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sabato 1 settembre 2012

Democrazia: un prodotto, un illusione

La democrazia è un articolo di sottomissione, è un prodotto che và sempre verso il fallimento e la storia insegna. La democrazia è il vivere come adesso nel mondo democratico senza regole, stato, giustizia e lavoro. Democrazia è lo sfruttamento del popolo e delle persone oneste, che ti fa credere che sei libero ma poi ti accorgi che non puoi fare niente perché ti tolgono la possibilità se non paghi, corrompi oppure non fai parte di nessuna casta o setta. Democrazia è la conseguenza di un insieme di partiti che uniti si sono fatti stipendi d’oro e privilegi da faraoni sperperando soldi pubblici e fregandosene del popolo, anzi opprimendolo con una politica fiscale sconsiderata, facendo credere che per uscire dalla crisi bisogna aumentare il gettito fiscale. Una crisi costruita dalle banche mondiali, da un capitalismo che vuole essere protagonista del bene e del male di ogni nazione. Ricordiamoci del 1920 storia recente, in Europa le democrazie di allora sono passate alla storia per le disastrose condizioni economiche, pressione fiscale soffocante, inflazione alle stelle, disoccupazione a livelli record, debito estero elevatissimo, scontri di piazza ecc. Poi arrivati all’apice con la crisi mondiale del 1929 l’intolleranza popolare portò i nazionalisti al potere, non alla guerra. I nazionalisti portarono nuovo ordine. Sia la Germania, che l’Italia ripresero vigore e divennero economicamente due nazioni tra le più forti d’Europa, il sistema delle nuove politiche erano gli investimenti con tutti i paesi pure coloro che avevano messo i paletti ai governi di Germania e Italia. Lavoro, meno tasse e banche a disposizione del governo per gli investimenti e il benessere dei cittadini. In Italia nel 1929 mentre imperversava la recessione mondiale e la grande depressione in America, Mussolini investì 40 miliardi di lire nell’industria, nell’agricoltura e nel commercio, ridusse le tasse, fece riforme sociali e creò lavoro per tutti. La guerra la vollero il sionismo mondiale e le nazioni colonialiste Europee, la politica economica nazionalista avrebbe cambiato la situazione economica mondiale perciò Inghilterra e Francia non potevano permettere all’Italia fascista in espansione sia economica che coloniale di mettersi a loro livello e oltre, quindi, per debellare il nazionalismo in Europa dovevano fare la guerra. Prima della guerra il sionismo cercò di debellare il commercio e di non fare accettare moneta tedesca alle nazioni liberali Europee, era il 1935, Mentre in Italia cercarono di metterci alla fame ma Mussolini rispose con la famosa battaglia del grano. Per abbattere il sistema nazionalista di Italia e Germania c’era solo la guerra e fu decisa dal sionismo e dal capitalismo della banca centrale mondiale, alleandosi anche con il comunismo Staliniano, pur di debellare lo spettro del nazionalismo.
Alla fine vinsero la guerra, nel 1948 in Italia nacque la repubblica democratica Italiana, un’Italia non più sovrana ma colonia dell’America in Europa che tutt’ora persiste. Forse era peggio se facevamo parte dell’est Europeo, diventando una nazione satellite del comunismo Staliniano. Il nazionalismo in Italia e in Germania è stato messo al bando, hanno paura. Nel 2012 dopo 67 anni di libertà e democrazia l’Europa è alla fame, sta collassando, le nazioni una dopo l’altra vedono il baratro della disfatta, dell’agonia come continente sovrano. Con belle parole democratiche ci hanno venduto l’Italia e l’Europa, a chi? Al mussulmano. Hanno debellato i governi antagonisti in Africa, mettendo in nome della democrazia governi fantocci per i loro interessi, chi sono? Il capitalismo più perfido, il capitalismo massonico sionista mondiale, dove si è gettata pure la Chiesa, i comunisti del salotto buono, hanno  fatto l’occhiolino al potere e senza vergogna sono saliti sul carro dei vincitori preferendo il  Suv e i vestiti firmati alle biciclette di Mao e alle divise di Stalin.
La storia insegna che con le tasse e i prestiti bancari non si va lontano. Investimenti, lavoro, meno tasse, meno sperpero di soldi pubblici, meno enti inutili, più equità sociale e lavoro. Ripartire con soldi reali, vendiamo tutto quello che è possibile, dimezziamo il debito pubblico, diamo la possibilità agli investitori Italiani e stranieri di investire nel nostro paese facilitandoli con poche tasse e nel modo più veloce a livello burocratico. Diamo un calcio ai sindacati e ai politici corrotti che governano, e mandiamoli a lavorare. Nell’Europa che affonda ci sono “politici” come Bersani e Vendola che vogliono fare la patrimoniale, più tasse, dare altri aiuti ai clandestini, legalizzare le coppie gay, non tutelare il cittadino Italiano e non garantirgli il lavoro. 
Questi nostri politici dovrebbero salvare l’Italia e l’Europa ? Penso che un  buon nazionalismo sarebbe necessario e utile.


   Mugelli Giampiero

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