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mercoledì 16 gennaio 2013

Italia in stato larvale


Ieri uscendo dalla stazione di Santa Maria Novella a Firenze, lungo il marciapiede coperto c’era un uomo sdraiato sopra un cartone, un uomo se così possiamo chiamarlo, mi sono avvicinato e gli ho lasciato un euro in un cestino accanto a lui. Nel momento in cui mi sono avvicinato ho notato un essere umano con: barba lunga, capelli lunghi e sporchi, abiti mai lavati che potevano stare in piedi senza indossarli e una puzza che toglieva il fiato. Non a mosso un dito ne prima e neppure quando me ne andavo. Una larva. Come un uomo può vivere così da randagio e con un grado così basso di dignità e morale mi sono chiesto. In lui ho visto la mia Italia attuale; la mia bella patria ridotta al degrado: ambientale, politico, industriale e morale come quella larva incapace di scuotersi, di rifiutare tanto incivile degrado morale e vitale.  La mia patria ridotta a una Nazione abbandonata, calpestata, ignorata, declassata e derisa, eppure è una delle più belle nazioni al mondo ha dato civiltà al mondo con l’Impero Romano, ha dato opere d’arte con il Rinascimento, ha avuto unità popolare con il Risorgimento, credibilità nel mondo con il Ventennio fascista. Poi in sessanta anni di crescita tecnologica e libertà democratica tanto decantata dalle nostre autorità ecco l’Italia ridotta come quel suo cittadino, basta guardarsi intorno, l’abbandono ambientale la rende simile alla barba incolta del soggetto le sue opere d’arte abbandonate alla decadenza come i capelli indecenti di tale soggetto, derisa da migliaia di clandestini senza un futuro, venuti qua con l’inganno della ricchezza occidentale e per politica poi ridotti pure loro ad ingrossare il degrado e lo sporco della mia patria paragonata ai vestiti di quel soggetto. Le nostre industrie: vendute o distrutte; pensando a cosa era l’IRI del Ventennio e negli anni sessanta settanta,  era uno fra i complessi industriali migliori al mondo, sia quelle tecnologiche, farmaceutiche, navali e industriali e adesso non abbiamo più niente, ecco l’Italia immobile come quel cittadino che giace sul cartone.  Un pensiero al mio popolo Italiano capace di essere talmente attivo nel lavoro e nel creare che nessun altro popolo è capace ma da quando è stato democratizzato è stato separato fra Nord e Sud, fra destra e sinistra, fra lavoratori privati e statali e diversivi sociali, divisioni costruite per levare forza di reazione e volontà di popolo, per indurlo e privatizzarlo mentalmente della dignità e della moralità da una casta politica evidente agli occhi di tutti. Ci hanno ridotto da formichina a parassiti come quelli che vivono sul corpo di quel personaggio immobile sul quel cartone solo con se stesso fra tante e indifferenti persone.  Settanta anni di libertà e democrazia che io in sessantacinque anni non ho mai vissuto, ha portato la mia Italia nella situazione attuale: decadenza ambientale, distruzione industriale, impoverimento sociale, distruzione delle famiglie e dei valori, all’odio politico e razziale, ci hanno tolto quello che più rappresenta la vera democrazia il lavoro e l’equità sociale, diritti e doveri per tutti i cittadini, leggi uguali per tutti politici e magistrati compresi. Una nazione sovrana deve avere un popolo unito e sovrano che deve essere il solo al di sopra di tutto e di tutti specialmente in politica. Noi popolo dobbiamo avere la forza morale per ritornare un popolo unito e far pulizia di questa casta politica non più amata.  Ci hanno creato un debito pubblico impagabile ci hanno fiscalizzato al 50%, ci hanno fatto suicidare, ci hanno umiliato, hanno tolto credibilità come nazione  e popolo agli occhi del mondo,  ci hanno derubato portati al declino, ci hanno drogati, usati e privati di moralità, la maggior parte dei nostri giovani plagiati fino a fargli credere che tutto gli è dovuto, ci stanno distruggendo come nazione e popolo. In febbraio andiamo a votare ma non serve a niente i giochi sono già fatti; a sinistra fanno del morale devono legalizzare i gay, dare la cittadinanza agli extracomunitari e il popolo italiano deve aspettare ancora le riforme di cui ha bisogno? A destra se destra si può chiamare; prima appoggiano, poi rinnegano, poi vanno in TV a fare spettacolo, poi tutti  insieme ci fanno fessi come sempre dopo le elezioni cambia musicista ma non la musica.  Il sistema non cambierà viviamo in un sistema politico mafioso e anarchico in una democrazia costruita per chi a soldi o appoggi politici il resto siamo come ci hanno detto dei poveracci falliti come quel cittadino sdraiato sul cartone all’uscita della stazione di Santa Maria Novella. Mi definisco antidemocratico e ancor di più contro democrazie come quella costruita in Italia e nelle maggiori nazioni Europee, sono un nazionalista e come tale un fascista mussoliniano e come tale onorerò la mia patria e il popolo Italiano, rispetterò le vigenti leggi pur non condividendole e combatterò per una più giusta e equa società e agirò per sentimento e non per risentimento, anche se ogni giorno vengo infamato da coloro che si sbandierano come portatori di democrazia e poi la conoscono meno di me. Mai sarò complice di coloro che in nome dell’antifascismo e per la democrazia stanno distruggendo l’Italia e il suo popolo. Adesso è notte ma presto tornerà il giorno con ideali di onore lavoro patria e famiglia. Sono cresciuto fascista,  lo sono oggi e morirò  fascista.


                                                                                                                                                                                                         Giampiero Mugelli

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