Benvenuti nel blog della Decima Legione.

Noi della Decima ci rifacciamo alla Decima Legione sottostante al grandissimo Giulio Cesare.

Questa legione era composta solo da uomini valorosi

Noi cercheremo di assomigliargli il più possibile



Se volete contattarci: Ale_D92@hotmail.it



lunedì 31 dicembre 2012

Tiratore scelto (o cecchino)


Tiratore scelto, o cecchino, è un soldato speciale addestrato e preparato per colpire di precisione bersagli molto distanti.  La sua arma è un fucile ad alto potenziale, con pallottole blindate ed esplosive, con mirino telescopico (fucile di precisione) e con un tiro efficiente oltre i mille metri.  Vengono addestrati nel camuffamento e nelle ricognizioni; il termine cecchino venne dato nella prima guerra mondiale ai cecchini austroungarici dalle truppe Italiane, deriva da: Cecco Beppe, soprannome che avevano dato all’imperatore Francesco Giuseppe.  Dovevano colpire bersagli di grande importanza come: ufficiali, radiofonisti, mitraglieri o i serventi dei cannoni anticarro e depositi di benzina.  Che uomini erano i cecchini? Chiunque era in grado di fare il cecchino?  No! 
I cecchini erano uomini speciali solo coloro che non avevano sentimenti potevano finire l’addestramento, essi non avevano ne fratelli, padre e madre, amici e fidanzata.  Il fucile era il tutto, era sempre accanto a loro, con loro, non l’avrebbero mai lasciato, pure nel sonno lo tenevano strinto e vicino a loro, sempre oliato e funzionante esso era la morte per gli altri e la vita per loro.  Il cecchino era sempre solo, esso doveva andare oltre le linee nemiche o in ricognizione in silenzio e doveva saper camuffarsi nella posizione presa; lui e il fucile dovevano essere una sola unità; la sua sopravvivenza dipendeva da tutto questo al 99% . Certe volte doveva stare immobile per delle ore sotto la pioggia o il sole, al caldo o con il freddo e pronto a sparare in ogni momento favorevole, ammazzare, ammazzare, senza avere mai incertezza con freddezza, dieci, cento, e altri, poi ancora altri giovani come lui, senza sapere chi erano, se avevano una mamma, moglie e figli che li aspettavano.  Lui non pensava mai a questo, per lui è un tiro a segno, è la sua vita contro la sua morte. Emarginato pure fra le truppe amiche è sempre solo, additato come criminale e assassino. Senza sensibilità, la morte certa a tradimento, improvvisa, inaspettata per coloro che entravano nel mirino del suo fucile. Se scoperto era morte certa per lui, nessuna pietà per i cecchini, i soldati nemici smettevano di sparare solo quando crivellato di colpi giaceva inerme per terra insieme al suo fucile, molte volte senza sepoltura finché sbranato dagli animali il suo corpo veniva sparso per prati e boschi.  Quando si scontravano fra se degli opposti eserciti ne usciva vivo uno solo, il più freddo e calcolatore, il più calmo, chi aveva la forza di stare immobile anche per ore, si cacciavano fra se come bestie feroci fino alla morte di uno di loro.  Solo uomini con requisiti non indifferenti, con i nervi saldi e privi di emozioni, potevano fare certi corsi e certe operazioni, una volta finiti questi corsi e tornati da diverse operazioni pure gli ufficiali temevano questi soldati votati alla morte degli altri oppure della propria.  Non c’è valore che ripaga la morte di una giovane vita, ma la guerra tira fuori la parte bestiale di certi uomini, le debolezze per altri, il tradimento per altri ancora e la paura alla maggior parte.  Poi quando la tempesta e la pazzia della guerra è passata ogni uomo si pulisce delle proprie miserie e colpe, si rimette la propria maschera e si mischia nella massa e nella massa c’è pure il cecchino.

                                                                                                                                          Giampiero Mugelli 

Nessun commento:

Posta un commento