Un altro sabato a Roma,
quattro cortei e manifestazioni in centro, organizzati da politici ho presunti.
Migliaia di persone, fra cui tanti giovani che non sanno riflettere sul loro
futuro tanto da diventare una massa umana passiva di gruppi politici pronti a
tutto. Poteva scapparci la solita guerriglia e ancor peggio il morto, un santo
protettore ci ha messo del suo e per fortuna non è successo niente. Ma questa
giornata ci porta a riflettere, a farci una domanda: servono veramente i
cortei? Ho sarebbe utile vietarli in generale se specialmente rappresentano una
minaccia?
Per me si specialmente
nei grossi centri come Roma e nelle città chiave della penisola, per la
tranquillità e l’ordine pubblico dei cittadini, per non creare caos nel
traffico che poi la gente non circola e si fermano le attività cittadine. Non
capisco perché si debba scegliere il peggio modo di protestare, uno strumento
che produce scontri con la polizia, feriti da ambo le parti, devastazioni a cose pubbliche e private che
nessuno paga e non servono per raccogliere consensi politici. Mi viene da
ridere quando vedo la Camusso con la divisa da corteista: felpa rigorosamente
rossa, berretto con la visiera al’incontrario, viso da rivoluzionaria che si
prepara ha fare assaltare non si sa cosa. Bersani insieme alla Camusso per
vedere se prende consensi alle votazioni di primavera, non poteva mancare
l’alleato numero uno Nichi Vendola, delfino di quel comunista di Fausto
Bertinotti che si crede un politico di rango invece è solo capogruppo di un
minigruppo da fumetto e si eccita in molti modi. Ha cosa sono serviti i cortei
negli anni passati e oggi stesso? A niente senza un risultato e una logica.
Anzi quelli e questi hanno portato disagi, scontri, feriti, guerriglia e odio e
negli anni 60/70 ad arrivare agli scontri con spranghe e pistole e morti
ammazzati e non ci fu nessuna conquista politica e sociale.
In questo 2012 non si
sono viste per fortuna le pistole. Ma abbiamo sotto gli occhi una realtà
deprimente, è quella di migliaia di giovani disposti a seguire alla cieca i
giocolieri che li usano come arieti contro la polizia e di conseguenza
diventano carne da manganello.
I kapò dei centri
sociali e di altre sigle sindacali sanno come servirsi di questa massa di
ragazzi, li manovrano e li usano senza dare loro nulla in cambio. Questi
giovani dovrebbero: studiare, imparare un mestiere per il loro futuro ma non
se ne curano gli hanno insegnato che tutto gli sia dovuto. Credono di andare in
piazza, oppure occupare le scuole e così migliori la loro vita e l’istruzione
pubblica, si fidano di quei professori impreparati oppure perennemente
assenteisti, quei professori figli o nipoti dei sessantottini che io ho
combattuto. Non capiscono che questa recessione si abbatterà per prima su di
loro e li porterà allo sfascio, i partiti e le forze sindacali gli accarezzano
il pelo perché sanno che un domani saranno il proseguo di voti e pensieri che
servono a loro per sopravvivere. Da persona attempata che a sempre lavorato non
riesco a sopportare l’accarezzamento di pelo e le migliaia di parole usate per
coccolare questi giovani. Per fortuna non tutti sono così trascinati dalla
frantumazione societaria portati dove non c’è nulla per loro. Coloro che non
sono stati trascinati, hanno capito che la pasta nel piatto non ci arriva da
sola e si danno da fare invece di andare nei cortei e si dedicano ai mille
lavori che si possono fare. Confesso che quando questi perduti giovani con una
bandiera politica in mano, i caschi in testa vengono picchiati dai poliziotti
che hanno aggredito non provo nessun sentimento tranne compassione per loro. I
poliziotti picchiano solo chi li aggredisce e distrugge proprietà sociali e
private, sto dalla parte della polizia e sono schifato da quei politici che si
dichiarano contro la polizia fascista e serva dei padroni, favorevoli a quei
giovani che picchiano e distruggono facendoli passare come fautori di
democrazia. Troviamo altri metodi di protesta più idonei e costruttivi, togliamo
i cortei di vecchia generazione e inconcludenti perché questi giovani abbiano
più tempo da dedicare a una più redditizia scelta per il loro avvenire in
questi tempi così poco redditizi dove il pane e il companatico scarseggiano per
tutti . Coccolare e fare indulgenza per loro è fargli del male, bisogna far
capire loro che ogni tanto hanno torto non sempre ragione come gli hanno
insegnato coloro che gli usano.
Mugelli Giampiero
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