Siete mai stati ha
San Giovanni Rotondo? È in cima ad una collina spoglia, ci sono rocce, qualche
ulivo e ciuffi d’erba qua e là. Il motivo che ci porta lassù è il santuario di
Padre Pio, sopra il paese a destra l’immenso ospedale, ai piedi di esso un grande
piazzale e la vecchia chiesa. In alto a sinistra costruzioni per uffici e vari
ambulatori. Dalla chiesa si scende di qualche metro si entra nella stanza, dove
al centro, protetto da una campana di vetro, c’è la cripta dove riposano le
spoglie di Padre Pio ben visibili da ogni lato.
Milioni di
pellegrini, credenti e non, sono stai negli anni ha rendere omaggio al santo
Pio. Era nato ha Pietrelcina
il 25 maggio 1887 da povera gente, fin da giovane sentiva il desiderio di
portare la parola di Dio alle persone e aiutare i poveri. Nel 1907 entrò in
convento e cominciò così a farsi conoscere, le persone parlavano di lui in modo
benevolo e carismatico, Dio nella sua saggezza lo aiutò dando a lui fede e
volontà, sapeva farsi apprezzare da tutti, sapeva chiedere a coloro che avevano
tanto per dare a coloro che non avevano niente. Seppe attirare a se la
benevolenza di tutti, e da li cominciò il suo progetto: costruire un ospedale
per tutti gli ammalati, una chiesa e uno alloggio per se e i suoi confratelli.
Questo frate che faceva miracoli e costruiva uno ospedale, osannato da tutti, mise in allarme il vaticano. Il Papa mandò un prete per controllare e indagare, e di li a poco ci furono scontri forti fra il prete e il Pio ma poi fu il prete che cedette ai fatti e alle parole del Pio e in ginocchio chiese perdono e la sua benedizione: Roma aveva perso San Giovanni Rotondo, era di Padre Pio e i suoi confratelli.
Questo frate che faceva miracoli e costruiva uno ospedale, osannato da tutti, mise in allarme il vaticano. Il Papa mandò un prete per controllare e indagare, e di li a poco ci furono scontri forti fra il prete e il Pio ma poi fu il prete che cedette ai fatti e alle parole del Pio e in ginocchio chiese perdono e la sua benedizione: Roma aveva perso San Giovanni Rotondo, era di Padre Pio e i suoi confratelli.
Padre Pio per se
voleva il poco, amava la semplicità e nella sua umile cella, dove parlava con
il Padre nei Cieli e con gli Angeli Custodi che ogni sera andavano a trovarlo,
le sue mani con le stimmate guarivano bimbi e tutti coloro che chiedevano
aiuto, il suo saio era logoro e i sandali vecchi ma i soldi servivano per le
costruzioni, per aiutare la povera gente e curare i malati, a lui bastavano
quei miseri cenci.
Quando i fedeli
scendevano nella cripta dove al centro era custodita la salma del Santo Pio,
potevano inginocchiarsi e vedere la salma sui quattro lati. Laggiù in quel
luogo di silenzio, preghiera e pace, dove si percepisce un senso di soave
leggerezza, il desiderio di preghiera viene spontaneamente imposto dal cuore e
dall’anima. Chi sarà fortunato come lo sono stato io, sentirà un profumo
intenso di gigli, azalee e rose. Si dice che chi lo percepisce ha avuto la
benedizione del Pio.
Sono un cristiano non
praticante della Chiesa Romana, non pratico perché non credo alla loro
cristianità, creata nel lusso e nello sfarzo con tante parole e pochi fatti,
con i soldi che hanno e non danno. Ma credo a quella cristianità semplice e
veritiera, fatta di rinunce e opere, come quella di Padre Pio e Santa Teresa di
Calcutta, che hanno dato la vita per la fede e per gli altri, come semplicemente
ha vissuto nostro Signore Gesù Cristo che ha redento il mondo con la sua morte.
Non dimentichiamo che Gesù è nato in una mangiatoia al freddo e in
povertà.
Anni fa tutto è
passato alla Chiesa di Roma nonostante la contrarietà del popolo di San
Giovanni Rotondo, tutto è cambiato. Quest’anno ci sono tornato per vedere la
chiesa nuova costruita accanto alla vecchia e dove hanno trasferito la salma
del Pio. Grande delusione, i due grandi
architetti massoni, Renzo Piano e Marko Rupinik, hanno sfregiato il Pio frate e
deturpato la bellezza, questi assassini della religione cristiana, hanno
costruito una chiesa che di culto Cattolico non ha niente, in alcune
circostanze sembra che ci sono elementi massonici.
