo meglio fare scioperi e proteggere coloro che non vogliono lavorare.

Vorremmo sentire dai nostri politici, dai sindacati che ci saranno meno tasse, paghe e pensioni più eque, più lavoro e meno scioperi, che non ci saranno sprechi di soldi pubblici, sanzioni dure per coloro che rubano, che evadono le tasse, meno soldi per la politica, abolizione di enti inutili e scioglimento di lobby.
Vorremmo sentire che veramente ci sia voglia di uscire da questa situazione dove gli unici ad affondare sono i lavoratori tutti e i cittadini onesti che sono ridotti in povertà dal tiranno che si chiama Stato Democratico, dove ognuno di noi ha rubato così tanto che alla fine abbiamo un debito pubblico stratosferico. Tra questi latri comprendo anche la mia nipotina nata un anno fa, altrimenti il bilancio non quadra.
Basta divisioni politiche, disfattismo e menefreghismo, il popolo italiano, la gente onesta vuole dignità, diritto al lavoro ed equità sociale.
Se tutto questo non è possibile abbiate l’onesta di dire come deve morire il popolo italiano. Non potete ridurre una Nazione e un popolo come è adesso, dove corruzione, mafie, furti, intrallazzi, decadenza morale e intellettuale fanno da padroni.
65 anni di sistema democratico liberal comunista hanno distrutto la prima repubblica, e la seconda non ha fatto tesoro degli sbagli della prima, anzi è stata molto peggio e ci sta portando alla distruzione totale.
Monti ride, è vittorioso, ma viene in mente quel chirurgo che si vantava della buona riuscita dell’operazione, poi alla domanda “Il paziente come sta?” rispondeva “E’ morto”.


Giampiero Mugelli