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sabato 1 settembre 2012

Come sfregiare un Pio frate.

Siete mai stati ha San Giovanni Rotondo? È in cima ad una collina spoglia, ci sono rocce, qualche ulivo e ciuffi d’erba qua e là. Il motivo che ci porta lassù è il santuario di Padre Pio, sopra il paese a destra l’immenso ospedale, ai piedi di esso un grande piazzale e la vecchia chiesa. In alto a sinistra costruzioni per uffici e vari ambulatori. Dalla chiesa si scende di qualche metro si entra nella stanza, dove al centro, protetto da una campana di vetro, c’è la cripta dove riposano le spoglie di Padre Pio ben visibili da ogni lato.                                 
Milioni di pellegrini, credenti e non, sono stai negli anni ha rendere omaggio al santo Pio. Era nato ha Pietrelcina il 25 maggio 1887 da povera gente, fin da giovane sentiva il desiderio di portare la parola di Dio alle persone e aiutare i poveri. Nel 1907 entrò in convento e cominciò così a farsi conoscere, le persone parlavano di lui in modo benevolo e carismatico, Dio nella sua saggezza lo aiutò dando a lui fede e volontà, sapeva farsi apprezzare da tutti, sapeva chiedere a coloro che avevano tanto per dare a coloro che non avevano niente. Seppe attirare a se la benevolenza di tutti, e da li cominciò il suo progetto: costruire un ospedale per tutti gli ammalati, una chiesa e uno alloggio per se e i suoi confratelli. 
Questo frate che faceva miracoli e costruiva uno ospedale, osannato da tutti, mise in allarme il vaticano. Il Papa mandò un prete per controllare e indagare, e di li a poco ci furono scontri forti fra il prete e il Pio ma poi fu il prete che cedette ai fatti e alle parole del Pio e in ginocchio chiese perdono e la sua benedizione: Roma aveva perso San Giovanni Rotondo, era di Padre Pio e i suoi confratelli.                              
Padre Pio per se voleva il poco, amava la semplicità e nella sua umile cella, dove parlava con il Padre nei Cieli e con gli Angeli Custodi che ogni sera andavano a trovarlo, le sue mani con le stimmate guarivano bimbi e tutti coloro che chiedevano aiuto, il suo saio era logoro e i sandali vecchi ma i soldi servivano per le costruzioni, per aiutare la povera gente e curare i malati, a lui bastavano quei miseri cenci.  
Quando i fedeli scendevano nella cripta dove al centro era custodita la salma del Santo Pio, potevano inginocchiarsi e vedere la salma sui quattro lati. Laggiù in quel luogo di silenzio, preghiera e pace, dove si percepisce un senso di soave leggerezza, il desiderio di preghiera viene spontaneamente imposto dal cuore e dall’anima. Chi sarà fortunato come lo sono stato io, sentirà un profumo intenso di gigli, azalee e rose. Si dice che chi lo percepisce ha avuto la benedizione del Pio.
Sono un cristiano non praticante della Chiesa Romana, non pratico perché non credo alla loro cristianità, creata nel lusso e nello sfarzo con tante parole e pochi fatti, con i soldi che hanno e non danno. Ma credo a quella cristianità semplice e veritiera, fatta di rinunce e opere, come quella di Padre Pio e Santa Teresa di Calcutta, che hanno dato la vita per la fede e per gli altri, come semplicemente ha vissuto nostro Signore Gesù Cristo che ha redento il mondo con la sua morte. Non dimentichiamo che Gesù è nato in una mangiatoia al freddo e in povertà.  
Anni fa tutto è passato alla Chiesa di Roma nonostante la contrarietà del popolo di San Giovanni Rotondo, tutto è cambiato. Quest’anno ci sono tornato per vedere la chiesa nuova costruita accanto alla vecchia e dove hanno trasferito la salma del Pio.  Grande delusione, i due grandi architetti massoni, Renzo Piano e Marko Rupinik, hanno sfregiato il Pio frate e deturpato la bellezza, questi assassini della religione cristiana, hanno costruito una chiesa che di culto Cattolico non ha niente, in alcune circostanze sembra che ci sono elementi massonici.
 
"Chiesa Viva" scrive:
Nella storia le Chiese sono sempre state a forma di croce, latina o greca. Quella di San Giovanni Rotondo, invece, è a forma di spirale. Un simbolo che è presente nel dizionario massonico e rappresenta, come si legge nello stesso documento, la potenza dinamica del Grande architetto dell’universo, il G.A.D.U. il dio della massoneria. Inoltre, la stessa spirale, formerebbe in maniera precisa un enorme 666, “il marchio della bestia”, il numero del diavolo nell’Apocalisse. 
All’ingresso della chiesa si trova una grande porta in bronzo con una chiara simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre. 
E ancora: il tabernacolo, l’area che lo circonda “simboleggia il Tetragrammaton con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero”. In merito alla croce bronzea presente sull’altare, “Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l’area della loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto dell’uomo, il culto di Lucifero”. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati dagli esperti di “Chiesa viva”: 62 pagine di ricerca che si concludono con un pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell’aprile del 1913: “Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria”.
 
Dalla chiesa si esce, si scende delle scale con una illuminazione accecante in un clima di sfarzo Faraonico, di ricchezza e di ateo, i mosaici color oro e un ciclo di raffigurazioni lungo le pareti di corridoi illuminati ci portano nella sala dove c’è il santo, è tutta chiusa, per vedere il niente bisogna avvicinarsi ha una fessura alta 20cm fatta a “L” (simile ad un noto marcio commerciale americano, che sia pubblicità occulta?) orizzontale e dentro non c’è niente, manca il famoso compasso per dire massoneria. Ma quello che più mi ha colpito fra le tante raffigurazioni, la figura di una mano femminile e nella mano una testata giornalistica Italiana che viene mostrata: “L’unità”. Si signori “L’Unità”, testata giornalistica dell’allora PCI, ai tempi di Padre Pio il PCI e Togliatti erano coloro che magnificavano le dittature comuniste e martirizzavano la Chiesa, venivano dette le famose bugie del comunismo mondiale. Nel 1953 morì Stalin il più grande carnefice della storia umana, “L’Unità” titolò così in prima pagina: “Stalin è morto, gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell’umanità”. Padre Pio conosceva bene l’orrore e le menzogne del comunismo che aveva imposto l’ateismo di stato con stragi e regimi di terrore. E allora cosa rappresenta “L’Unità” in quel percorso faraonico che il Pio frate non avrebbe mai voluto? Il Pio visse per salvare anime qualunque esse fossero e per avvicinare Cristo a tutti, comunisti, atei, massoni, bianchi e neri. Forse quella figura è rappresentativa perche il Santo Pio riuscì a convertire migliaia di comunisti, uomini e donne al credo di Cristo (c’è un vecchio libro che narra storie di queste conversioni di militanti comunisti fin dal 1949) ma questa è storia passata. La recente è davvero macabra e molto irrispettosa nello sfregiare così il ricordo di un santo frate senza pregiudizi e politica, un benefattore della carità cristiana portarlo in un posto faraonico, ateo, massonico e portargli in casa “L’Unità” è spregevole e non sono il solo ha pensarlo. Ma non c’è da meravigliarsi, la Chiesa oggi apre la porta a tutti, la cristianità lascia spazio alla globalizzazione della fede, per la pace comune, l’importante non’è più la fede, ma il dio soldo e il potere. Questo ho visto da tempo nella chiesa e i suoi discepoli; per questo non pratico la chiesa. Ma credo in Cristo nel profumo di Padre Pio e in me stesso.

    

                                                                                                       Mugelli Giampiero

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