"Chiesa Viva" scrive:
Nella storia le Chiese sono sempre state a forma di croce,
latina o greca. Quella di San Giovanni Rotondo, invece, è a forma di spirale.
Un simbolo che è presente nel dizionario massonico e rappresenta, come si legge
nello stesso documento, la potenza dinamica del Grande architetto
dell’universo, il G.A.D.U. il dio della massoneria. Inoltre, la stessa spirale,
formerebbe in maniera precisa un enorme 666, “il marchio della bestia”, il
numero del diavolo nell’Apocalisse.
All’ingresso della chiesa si trova una grande porta in bronzo con una chiara simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre.
E ancora: il tabernacolo, l’area che lo circonda “simboleggia il Tetragrammaton con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero”. In merito alla croce bronzea presente sull’altare, “Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l’area della loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto dell’uomo, il culto di Lucifero”. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati dagli esperti di “Chiesa viva”: 62 pagine di ricerca che si concludono con un pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell’aprile del 1913: “Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria”.
All’ingresso della chiesa si trova una grande porta in bronzo con una chiara simbologia iniziatica della massoneria, e del percorso che gli adepti dovrebbero condurre.
E ancora: il tabernacolo, l’area che lo circonda “simboleggia il Tetragrammaton con il suo numero 15 e la sua pretesa di rappresentare tutti e 72 i nomi di Lucifero”. In merito alla croce bronzea presente sull’altare, “Dopo uno studio accurato sui simboli che appaiono sulle cinque parti in cui è divisa la croce, i quattro bracci e l’area della loro intersezione, rappresenta la Loggia dei maestri ed appare in tutta la sua lucida formulazione in tre diversi culti: il culto del fallo, il culto dell’uomo, il culto di Lucifero”. Questi sono solo alcuni dei dettagli studiati dagli esperti di “Chiesa viva”: 62 pagine di ricerca che si concludono con un pensiero che lo stesso Padre Pio scrisse a padre Agostino nell’aprile del 1913: “Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all’amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell’infame setta della massoneria”.
Dalla chiesa si esce,
si scende delle scale con una illuminazione accecante in un clima di sfarzo
Faraonico, di ricchezza e di ateo, i mosaici color oro e un ciclo di
raffigurazioni lungo le pareti di corridoi illuminati ci portano nella sala
dove c’è il santo, è tutta chiusa, per vedere il niente bisogna avvicinarsi ha
una fessura alta 20cm fatta a “L” (simile ad un noto marcio commerciale
americano, che sia pubblicità occulta?) orizzontale e dentro non c’è niente,
manca il famoso compasso per dire massoneria. Ma quello che più mi ha colpito
fra le tante raffigurazioni, la figura di una mano femminile e nella mano una
testata giornalistica Italiana che viene mostrata: “L’unità”. Si signori “L’Unità”,
testata giornalistica dell’allora PCI, ai tempi di Padre Pio il PCI e Togliatti
erano coloro che magnificavano le dittature comuniste e martirizzavano la Chiesa,
venivano dette le famose bugie del comunismo mondiale. Nel 1953 morì Stalin il
più grande carnefice della storia umana, “L’Unità” titolò così in prima pagina:
“Stalin è morto, gloria eterna all’uomo
che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell’umanità”. Padre
Pio conosceva bene l’orrore e le menzogne del comunismo che aveva imposto l’ateismo
di stato con stragi e regimi di terrore. E allora cosa rappresenta “L’Unità” in
quel percorso faraonico che il Pio frate non avrebbe mai voluto? Il Pio visse
per salvare anime qualunque esse fossero e per avvicinare Cristo a tutti,
comunisti, atei, massoni, bianchi e neri. Forse quella figura è rappresentativa
perche il Santo Pio riuscì a convertire migliaia di comunisti, uomini e donne
al credo di Cristo (c’è un vecchio libro che narra storie di queste conversioni
di militanti comunisti fin dal 1949) ma questa è storia passata. La recente è
davvero macabra e molto irrispettosa nello sfregiare così il ricordo di un
santo frate senza pregiudizi e politica, un benefattore della carità cristiana
portarlo in un posto faraonico, ateo, massonico e portargli in casa “L’Unità” è
spregevole e non sono il solo ha pensarlo. Ma non c’è da meravigliarsi, la
Chiesa oggi apre la porta a tutti, la cristianità lascia spazio alla
globalizzazione della fede, per la pace comune, l’importante non’è più la fede,
ma il dio soldo e il potere. Questo ho visto da tempo nella chiesa e i suoi
discepoli; per questo non pratico la chiesa. Ma credo in Cristo nel profumo di
Padre Pio e in me stesso.
Mugelli
Giampiero
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