Una data storicamente
divisa in due parti: da una parte, il tradimento, la perdita della sovranità e dell’onore
da parte dell’Italia, dall’altra l’Italia baldracca che ha ceduto alle lusinghe del più forte.
”L’8 settembre 1943,”
il tradimento, già preparato nel 1939-40 da figuri che non esitarono a tradire
mentre ricoprivano incarichi di comando ad altissimi livelli. Il 28 ottobre
1922 il Re ordina al regio esercito: “lasciate
che Benito Mussolini e le camice nere entrino ha Roma” - e il 17 novembre 1922 Mussolini
ottiene la fiducia e diventa il nuovo governo Italiano. Governo voluto dal re e
dai poteri forti, i grandi proprietari terrieri e industriali, per paura dei movimenti
rossi filo sovietici che potevano andare al governo. Il governo fascista fu un
movimento innovativo, totalitario ma con il consenso delle masse e del popolo
con il passare degli anni. Cosa che non piacque al Re, Badoglio e a coloro che
lo appoggiarono per formare il governo.
Egli era diventato un
uomo del popolo, della provvidenza dichiarava la Chiesa, troppo potere. La
storia scritta dei vincitori sostiene che la guerra e l’alleanza con l’Asse la
volle Mussolini ma non’è così: quando i tedeschi stavano conquistando l’Europa
volle pure il Re allearsi per dividere il potere di Re e Imperatore, comandante
supremo delle Regee Forze Militari Italiane, la dichiarazione di guerra
certamente toccava al capo del governo dichiararla così nel bene ho nel male le
conseguenze se le assumeva colui che aveva fatto la dichiarazione.
La guerra cadde ha
fagiolo per il Re e Badoglio per levarsi di torno Mussolini e il fascismo; avevano
già organizzato il tradimento fin dal 1939-40, come? Con il sistema spionistico
militare e organizzativo mettendo persone fidate nei posti nevralgici delle
forze armate, facendo sabotaggi militari e industriali. La prova lampante è
stata il 25 luglio 1943 con l’arresto del Duce con la scusa di una convocazione
da sua maestà, annunciando alla radio che il governo era in mano al maresciallo
Badoglio conclusasi l’8 settembre 1943 dopo che il Re e Badoglio fuggirono a
Brindisi, sotto protezione delle Forze Armate americane lasciando l’Italia, il
suo popolo e il Regio Esercito, marina e aviazione in balia di loro stessi. Era
caduto il fascismo, l’Italia perdeva la sua sovranità e l’onore ed entra in
scena l’Italia del tradimento, l’Italia baldracca, che senza dignità ha ceduto
alle lusinghe del più forte. Gli esecutori del tradimento chi furono? Diversi
gerarchi del consiglio fascista, neppure degni di essere nominati, nominiamo
alcuni dei più importanti: i fratelli Marcello e Massimo Girosi.
Marcello spia al
servizio degli Stati Uniti, è stato decorato dai suoi padroni della “Silver
Star” con la seguente motivazione: “Per
avere contribuito a staccare il comando della flotta Italiana del regime
fascista e per aver assicurato alla marina Americana importanti piani della
marina militare Italiana con la complicità del fratello Massimo”. Massimo: Ammiraglio della regia marina e nel
1942 inserito nell’alto comando navale Italiano, così si spiega il perché la
marina Italiana non si è mai mossa ha contrastare le navi alleate poi
consegnata quasi intatta senza mai combattere agli alleati dopo la
capitolazione dell’Afraka Korps avvenuto nel maggio 1943. Mai una sola
petroliera, mai una nave da trasporto o uno aereo da trasporto di cui gli
alleati non conoscessero l’ora di partenza e l’esatta posizione della rotta per
i rifornimenti delle truppe in Africa, fatti accertati senza dubbi da coloro
che hanno avuto la fortuna di sopravvivere. Ma quanti giovani soldati Italiani
sono morti per uno sporco tradimento. Tra i nomi celebri delle spie al servizio
degli angloamericani: il generale Efisio Marras addetto militare a Berlino uomo
di fiducia del maresciallo Pietro Badoglio, dopo la guerra fu elevato: capo di
stato maggiore dell’esercito e per i servizi resi durante la guerra fu decorato
dagli Americani. L’ammiraglio Franco Maugeri capo del servizio segreto della regia marina dal 21
marzo 1941, dopo la guerra fu nominato Capo di Stato della Marina Italiana. Gli
Americani lo decorarono con: ”La Legione
al Merito per i servizi resi al governo Americano come capo dello spionaggio
navale Italiano”. C’è un bellissimo libro intitolato “L’ombra di
giuda” di Pietro Caporilli, che
svela l’ignobile retroscena dell’ammiraglio traditore e altre persone di minore
spessore ma non per questo meno vili.
L’8 settembre è la data
del tradimento voluto, frutto di uno sporco lavoro, per cambiare l’Italia,
dividerla, per distruggere e incolpare il fascismo. Programmato dal sionismo e
dalla massoneria mondiale, per dividere l’Italia in due fazioni: antifascista e
fascista sviluppata e voluta in una guerra civile in nome di una libertà
fasulla nata con una discriminazione ”Antifascismo” in nome di ciò ci furono
centinaia di vedove, vedovi e bimbi orfani e privati dei fratelli i loro cari
vennero uccisi perché avevano combattuto nell’RSI oppure lavorato per il
governo fascista o avevano avuto la tessera fascista. Uccisi e fatti sparire,
ancora oggi tante famiglie non sanno dove poter portare un fiore e una
preghiera ai loro morti. In quanto al
tradimento dell’8 settembre 1943 i generali delle forze armate alleate che
divennero poi nostri alleati cosi furono i loro commenti: il generale Esenhower
comandante delle forze alleate in Europa sul suo diario scriveva: “il tradimento dell’Italia è stato un brutto
affare, una delle pagine più buie della storia di questa guerra solo il sacrificio
dei militi del RSI ha permesso all’Italia di avere un briciolo di onore”- Il
giudizio non cambia da parte degli Inglesi il generale Alexander Harold
comandante in capo delle forze armate in Italia disse: ”Il fatto che il governo Italiano decise di capitolare non perché
incapace di offrire ulteriore resistenza, ma era venuto come in passato il
momento di passare dalla parte dei vincitori.” - IL maresciallo Montgomery
detto Monti, fu il più chiaro nel dire: ”Il
voltafaccia dell’Italia fu il più grande tradimento della storia.” - tratto dal
libro “Le Armate alleate in Italia” di Alexander Harold.
I Russi non
qualificarono diversamente l’infame gesto: ”l’Italia
fu fedele al suo carattere di sciacallo sempre in cerca di compenso per il suo
tradimento” - di Potenki ambasciatore Sovietico a Roma.
Tutto questo è storia
nascosta per 60 anni, vorrei che tutte queste verità venissero discusse nelle
scuole per giustizia e dovere a quei
ragazzi morti inutilmente in tutta Europa, e ai nostri soldati che sono morti
ingannati e annegati per portare viveri e tutte le necessità ai combattenti in Africa, a tutti i civili che
dal 1945 al 1947 sono morti in una guerra civile a una sola corsia “Uccidere un fascista non’è reato”
dicevano i liberatori dell’attuale mondo.
Questa è una grande
ferita nell’animo e nel mio essere ITALIANO
e RISPETTOSO della PATRIA
Mugelli Giampiero
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